'Sapeur', in cattedra l’idrosommelier


Si chiamano idrosommelier, contano sempre di più nei ristoranti dell’alta cucina e attorno a loro ruota un mondo ricco di iniziative, degustazioni e novità con l’occhio attento e mirato su di loro dei migliori produttori. Ma prima di tutto viene il rito, come per la carta dei vini: il giusto abbinamento con i cibi, l’opportuno bicchiere o calice in cui l’acqua minerale va servita, lo studio delle proprietà organolettiche della diretta concorrente - ma anche alleata - di tanti rossi e bianchi nazionali e stranieri.

Tra le avanguardie oramai conosciute e apprezzate di questa "nuova" arte c’è l’Adam (Associazione degustatori acque minerali) che nelle giornate di sabato 26 e gennaio 2013, all’interno della fiera Sapeur di Forli, presenterà e animerà il corso per idrosommelier finalizzato proprio all’abbinamento cibo-acqua naturale a tavola.


Il primo livello dello stage (sabato 26) parte dalla conoscenza dell’acqua e dalla classificazione delle sue varie tipologie in relazione ai principi alimentari e salutistici che la contraddistinguono. Spazio anche a come leggere le etichette delle acque minerali. Il giorno dopo, domenica 27, si svolgerà, invece, il corso di secondo livello dove verrà dato ampio spazio ai principi dell’analisi sensoriale e all’introduzione alla degustazione delle acque minerali con tanto di verifiche e approfondimento «sul campo».

L'Adam nasce ufficialmente a Bologna il 17 Gennaio 2002, fondata da cultori della buona cucina supportati da uno staff di medici, nutrizionisti, geologi, chimici, tutti profondi conoscitori delle problematiche idriche, soprattutto di quelle relative alle acque minerali. Scopo dell'Adam è favorire la conoscenza e la valorizzazione delle acque minerali quale parte integrante della nostra alimentazione, lo sviluppo degli aspetti scientifici, alimentari e nutrizionali correlati a questo "elemento-alimento", la ricerca in ambito sensoriale finalizzata al giusto abbinamento acqua-cibo, fornendo a cuochi e consumatori una corretta informazione sulle varie acque impiegate a tavola.


Il progetto e l'idea dell'abbinamento acqua-cibo nascono dall’esperienza dei maîtres d'hotel della Romagna che da almeno vent'anni si occupano da vicino di enogastronomia, anticipando tematiche diventate poi attualissime e di moda come le campagne per la salvaguardia
dei prodotti tipici e biologici: il formaggio di fossa, l'olio, l'aceto balsamico, il pane, ecc. Nel 1997 questi "precursori" hanno iniziato a studiare le acque minerali sempre nell’ambito del "buon servizio" che deve essere ala base di qualsiasi servizio in sala. Insomma la cura del particolare e la scuola dell’ospitalità restano sempre il segreto del successo del servizio indipendentemente dal fatto che vengano degustate bollicine con alcol o senza.

E così la Carta delle Acque acquisisce nobiltà alla pari di quella dei vini. Certo, l'acqua destinata all'alimentazione è ancora oggi una grande sconosciuta. Quando si ha sete si beve solitamente acqua - si fa notare a Forlì - assicurandosi unicamente che sia potabile. Al ristorante si chiede acqua minerale, ma l’unica distinzione che viene fatta è quella fra "gassata" e "naturale" (piatta). "Bisogna però sapere - dicono all’Adam - che non esiste un'acqua uguale ad un'altra e che ognuna possiede proprietà e indicazioni ben precise in grado di rispondere, tra l’altro, alle personali esigenze di ciascun consumatore. Il nostro palato poi è in grado di percepire chiaramente il diverso sapore fra un prodotto e l’altro: questo dipende dalla diversa mineralizzazione dell'acqua, da suo ph e dalla percentuale di anidride carbonica disciolta. Da tutto questo lavoro dell'Adam è nata la Carte delle Acque che da quest'anno comparirà nei ristoranti italiani accanto a quella dei vini. Non si tratta di un banale elenco di etichette, bensì di uno strumento in grado di fornire un giusto abbinamento delle varie etichette con le varie portate".
La carta comprenderà una selezione ristretta ma rappresentativa di tutte le categorie di acque minerali e costituirà un mezzo per valorizzare l'acqua minerale quale elemento di pregio della nostra ristorazione. A tavola non ci sarà più l'acqua ma arriveranno le acque ed anche l’ospite di una tavola d’eccellenza o di un hotel di pregio forse imparerà a scegliere l'acqua più adatta ad ogni occasione. Così insegnano quei maestri italiani e d’Oltralpe che già curano anche questo aspetto, affascinante quanto lo scrigno delle cantine, quando preparano i loro menu sempre più legati alla cucina del territorio (e cosa esiste di più vicino a noi dell’acqua?).

Daniele Vaninetti