Gerard Byrne alla Lisson Gallery. Milano

©Gerard Byrne; courtesy Lisson Gallery
Nei giorni della presunta morte del cartaceo, non si sa bene ancora a vantaggio di chi, sarebbe un peccato perdere la serie di stampe fotografiche time-shifting (live in differita) che costituiscono la sezione più intrigante della mostra di Gerard Byrne alla Lisson Gallery di Milano (18 settembre-7 novembre 2014). Queste opere del fotografo e maestro “multimediale” irlandese riproducono edicole con periodici e quotidiani pubblicati diversi anni prima e davvero rappresentano il cuore di un corpus di lavori inediti sposti per la prima mostra personale di Byrne negli importanti spazi della Lisson.

©Gerard Byrne; courtesy Lisson Gallery
L’artista, che ha rappresentato l’Irlanda in occasione della cinquantaduesima edizione della Biennale di Venezia, ha ritratto negli ultimi cinque anni una serie di chioschi di giornali simili a qualsiasi altro chiosco si possa incontrare per i centri cittadini o nei distretti commerciali di tutto il mondo. Le edicole conservano come “congelato” il contesto sociale, politico e culturale dell’epoca e del luogo di pubblicazione e probabilmente ne rivelano gli aspetti più salienti o più semplicemente quotidiani: copertine dedicate ad automobili, celebrità, musicisti, personaggi sportivi che erano popolari in quel determinato periodo. Catalogate sotto il titolo “Newsstand”, le stampe fotografiche di Byrne sono esemplari unici, impressi in bianco e nero da un solo negativo anche se scattate a Città del Messico, Parigi o Bruxelles e - in particolare per questa mostra - a Milano. Ognuna di esse porta un titolo dal carattere progressivo che riflette il preciso istante nel quale è stata realizzata: “Ten Months, three weeks and one day ago”, per esempio. Ma attenzione ad un altro valore di questo progetto, tutto culturale e sociale. Le edicole stanno scomparendo sotto i colpi della crisi dell’editoria. Documentarne la storia, ad ogni latitudine del Pianeta, è un atto meritorio, una lezione di coraggio civile. 

Il percorso espositivo della mostra continua al piano inferiore con un nuovo video che approfondisce ulteriormente le riflessioni intraprese dall’artista sull’opera teatrale di Samuel Beckett, “En Attendant Godot (Waiting for Godot)”, già soggetto di una serie di sculture e fotografie basate sugli aspetti minimali del testo dal punto di vista scenografico e registico. Il nuovo film di Byrne, “Voice”, documenta le prove teatrali dell’opera nell’originale versione francese, introducendo nella trama una voce fuori campo. Il narratore è un bambino che tenta faticosamente di decifrare la storia, mentre il pubblico, a sua volta, è invitato a ricostruire i vari punti di vista – quello del bambino, quello proposto dalla traduzione filmica dell’interpretazione teatrale e il proprio – per comprendere pienamente la materia oggetto dell’opera di Byrne. “Voice” non si pone come obiettivo l’applicazione di una critica al testo, piuttosto mira a costruire uno spazio speculativo e generativo nel quale i confini tra maturità, infanzia, personificazione e traslazione si trovano temporaneamente sospesi.

Infine, verrà presentato un nuovo gruppo di sculture, le cui fonti ispiratrici vanno dalle prime prove scultoree di Robert Smithson, le opere di Donald Judd e i progetti di tavoli del designer Paul Kjaertholm. Il complesso ha come finalità quella di dare spazio a un “agglomerate” di immagini composte secondo lo spirito del collage e agisce come una capsula del tempo che protegge i diversi progetti, pensieri e linee di ricerca dell’artista. In sostanza, dentro questo percorso, la mostra si propone come una panoramica degli interessi e delle pratiche che caratterizzano attualmente l’opera di Byrne, presentando lavori che mettono in discussione le coordinate storico-temporali attraverso i riferimenti al teatro tradizionale (Beckett) e alle realtà quotidiane dei “Newsstand”, riletti come fossero una serie di flash-back (le fotografie) o una lirica associazione di immagini conservate in una teca.

Nato a Dublino (dove vive e lavora) 45 anni fa, Byrne ha esposto e espone in tutto il mondo: Venezia, Londra, Lisbona, Vienna, Copenhagen, Chicago, Francoforte, New York, Gwangiu, Sidney, Istanbul. Lisson Gallery è una delle gallerie d’arte contemporanea più influenti e longeve al mondo. Sin dalla fondazione nel 1967 a opera di Nicholas Logsdail, ha sostenuto le carriere di artisti che hanno trasformato la maniera di produrre e presentare l’arte. La galleria prosegue il suo sostegno e la divulgazione dell’eredità storica di questi artisti, ma offre anche il suo supporto alle pratiche in continua evoluzione proprie degli artisti già affermati, così come l’ampio potenziale che i nuovi talenti emergenti rappresentano. Con due spazi espositivi a Londra, una galleria a Milano e la imminente apertura di una quarta sede a New York, Lisson Gallery estende ulteriormente il suo impegno nell’elaborazione di innovazioni curatoriali attraverso Lisson Presents, un programma di iniziative temporanee che superano la dimensione prettamente galleristica , esibendo le opere dei propri artisti in collaborazione con partners di tutto il mondo.
                                                                                                                              
                                                                                                                                                                                                                                    A cura di Elena Vaninetti


Gerard Byrne
Lisson Gallery
18 settembre - 7 novembre 2014
Via Zenale 3, 20123 Milano
Orari di apertura: Lu- Ve: 10.00 -18.00 (chiuso dalle 13.00 alle 15.00).
Sabato su appuntamento
T: +39 02 8905 0608