Bacco è storicamente associato alla terra e ai ritmi
delle sue stagioni. Ma c’è un altro binomio importante nella storia della
viticoltura, quello che lega i migliori calici ad un mare da sogno. Vigne nobili,
forse ancora da scoprire in tutti i loro profumi, a ridosso delle spiagge
assolate e di paesaggi che lottano contro il turismo di massa. E’ il
caso, quest’ultimo, dei tesori vinicoli della Liguria dove ogni anno
l’Associazione Italiana Sommelier regionale, d’intesa con il Comune di Camogli
e con la collaborazione dell’Enoteca ligure, della Regione e di Unioncamere
organizza, nella magnifica cornice del Golfo Paradiso, nelle sale dell’Hotel
Cenobio dei Dogi, l’appuntamento con i produttori dei vini liguri, per la
presentazione e la diffusione dei loro prodotti.
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L'Hotel Cenobio Dei Dogi |
La manifestazione, grazie al crescente successo
delle scorse edizioni dovuto anche allo splendido nome scelto per lanciarla -
quel VinidAmare che gioca sul connubio sopra descritto anche nella sua grafia
-, mira a confermarsi come il “palcoscenico” più qualificato e completo della
produzione vitivinicola ligure, le cui eccellenze si sono messe in particolare
risalto nel corso del recente Vinitaly. All’interno di VinidAmare
2012, le sue rassegne e le mille iniziative già programmate, spicca la giornata
di oggi, 7 maggio, tutta vissuta all’Hotel Cenobio Dei Dogi (dimora storica
d’Italia che segna la storia della grande hotellerie di Camogli e del Golfo
Paradiso) dove ha luogo la seconda edizione regionale del concorso che premierà
il migliore tra i Sommelier liguri, candidandolo a rappresentare la
Liguria alle finali nazionali.

Anche così VinidAmare si conferma come vetrina di
eccellenza della produzione vitivinicola locale, con la peculiarità di riunire
il panorama completo dei produttori regionali grazie anche agli sforzi messi in
campo dal fondatore della rassegna, Pierfranco Schiaffino, delegato regionale
agli eventi dell’Ais, e dall’assessore al Turismo di Camogli, Elisabetta
Caviglia. Durante una recente conferenza stampa è stato rilevato come la
produzione enologica in Liguria sia aumentata in termini quantitativi, di
impiego, ma soprattutto in qualità. I prodotti migliori restano il frutto del
lavoro di piccole aziende, che hanno saputo porsi ai massimi livelli nazionali e
dunque mondiali. Un forte interesse per queste produzioni di nicchia arriva dal
mercato cinese come è stato confermato da una visita in Regione di una
delegazione di compratori di Pechino, disponibili ad avviare un’interessante rapporto
commerciale con la terra ligure. Dalle riviere di Ponente e Levante ai
consumatori di vino del prossimo futuro.
Daniele Vaninetti