Si avvicina l’appuntamento 2012 con il Festival pianistico
di Lucerna (19-25 novembre), una delle rassegne più complete e innovative nel
panorama internazionale della musica da camera e solistica. Le note di Bach,
Beethoven, Liszt, Musorgskij, ma anche le ultime sonate per pianoforte di Franz
Schubert, che il grande Alfred Brendel esplorerà in una lezione prima che il
britannico Paul Lewis (entrambi ripresi nella foto di apertura) le esegua nel suo recital, risuoneranno sul lago dei
Quattro Cantoni. La formula rimane quella delle ultimissime edizioni:
appuntamenti prestigiosi nella grande sala del KKL disegnato da Jean Nouvel e,
non solo a contorno, approfondimenti e «stages» in molti altri spazi meno
formali per un concerto di musica colta: bar e hotel, ad esempio, con
sconfinamenti nel jazz e nella musica contemporanea sino a due appuntamenti
collaterali anche a Zurigo.
I motivi d’interesse dell’edizione 2012 sono molti: Leon
Fleisher ritornerà a Lucerna dopo il suo applauditissimo concerto del 2008; la
musica di Mozart e di Ravel sarà il filo conduttore dei concerti diretti da
Bernard Haitink a capo della Chamber Orchestra of Europe con solista il sempre
più ricercato Jean-Yves Thibaudet; poi sarà la volta dell’emergenete e giovane
georgiana Nino Gvetadze, protagonista della tastiera «sotto» la bacchetta di
Daniil Trifonov. L’apertura della settimana pianistica sponsorizzata
dalla Banca Julius Bär sarà tutta dedicata ad un recital a due delle sorelle
Katia e Marielle Labèque, splendido esempio di un sodalizio umano e musicale
che ha pochi confronti al mondo, E la grande serata di chiusura sarà tutta
riservata ad András Schiff che eseguirà sette sonate di Ludwig van Beethoven,
al settimo e ultimo giorno di una settimana dedicata completamente alla musica
per pianoforte.
Da Lucerna, giustamente, fanno notare che se veramente
esiste una lingua materna musicale, per Katia e Marielle Labèque questa è
incarcata dall’opera di Maurice Ravel. "Ravel è nato a pochi chilometri da
noi", racconta Katia, la sorella più grande. Quello che le collega a Ravel
è anche la passione per il jazz e la musica americana e così nel concerto del
19 novembre si ascolteranno "Four Movements for Two Pianos" di Philip
Glass, "Ma Mère l'Oye" di Maurice Ravel e "Three Preludes"
e "Rhapsody in Blue" di George Gershwin. Nelle sue due esibizioni
Fleisher, invece, eseguirà le composizioni per la mano sinistra di Bach e il
concerto per pianoforte KV 414
in la maggiore di Mozart. Ma il protagonista assoluto
resta lui, Alfred Brendel, che nel 2008 ha terminato la sua carriera durata
sessant'anni senza, però, ritirarsi dal mondo della musica. Di tanto in tanto
le sue dita scorrono brevemente sui tasti: come il 23 novembre, quando Brendel
presenterà le tre ultime sonate per pianoforte di Schubert in una lezione con
esempi musicali.
Bernard Haitink |
Con Brendel e Schiff siamo nel gotha del pianismo mondiale
del Novecento e dei giorni nostri. Pochissimi altri interpreti hanno saputo
attraversare repertori e stili lasciando un solco così profondo nell’esecuzione
dei maestri della partitura, a cominciare da Bach. Sentirli è sempre un
sobbalzare dell’anima e del cuore. Appuntamenti da non perdere così come bene
fa Lucerna a chiamare a sé, ogni anno, i giovani emergenti del panismo globale
aprendo nuovi fronti d’interesse e di stimolo ad un ricambio generazionale che,
caso più unico che raro, non dimentica mai il passato. I grandi “vecchi” del
pianoforte (come Michelangeli, Arrau, Schnabel per fare solo alcuni nomi) non
“muoiono” mai. Le loro incisioni rstano nel tempo. Un tempo felicemente
infinito dove i giovani raccolgono il testimone.
Daniele Vaninetti