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La "flotta" Renault a Venezia in una foto d'archivio |
"Renault et le cinéma:
c’est une histoire d’amour qui dure depuis maintenant plus de 100 ans. Un
siècle de vedettes et de véhicules stars, mais surtout un siècle de belles
histoires écrites par les plus grands noms du Septième art et la marque au Losange". Doverosa premessa in francese a rimarcare ancora di più come il rapporto, sempre intenso, tra il costruttore transalpino e la saga della celluloide sia di quelli speciali. Un legame che ora si rinnova con la Settantatreesima Mostra
Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia (31 agosto - 10 settembre 2016). L'appuntamento mondiale dove ricerca e impegno affiancano da sempre glamour e jet set.
C'è chi, giustamente,
ricorda una data storica: il 13 febbraio 1895 i fratelli Lumière depositano il
brevetto del primo apparecchio "per la visione di opere
cronofotografiche". Nasce il cinema. Solo quattro anni più tardi Louis
Renault compare in un film al volante della piccola vettura Type A. Louis è uno
di primi industriali a intuire che la Settima Arte è un volano fondamentale per
diffondere l'immagine dell'industria delle quattroruote. Da allora, per tutto il Novecento e ancora oggi, Renault è rimasta fedele a questo "gemellaggio" artistico tra la cinematografia mondiale e le sue vetture che, per la loro mission ma non solo, ritmano, da coprotagoniste, lo svolgimento dei più grandi festival europei.
Cannes, Venezia, Alpe
d'Huez, Cabourg, Grand Lyon, San Sébastian, Valladolid, Marrakech, Londra e molti altri appuntamenti portano la "firma" di questo partner storico. Ma le auto Renault sono
state le protagoniste indiscusse anche di molte pellicole, "in prima
persona". Una rutilante Vivastella, ad esempio, rompe la quiete di un villaggio
francese in "Giorno di festa" (1949), il capolavoro di e con il
grande Jacques Tati che si ripete in un altro film culto, "Monsieur
Hulot", questa volta con una Renault 4L arricchita di numerosi gadgets e
personalizzazioni quasi mirabolanti. E le vetture della casa della Losanga sfrecciano in buona
parte del cinema d'autore, a cominciare da "E Dio creò la donna" di
Roger Vadim (Renault 4) del 1956, solo per fare un esempio noto ai cinefili.
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Woody Allen a Cannes scende da una vettura Renault |
Ma adesso tutti sulla Laguna. Partner della Mostra del Cinema di Venezia da tre
anni, Renault coglierà l'occasione della sua parata di ammiraglie per attrarre
l’attenzione su Talisman. "Nel 2014, abbiamo deciso di associare Renault alla
Mostra che accoglie ogni anno, dal 1932, i maggiori attori, registi e
produttori del mondo", ricorda Claude Hugot, direttore Relazioni pubbliche
dell’Alleanza Renault-Nissan. Complessivamente saranno all'opera 33
Talisman e sette Espace. Accompagneranno le star ed i responsabili di questa
73° edizione della rassegna diretta da Alberto Barbera. Una Nuova Scénic sarà
presentata, a sua volta, sulle rive del Canal Grande.
Come detto, la storia di Renault è legata a quella del cinema fin agli esordi
di quest’arte in Francia, nel 1895. A quell’epoca, le fabbriche sorgevano
accanto ai primi studi cinematografici, a Billancourt. Da allora, il
costruttore transalpino accompagna assiduamente l'evoluzione del cinema, le suo nuove rotte, le sue nuove proposte. Ma ci sono anche iniziative molto pratiche e utili e così il Gruppo francese mette stabilmente a disposizione di 200 produzioni televisive e cinematografiche una flotta
dedicata di 40 suoi veicoli.
Da ricordare, infine, che Renault è presente da 27 anni a Cannes con oltre 140 courtesy car per le esigenze organizzative della kermesse sulla Costa
Azzurra. Partner storico della "Croisette", la casa
automobilistica è, poi, direttamente impegnata nelle produzioni per il grande e
piccolo schermo tramite una politica attiva di partnership e product placement
(150 film e cortometraggi nel 2009). Dagli albori della pellicola alle
tecnologie multimediali più avanzate quello di Renault è sempre stato un
doppio viaggio: sulle strade "normali" con le sue vetture e sulle
strade del sogno proiettato sul "telone" delle sale cinematografiche di mille
festival e di mille città.
Daniele Vaninetti