Ravenna Festival 2016 ricorda Nelson Mandela (1918-2013) e il suo "camminare sulla lunga strada per la libertà". Stigma e icona del Novecento, il Premio Nobel per la Pace 1993 sarà al centro di alcuni degli incontri più significativi e autentici di una rassegna che con la sua coda autunnale dà ampio spazio, com’è nella sua tradizione, a proposte e generi diversi ma dove le contaminazioni artistiche contano moltissimo.
Nelson Mandela nell'illustrazione di Gianluca Costantini
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Musica colta e contemporanea, danza, conferenze ed eventi letterari e poetici si alterneranno, per la parte estiva, sino al 13 luglio. Riccardo Muti e la "sua" Orchestra Giovanile Luigi Cherubini restano in primissimo piano. La sezione principale, quella dedicata al protagonista di tante battaglie per sognare e far nascere un'Africa senza steccati razziali e ingiustizie sociali, presenterà in prima italiana lo spettacolo "Mandela Trilogy" (A musical tribute to the life of Nelson Mandela) scritto e diretto da Michael Williams e prodotto dalla Cape Town Opera su musiche di Mike Campbell e Peter Louis van Dijk.
Tre diversi interpreti "inscenano" le fasi salienti della biografia del grande politico sudafricano ma l’ambizioso lavoro si ricollega anche alla gloriosa tradizione del musical, genere che ha goduto di grande favore tra le masse nere, intrecciandosi con l’opera, il jazz, la musica classica e quella tradizionale. All’Orchestra Cherubini e alla Cape Town Opera Voice of The Nation Choir il compito di “accompagnare” la performance nelle serate tra il 9 e il 12 giugno.
Ampio spazio nel musical ha il giovane Nelson, che nella Harlem sudafricana di Sophiatown ama ballare e ascoltare mbaqanga, kwela e jazz. Il tutto in uno spettacolo che rappresenta l'ex presidente sudafricano anche nella sua duplicità (per usare una sua autodefinizione) di “santo e peccatore”. Il gruppo strumentale e vocale di Hugh Masekela sarà, invece, il protagonista della serata del 23 giugno. Il trombettista, filicornista e vocalist che lo guida è l’emblema - con il pianista Abdullah Ibrahim - del “rapporto di massa precocemente stretto dal Sudafrica con il jazz”. Nato nel 1939 a Witbank, vicino a Johannesburg, Masekela negli anni Sessanta si afferma negli Usa ma con la fine dell’apartheid sceglie di rientrare in patria.
Il 20 sarà la volta della MinAfric Orchestra che ritorna a presentare il suo "For Mandela", questa volta ospitando la batteria di Louis Moholo-Moholo, il pianoforte di Keith Tippet e la voce di Julie Tippets come special guest. Musica epica intrisa di passione civile. La diaspora sudafricana trova qui una delle sue migliori espressioni anche nell’incontro con il jazz inglese.
Riccardo Muti |
Ravenna Festival, nelle altre sezioni, dedica una serie di omaggi a musicisti e personaggi di rilievo assoluto: Luigi Nono, Morton Feldman, Olindo Guerrini, Edith Piaf e Jean Cocteau. E arrivano alcuni grandi nomi del sinfonismo contemporaneo e non solo: il recital della pianista giapponese Mitsuko Uchida, Ivan Fischer sul podio della Budapest Festival Orchestra (10 giugno), il violoncellista e compositore Giovanni Sollima che per una settimana darà vita a una serie di collaborazioni ed esecuzioni con, tra gli altri, Mario Brunello e i Violoncellisti della Scala (12-15 giugno), la Mahler Chamber Orchestra diretta da Daniel Harding (alla tromba Hakan Hardenberger, 19 giugno), l'Hamburg Philarmonic di Kent Nagano (11 luglio) e la celebre folksinger Joan Baez (13 luglio) che ha fatto la storia della canzone di protesta.
Il tema del Festival resta sullo sfondo di tutti i suoi eventi. Per gli organizzatori l'eredità lasciataci da Nelson Mandela "dovrebbe impegnarci a salvaguardare un bene così prezioso, irrinunciabile: la libertà, appunto. Quella stessa libertà che l'arte può trasmettere, perché l'arte è tale solo se può esprimersi liberamente".
Daniele Vaninetti
(Photo by John Snelling)