L'ufficio mobile 100% elettrico di Nissan presentato a Roma |
Nissan anticipa i tempi, s'interroga sul cambiamento e presenta una sua risposta ai bisogni della vita dell'uomo di domani. Abitazione e lavoro ne rappresenteranno ancora i due pilastri. Il problema, però, è che si tratta di due mondi in profondo mutamento e allora il costruttore nipponico, da sempre leader nelle tecnologie del futuro prossimo, interpreta queste sfide e sviluppa il primo ufficio mobile al mondo 100% elettrico su base del modello e-NV200. Ovvero le nuove forme, possibili, di un impiego professionale della mobilità, lavorando a distanza e in un modo migliore. La "prima" del progetto ideato dall’architetto britannico William Hardie ha avuto come contesto la bellissima mostra "The Japanese House" allestita al MAXXI di Roma: il Giappone dal Dopoguerra ad oggi raccontato, anche qui, nella relazione tra spazio e individuo.
Il tutto è stato al centro di un incontro moderato da Luisa Di Vita, direttore Comunicazione di Nissan Italia. L'idea, messa su quattroruote, è ambiziosa ma intende trovare una sintesi vivibile tra lavoro, movimento e sostenibilità. Il mood è “il mio luogo cammina con me”. L’uso?
Luisa Di Vita e Bruno Martucci davanti all'e-NV200 al Maxxi di Roma |
Il sociologo Domenico De Masi |
Nel dettaglio il Workspace di Nissan presenta caratteristiche di progettazione all’avanguardia grazie, ad esempio, alla scrivania ribaltabile integrata, al computer con touch-screen, all'accesso wireless a Internet, alle luci led azionate via smartphone e, ancora, al sistema di ricarica wireless del telefonino, all'impianto audio Bluetooth, al mini frigo e alla macchina per caffè a scomparsa di qualità professionale. Entrando nel vano di carico di e-NV200, ai vertici della categoria con i suoi 4,2 m³ di volume, i passeggeri sono accolti da un ambiente di lavoro luminoso, con uno speciale tetto in vetro panoramico e luci a pavimento a led (personalizzabili) che accentuano la sensazione di spazio. Un'app specifica permette di regolare l’illuminazione per intensità e colorazione attingendo da un’ampia gamma cromatica.
Gli interni dell'ufficio mobile di Nissan |
La mostra "The Japanese House" documenta in modo magistrale il lavoro di tre generazioni di architetti - da Kenzo Tange, Toyo Ito, Shigeru Ban, passando per Shirai, Shinohara, Sakamoto fino ad arrivare ai maestri contemporanei - e la loro, comune, interpretazione del modello abitativo giapponese: una fortunata convivenza tra natura e architettura, materiali antichi e modernissimi, combinati tra loro con semplicità e virtuosismo. Il contesto ideale per presentare l’e-NV200 Workspace. L’esposizione è curata da Pippo Ciorra in collaborazione con Kenjiro Hosaka (National museum of Modern Art, Tokyo) e Florence Ostende (Barbican Centre, Londra). Chief Advisor è Yoshiharu Tsukamoto (Atelier Bow-Wow / Tokyo Institute of Technology).
Si tratta di una coproduzione tra Japan Foundation, MAXXI, Barbican Centre e il National museum of Modern Art di Tokyo. Nella sua simbiosi tra natura e artificio, materiali antichi o tradizionali e tecnologicamente evoluti lo spazio domestico è la chiave d’accesso all’intera cultura metropolitana del Giappone di oggi. Una chiave di lettura esclusiva, ed estremamente importante, per avvicinarci a una cultura ricca di capolavori letterari e cinematografici (da Ozu a Kurosawa) che sulla società nipponica di ieri e di oggi hanno cercato di riflettere, non senza nostalgie e autocritiche.
La mostra presenta gli aspetti essenziali della casa giapponese, rivelando la ricchezza espressiva dei progetti e la loro capacità di creare sempre un’inattesa armonia tra uomo, edificio e contesto. Disegni, modelli, fotografie d’epoca e contemporanee - insieme a video, interviste, spezzoni di film, manga e opere di artisti - compongono il percorso proposto al visitatore per il quale è stata predisposta una serie di riproduzioni in scala reale di frammenti e sezioni di edifici particolarmente significativi nell’allestimento progettato da Atelier Bow-Wow in collaborazione con il museo.
E' proprio la "ricostruzione in miniatura che rende emotivamente forte l'impatto con questo excursus culturale ed architettonico". Il Giappone vissuto nelle pieghe del suo "abitato". “The Japanese House” ha la capacità di porre in risalto, ricostruendola in tutte le sue valenze storiche, sociali e architettoniche, la forte "tensione tra modermità e japaneseness nell'immediato Dopoguerra per attraversare, poi, tutte le utopie metaboliste degli anni Sessanta e il minimalismo degli anni Novanta, fino a introdurci nell'attuale, nuova, attenzione per il vernacolare e per i materiali semplici". Dopo il MAXXI di Roma la rassegna sarà allestita al Barbican di Londra e al MOMAT di Tokyo. Quindi un viaggio a ritroso dall'Occidente all'Estremo Oriente-Ma le tematiche restano le stesse: come vivere meglio questo mondo la cui crescita sembra essersi fermata.
Daniele Vaninetti
www.fondazionemaxxi.com
Sou Fujimoto: House NA, Tokyo 2011 (Photo by Iwan Baan) |
Daniele Vaninetti
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