Il Menuhin Festival Gstaad (17 luglio-6 settembre) giunge alla sua cinquantottesima edizione. Concerto d'apertura del pianista Christian Zacharias alle prese con il meglio delle partiture per tastiera di Mozart e Schubert. Serata di chiusura con Daniel Harding, l'ex pupillo di Claudio Abbado, che qui sarà alla testa dell'Orchestra Filarmonica della Scala di Milano nell'esecuzione di brani di Verdi, Strauss (soprano Christine Schafer) e Tchaikovski. In mezzo un'estate intera di "Music in motion", il tema scelto per l'edizione 2014.
Yehudi Menuhin |
Dunque, due interpreti di chiara fama sono chiamati a firmare, sin dall'inizio e al suo atto finale, una delle rassegne estive più ricche e diversificate dell'offerta musicale svizzera che, già, è tra le più importanti d'Europa. Non è un caso. L'eredità consegnata a Gstaad da Yehudi Menuhin, il grande violinista statunitense che stupiva il mondo intero suonando i suoi preziosi Guarneri del Gesù e Stradivari, si fa sentire, eccome. E da anni Gstaad-Saanenland, nell'Oberland Bernese, sceglie di non dimenticare il "fondatore" di questa splendida realtà che oramai ha sessant'anni di vita. Lo fa anche nelle prossime settimane: 50 concerti sparsi in più sedi, persino e per la prima volta, in notturna, nell'hangar dell'aerodromo di Saanen (con la violinista di origini moldave Patricia Kopatchinskaja) o quota "Glacier 3.000".
Nell'elegante e tranquilla Gstaad arriveranno, uno dopo l'altro secondo ben progetti mirati e divisi in sezioni a tema, i grandi nomi della musica da camera, sinfonica e solistica di oggi, con contaminazioni e aperture agli altri stili e ad altri generi della storia delle sette note. Il tutto tra tradizione e innovazione. Dopo lo studio sull'"Acqua" (edizione 2013), il direttore del Festival, Christoph Muller, ha elaborato un programma che prende le mosse dalla convinzione che il movimento e la danza possono essere considerati come i partner ideali e originari della musica. E molte saranno le occasioni per approfondire questa "sinergia", sempre più attuale e densa di stimoli culturali e di interessi artistici.
Christian Zacharias (Photo by Klaus Rudolph) |
Nel weekend d'ouverture, dal 17 al 20 luglio, Christian Zacharias, Simone Kermes e Vesselina Kasarova, con Bobby McFerrin e Daniele Schnyder, saranno i protagonisti del "Tributo a George Gruntz“. Da seguire anche il lavoro di Neeme Jarvi con la Gstaad Academy, una ricerca sul campo completata da un "Composer work shop" con Dieter Ammann et Isabel Mundry. L'Academy è, insieme, fucina e laboratorio per nuovi talenti e al suo interno ha più diramazioni che spaziano dalla musica barocca a quella contemporanea e vocale. Musica d'insieme, cameristica o per strumenti soli. Una "scuola" d'arte e di vita.
Sino al 6 settembre, il Menuhin Festival Gstaad ospiterà, tra gli altri interpreti, Gidon Kremer, Khatia Buniatishvili, Sol Gabetta, Alexander Romanovski, Il Giardino Armonico di Giovanni Antonini, Klaus Maria Brandauer, la Camerata Salzburg. Molto atteso l'appuntamento con Antonio Pappano alla direzione della London Symphony Orchestra che nella seconda serata (23 agosto) della sua "performance" non potrà che fare scintille accompagnando la violinista Janine Jansen nel Primo concerto di Béla Bartok. Il grande compositore ungherese dedicò proprio a Menuhin la sua Sonata per violino solo e in questo gioco di rimandi e sovrapposizioni storiche sta parte del segreto del successo del Festival.
Daniel Hardind |
Quasi sembra che la versatilità che contraddistingueva le scelte esecutive e interpretative del violinista americano, stabilitosi in terra svizzera nel 1957, trovi la sua ideale, e migliore, corrispondenza nella stessa poliedricità della rassegna che ancora oggi, più di cinquant'anni dopo, porta il suo nome. Menuhin non fu solo uno dei maggiori violinisti del suo tempo ma si dedicò anche alla direzione d'orchestra e divenne un ottimo didatta. Tutte cose che si possono cogliere ed apprezzare ancora adesso seguendo le settimane di un Festival immerso in un paradiso naturale dei cui paesaggi il virtuoso musicista appena arrivato dagli Usa si innamorò subito. L'incontro di allora tra la grande musica e il desiderio dì inventare un turismo di qualità anche in queste vallate ha la stessa intensità dell'abbraccio odierno tra il Festival e il suo pubblico. Gstaad conserva sapientemente questo tesoro. Qui dove si fa "musica insieme" nobilitando il passato ma sempre proiettati sul futuro.
Daniele Vaninetti