E' una delle moto da turismo di riferimento, apprezzata da anni e recentemente rivista, con il riuscito intento di mantenere alto l'interesse di chi sfrutta le due ruote per viaggiare. Per provarla, abbiamo percorse oltre 1.000 chilometri sulle affascinanti strade della splendida Toscana.
A guardarla, ha tutti gli elementi che servono ad una tourer: cupolino protettivo, il serbatoio che disegna quasi una mezza carena, sella comoda per due persone e l'utile appoggio per i bagagli subito dopo. A proposito del cupolino, può essere regolato in tre differenti posizioni, per trovare la protezione ottimale. Corposi i fari, che danno un look quasi da maxi moto nella visione frontale, e si dimostrano validi nella guida notturna, finalmente come un'auto.
La sella si dimostra subito comfortevole, con una studiata inclinazione centrale, per raggiungere facilmente terra con i piedi. Non ci si trova mai schiacciati verso il serbatoio, mentre il passeggero non ha il classico 'scivolamento' in avanti, con una sensazione di saldo sostenimento, anche sulle lunghe distanze. Ampi i maniglioni laterali, che permettono il passaggio dei tiranti di una eventuale borsa da sella.
E' facile trovare la posizione di guida ideale su V-Strom, grazie alla giusta triangolazione tra manubrio, sella e pedane. Buona anche la visuale dagli specchietti a forma quasi quadrata: consentono pure un facile e saldo appoggio del casco nelle soste. Osservando la strumentazione ecco una ulteriore conferma di come questa moto sia indirizzata al touring. Lettura chiara e immediata, con il display che mostra tutto quello che serve, compresa la temperatura esterna e la marcia inserita. E' sempre retroilluminata, quindi anche entrando in galleria durante il giorno le informazioni rimangono perfettamente visibili. Per cambiare la lettura dei chilometri, da totale a parziale, basta premere il tasto a fianco dell'acceleratore.
Il motore mostra una regolarità quasi da maxiscooter, ma dando gas il suono dello scarico diventa più grintoso, quasi a sottolineare i 68 cavalli, che forse non impressionano se rapportati ad una tourer 1200, ma su V-Strom sono più che sufficienti per divertire a qualunque andatura. A differenza di altri bicilindrici l'effetto on/off è decisamente ridotto e quasi non avvertibile. Insomma potrebbe non far rimpiangere un quattro cilindri, e buona parte del merito va alla taratura della centralina elettronica di gestione del motore. Misura ben 7 elementi, tra cui la posizione del cambio, i giri del motore e la pressione di aspirazione per poi regolare l'iniezione del carburante al motore. Altro elemento apprezzabile per un bicilindrico, la quasi assenza di vibrazione sulle pedane.
Anche i consumi sono interessanti con percorrenze pari a 20 chilometri con un litro. Certo nei trasferimenti autostradali, a velocità da codice, questo valore scende di parecchio. Anche il cambio si mostra a punto, senza tentennamenti nei momenti di guida sportiva. Da sottolineare la comodità di vedere la marcia inserita nel display centrale, una bella funzionalità che non tutte le moto offrono.
Buono l'impianto frenante, che interviene in maniera morbida ma efficace. Anche l'equilibrio tra i due freni si mostra corretto, con quello anteriore che non 'pinza' in maniera esagerata, e quello posteriore che corregge senza accusare fenomeni di blocco. Quando gli spazi d'arresto si fanno limitati, ecco intervenire l'Abs, di serie su V-Strom, per una sicurezza in più che proprio male non fa. In evidenza anche la regolazione del precarico, gestibile su 5 posizioni con una semplice manopola sul fianco di V-Strom. In questo modo la sospensione può essere regolata in base a peso, tipo di strada, uso in coppia o bagagli.
Suzuki V-Strom sugli oltre 1.000 chilometri percorsi ha dimostrato le ragioni del suo successo, mostrando anche le qualità della ciclistica, pronta a far scendere la moto o cambiare rapidamente traiettoria. Disponibili anche numerosi accessori originali, con cui personalizzare la moto in base alle proprie esigenze, dal cavalletto centrale a diversi tipi di borse. Che si tratti di una escursione domenicale, o ancora meglio di un itinerario a più giorni, questa moto non delude le aspettative offrendo tanto comfort e divertimento.
Bruno Bianchi
Il motore mostra una regolarità quasi da maxiscooter, ma dando gas il suono dello scarico diventa più grintoso, quasi a sottolineare i 68 cavalli, che forse non impressionano se rapportati ad una tourer 1200, ma su V-Strom sono più che sufficienti per divertire a qualunque andatura. A differenza di altri bicilindrici l'effetto on/off è decisamente ridotto e quasi non avvertibile. Insomma potrebbe non far rimpiangere un quattro cilindri, e buona parte del merito va alla taratura della centralina elettronica di gestione del motore. Misura ben 7 elementi, tra cui la posizione del cambio, i giri del motore e la pressione di aspirazione per poi regolare l'iniezione del carburante al motore. Altro elemento apprezzabile per un bicilindrico, la quasi assenza di vibrazione sulle pedane.
Anche i consumi sono interessanti con percorrenze pari a 20 chilometri con un litro. Certo nei trasferimenti autostradali, a velocità da codice, questo valore scende di parecchio. Anche il cambio si mostra a punto, senza tentennamenti nei momenti di guida sportiva. Da sottolineare la comodità di vedere la marcia inserita nel display centrale, una bella funzionalità che non tutte le moto offrono.
Buono l'impianto frenante, che interviene in maniera morbida ma efficace. Anche l'equilibrio tra i due freni si mostra corretto, con quello anteriore che non 'pinza' in maniera esagerata, e quello posteriore che corregge senza accusare fenomeni di blocco. Quando gli spazi d'arresto si fanno limitati, ecco intervenire l'Abs, di serie su V-Strom, per una sicurezza in più che proprio male non fa. In evidenza anche la regolazione del precarico, gestibile su 5 posizioni con una semplice manopola sul fianco di V-Strom. In questo modo la sospensione può essere regolata in base a peso, tipo di strada, uso in coppia o bagagli.
Suzuki V-Strom sugli oltre 1.000 chilometri percorsi ha dimostrato le ragioni del suo successo, mostrando anche le qualità della ciclistica, pronta a far scendere la moto o cambiare rapidamente traiettoria. Disponibili anche numerosi accessori originali, con cui personalizzare la moto in base alle proprie esigenze, dal cavalletto centrale a diversi tipi di borse. Che si tratti di una escursione domenicale, o ancora meglio di un itinerario a più giorni, questa moto non delude le aspettative offrendo tanto comfort e divertimento.
Bruno Bianchi