La casa di Saint-Imier ha festeggiato nel corso del 2012 il
180° anniversario della fondazione. Per celebrare l'evento sono stati
proposti al mercato vari modelli, con implementazioni tecniche e stilistiche di
sempre maggiore importanza.
Certamente affascinante è il Telemeter Chronograph, che
rievoca un modello Longines del 1933, quindi di chiara ispirazione vintage.
L'ampia scelta di mercato offre al giorno d'oggi orologi innovativi per
materiali, complicazioni e design, ma sono sempre di più gli appassionati che
dimostrano di apprezzare modelli maggiormente datati oppure, come in questo
caso, riedizioni aggiornate di classici storici.
Fin dal primo sguardo si capisce che il Telemeter è un
segnatempo tecnico: il quadrante, con tutte le indicazioni che ingloba, enuncia
subito una caratteristica di calcolo predominante. Sul quadrante bianco laccato
lucido, i colori dominanti, nero e rosso, segnano un distacco fra le funzioni,
il primo dedicato al crono, il secondo al telemetro, indicato dalla
caratteristica chiocciolina centrale.
La scala telemetrica, utilizzata per la misurazione del
suono, ha sostanzialmente il medesimo utilizzo di un'indicazione del
cronografo: la lancetta centrale, avviata all'inizio e bloccata alla fine
dell'evento indica, sulla curva della chiocciola, la distanza del fenomeno.
Viene ad esempio attivata appena si nota la luce di un lampo e bloccata quando
se ne inizia ad unire il suono, indicandoci a che distanza ci si trova dal
fenomeno atmosferico.
I tre contatori posti al 3, 6 e 9 indicano rispettivamente i
30 minuti continui, le 12 ore continue e i piccoli secondi. Finestrella del
giorno posta fra il 4 ed il 5 (regolata da apposito pulsantino sul lato
sinistro della cassa) e numeri arabi completano il quadrante, impreziosito
dalle lancette di ore e minuti azzurrate ed in classico stile Breguet, così
gradito dagli appassionati perché dotate di grande charme e personalità. La
lancetta centrale dei secondi, anch'essa azzurrata, è di forma a bastone, con punta e contrappeso a pera.
Il Telemeter è stato dotato di una cassa in acciaio da
Al polso: la grandezza della cassa, lucidata a specchio, è
ben calibrata, forse leggermente di spessore troppo elevato per essere portato
con una giacca e sotto al polsino chiuso di una camicia, ma d'altronde questo
segnatempo non è certo un orologio da ufficio. Le anse, generose, sono ben
arcuate, per aumentare il comfort, con spigoli leggermente troppo vivi. Il peso
è corretto, non eccessivo, e le funzioni del quadrante ben leggibili,
soprattutto grazie alla diversità dei colori. Il fondello mostra l'intero
meccanismo ed una massa oscillante che ruota con grande facilità, producendo
carica praticamente col più piccolo movimento.
Stefano Carazzali