Carlo Zini, maestro del bijou italiano. Casalmaggiore


Nell’ambito della rassegna “Grandi Bigiottieri Italiani”, ideata dalla storica e critica del gioiello Bianca Cappello, il Museo del Bijou di Casalmaggiore presenta dal 25 marzo, giorno dell’inaugurazione, al 4 giugno 2017, quando si chiuderà, la mostra monografica dedicata a Carlo Zini, nome e marchio storico tra i più noti e innovativi nel panorama di quest’arte sin dagli anni Settanta. La mostra “Grandi Bigiottieri italiani-Carlo Zini” è un omaggio al maestro milanese ed è curata proprio da Bianca Capello. 
Divertendosi a creare bijoux già da bambino, Zini ha costruito con il tempo un marchio amato e seguito dalle donne più belle e importanti del jet-set internazionale. Le sue creazioni sono state pubblicate, dall'ultimo ventennio del Novecento sino ad oggi, sulle principali testate di moda che ne hanno evidenziato una sempre, nuova, capacità espressiva, una grande abilità tecnica e una creatività tipiche del Made in Italy di qualità. 
Carlo Zini: Collier. !989
“Sono un uomo che ha avuto la fortuna di fare quello che sognava di fare. Macché stilista: guardate le mie mani, sono quelle di un semplice artigiano!”, afferma Zini che nasce nel 1950 a Milano in una casa di ringhiera. 
A tredici anni scopre e impara i rudimenti del bigiottiere nel laboratorio del padre e a sedici entra come modellista da Diana Monili, storica azienda milanese, dove inizia un fondamentale periodo di sviluppo e formazione anche grazie all’incontro con Cathy Berberian, cantante e moglie del compositore Luciano Berio. Cathy intuisce le potenzialità di Carlo e lo incoraggia mettendogli a disposizione libri di arte e di oreficeria, dandogli la possibilità di studiare la sua collezione di gioielli di scena e commissionandogli una serie di alcuni importanti lavori. Anche quando è costretto ad abbandonare questo lavoro per alcuni anni, a causa delle vicissitudini della vita, Zini non abbandona il suo sogno di “creare bellezza” e continua a studiare, ricercare e montare in nuove forme i vecchi bijoux rotti trovati nei mercatini del vintage e dell’antiquariato. Amore per l'artigianalità pura.

Ancora l’artista: “In tanti anni di lavoro c’è stata tanta ricerca sui pezzi di bigiotteria ben realizzati ma rovinati dall’usura del tempo o senza pietre o mancanti di qualche elemento. Quando li ho raccolti l’ho fatto per diverse ragioni: prima di tutto quella di recuperare idee di altri che, non firmando i propri pezzi, sarebbero stati dimenticati nell’anonimato. Ma c’è dell’altro: aggiustando questi pezzi - smontandoli e riproponendoli con assemblaggi differenti e mutati - il prodotto sarebbe stato più completo”. Quando può cominciare di nuovo, a pieno ritmo, a dedicarsi ai suoi gioielli di fantasia, Zini inizia una collaborazione con “La Guta”, ditta di bijoux che gli permetterà di fare altri progressi nello sviluppo della sua professionalità.
Carlo Zini: Collier e spilla (Photo by Francesco di Bona)
Finalmente nel 1976 l’artista apre un laboratorio nella sua Milano, proprio in Ripa di Porta Ticinese e il successo che ottiene lo porta a creare il marchio Carlo Zini e ad ampliarsi e strutturarsi sempre di più. L’apprezzamento internazionale lo spingono a estendere la produzione anche ad altri accessori come borse, cinture, guanti, sciarpe, ornamenti per capelli e cappellini tutti arricchiti da strass, perle, pizzi e nastri. 
Alla metà degli anni Ottanta la sua passione per i pezzi vintage si trasforma in un vero e proprio collezionismo di gioielli e bijoux, ricerca che ben presto condivide con Marco Fei, grafico pubblicitario che dal 1981 diviene l’insostituibile collaboratore e compagno di Carlo. Lui, negli stessi anni, avvia varie collaborazioni con il mondo della moda tra cui quelle con Enrico Coveri, Curiel e Moschino. A questo punto anche Micheal Jackson, alla fine degli anni Novanta, acquista a New York una sua borsa a forma di stella e tempestata di strass colorati ma già nel 1987 Carol Alt indossava i bijoux Zini nelle riprese del film “I miei primi quarant’anni”.

Liza Minnelli, Tina Turner (che si è fatta appositamente realizzare da Zini un collier con quasi un chilo di pietre di ambra di sua proprietà), Raquel Welch, Amanda Lear, Cher (che a Monte-Carlo non si è fatta sfuggire un’imponente collaretta in cristalli neri di Boemia) e Liz Taylor (che acquista i suoi bijoux da Rodeo Drive a Beverly Hills) completano la lista dei “testimonial” all’estero.  In Italia, tra le sue affezionate clienti, c’è anche Mina che, nelle raccolte discografiche “Mina Studio Collection” del 1998 e “Finalmente ho conosciuto il conte Dracula…” del 2000, ha scelto come copertina gli scatti in cui indossa gli esclusivi bijoux in strass e perle di fiume del maestro milanese. 
Collana pantera (Photo by Francesco di Bona) 
Nel 2015 Carlo Zini decide di ritirarsi, chiude la ditta che viene rilevata da Marco Fei e che prende il nome di Phoenix Collection distribuendo in esclusiva il marchio Carlo Zini con un nuovo show room in via Cadore 31 a Milano. Osserva la curatrice della mostra e del catalogo (Edizioni Universitas Studiorum) Bianca Cappello: “Zini è uno scultore di luce, i suoi materiali elettivi sono i metalli tra cui predilige il rodio, inalterabile e anallergico, le resine che imitano le pietre dure come il turchese, l’onice, la giada imperiale ed il corallo, ma i veri protagonisti per i suoi gioielli fantasia sono i cristalli e gli strass che usa per realizzare bijoux iperbolici per donne forti, ironiche e sicure del proprio fascino”. 
Il Museo del Bijou di Casalmaggiore è unico in Italia e dal 1986 ospita, in questo storico distretto della bigiotteria, oltre 20 mila pezzi di quest’arte dalla fine dell’Ottocento alle soglie del nuovo Millennio.

                                 a cura di Daniele Vaninetti
                                                              

“Grandi Bigiottieri italini. Carlo Zini”
25 marzo-4 giugno 2017
Museo del Bijou
Via Porzio 9
Casalmaggiore (CR)
Orario: da lunedì a sabato: 10.00-12.00 / 15.00 - 18.00
Domenica e festivi: 15.00 - 19.00
Informazioni e prenotazioni: 0375 284423
www.museodelbijou.it