La terrazza del Ristorante Aroma con vista sul Colosseo (foto Rosalia Filippetti) |
Ristorante Aroma di Palazzo Manfredi: il meglio del mondo Relais & Chateaux incastonato nelle grandi bellezze della Città Eterna. E’ proprio su una delle terrazze più esclusive della Capitale, con lo sfondo impareggiabile del Colosseo, tra addobbi sfavillanti, giochi di luce e candele, vischio e musica di sottofondo, che si festeggia in grande stile l’arrivo del Natale e del nuovo anno.
L’atmosfera magica della “grand table” di Palazzo Manfredi,
recentemente rinnovato all’insegna di un lusso moderno e ricercato, e le
proposte culinarie dello chef Giuseppe Di Iorio (1 Stella Michelin)
accompagneranno gli ospiti in un percorso gourmet dentro uno scenario unico,
quasi irripetibile. Siamo in un elegante rifugio a 5 stelle lusso nel
centro di quella che un tempo fu la Roma Imperiale. Questo bel palazzo del XVII
secolo offre delle viste straordinarie sul Colosseo, i Fori Imperiali e la
Domus Aurea oltre a un’accoglienza sontuosa.
Costruito sulle rovine del Ludus Magnus,
la palestra dei gladiatori romani, è stato in passato il padiglione di caccia
dei giardini Guidi. È arredato con opere d’arte di diverse epoche: quadri del Cinquecento
alternati a lavori contemporanei. L’hotel, affiliato alla celebre associazione
presieduta da Philippe Gombert, offre un ritiro intimo e può vantare una carta
sempre più vincente: un pranzo o una cena sul terrazzo del ristorante Aroma,
dove i piaceri della tavola competono felicemente con la vista sulla Roma
antica. L’art de vivre in una dimora d'eccezione. Per la notte di San Silvestro Di Iorio ha ideato un menù per palati raffinati,
con ingredienti selezionati personalmente e ricette innovative giocate su
accostamenti insoliti.
Accanto a specialità di mare preparate secondo la migliore tradizione mediterranea - insalatina di pesce marinata con caviale, seguita da tempura di mazzancolle, filetti di sogliola con verdurine e salsa di dragoncello, pappardelle allo zafferano e broccoli e pezzogna in guazzetto di acqua e pomodoro - ecco la proposta di squisite portate a base di carne, come i tortelli di stinco e taleggio, il filetto di bue in crosta di pane e la scaloppa di foie gras accompagnata da topinambur. E per concludere il cenone in dolcezza non può mancare un invitante croccante al cioccolato e noci pecam con spuma di Champagne e fragoline di bosco da gustare mentre si brinda all’arrivo del 2017 con uno degli oltre 400 vini in carta, accuratamente selezionati dal sommelier.
Lo chef stellato Giuseppe Di Iorio |
Accanto a specialità di mare preparate secondo la migliore tradizione mediterranea - insalatina di pesce marinata con caviale, seguita da tempura di mazzancolle, filetti di sogliola con verdurine e salsa di dragoncello, pappardelle allo zafferano e broccoli e pezzogna in guazzetto di acqua e pomodoro - ecco la proposta di squisite portate a base di carne, come i tortelli di stinco e taleggio, il filetto di bue in crosta di pane e la scaloppa di foie gras accompagnata da topinambur. E per concludere il cenone in dolcezza non può mancare un invitante croccante al cioccolato e noci pecam con spuma di Champagne e fragoline di bosco da gustare mentre si brinda all’arrivo del 2017 con uno degli oltre 400 vini in carta, accuratamente selezionati dal sommelier.
E per chi vuole concedersi una cena "stellare" anche alla Vigilia di Natale, lo chef ha preparato una selezione dei suoi migliori piatti in cui è protagonista il pesce: si inizia con le immancabili ostriche della Normandia per proseguire con il branzino con menta e carciofi, il baccalà con zucca e uva spina, le chitarrine con zucchine e gamberetti e la zuppetta di pesce e crostacei. Un viaggio di profumi e sapori di mare. E per finire un grande classico natalizio, il panettone guarnito con crema chantilly, agrumi canditi e aria al mandarino. Il ristorante è accessibile anche in inverno grazie a una copertura in vetro. Di Iorio continua a proporre una cucina basata sulla combinazione di sapori mediterranei con quelli della tradizionale cucina romana.
a cura di Daniele Vaninetti