L'autopresentazione divertita e originale di Caterina Ceraudo "eletta" Donna Chef 2017 da Michelin |
Giovane chef calabrese - classe 1987 - erede di un'esperienza fondata da papà Roberto, Caterina prende in mano le redini della “maison” in provincia di Crotone nel 2013, confermando da subito la stella per il ristorante di famiglia.
Siamo nel cuore di un’azienda agricola biologica dove orti, vigneti e uliveti forniscono i prodotti per la sua cucina del territorio, semplice e ricca di sapore. Per gli ispettori Michelin quella di Caterina è “una cucina moderna e allo stesso tempo non complicata, in cui il sapore è spesso bilanciato da giuste dosi di acidità e dolcezza”. Giovane, creativa e determinata, Caterina rappresenta una bella storia italiana di imprenditoria al femminile. Il premio speciale "Donna chef 2017" s'inserisce tra i premi assegnati da Michelin in occasione della presentazione della sessantaduesima edizione della Guida Italia, lo scorso novembre, quale riconoscimento di storie di italiani che contribuiscono all’eccellenza del patrimonio culturale del Belpaese: i premi "Giovane Chef Michelin Italia 2017" e "Qualità nel tempo Michelin Italia 2017" erano già stati assegnati, rispettivamente, a Federico Gallo, Locanda del Pilone, Alba, e al Ristorante San Domenico di Imola.
Papà Roberto presenta così l'essenza delle origini della sua esperienza enogastronomica, con precisi rimandi persino alla mitologia: "Ancora oggi lungo i crinali di questa mia terra che digradano verso l’azzurro Mar Ionio, vedo le gesta di Ulisse stregato da Calipso, ninfa dalle crespe chiome narrata da Omero e odo i profumi della vite e dell’ulivo, tanto decantati da Plinio. È in questa terra, l’antica Petelia, oggi Strongoli, che si possono ammirare le vestigia delle basi dedicate a Magno Megonio, l’epigrafe dei Ginnasarchi e quella di Alcimo in memoria di Traiano, e ancora, il Castello, le Terme e la Necropoli delle Manche. Qui - conclude Roberto Ceraudo - ho scelto di piantare la mia vita, dedicandola alla produzione del vino e dell’olio. Era il 1973 quando decisi di acquistare la tenuta appartenuta ai Principi Campitello e Pignatello e in seguito ai Baroni Giunti, con il casolare risalente al 1600. Nello stesso anno ho avviato la trasformazione del terreno e sono nati, accanto agli ulivi secolari, i primi vigneti, da cui col tempo e sacrifici ho ottenuto il mio primo vino. Oggi l’azienda si estende su 60 ettari, di cui 38 coperti da uliveti, 20 da vigneti e 2 da agrumeti".
Caterina lavora dentro questa storia e la valorizza a pieno, portandola alla ribalta delle proposte gourmet del Mezzogiorno e oltre. Attinge dalle coltivazioni che la circondano e si avvale della collaborazione dei fratelli. La firma dei piatti è sua, la gestione della casa è collettiva. Il verde delle colline abbraccia la dimora. Le acque del Mar Jonio sono a pochi chilometri. Nei piatti di Caterina tutto questo si sente. E intanto il "riscatto" dell'arte dei fornelli nella piccola Calabria continua. Le tavole stellate, nell'edizione 2017 della "Rossa", sono salite a cinque: Antonio Abbruzzino a Catanzaro, il Pietramare a Praialonga (Crotone), Dattilo, il Gambero Rosso a Marina di Gioiosa Jonica (Reggio Calabria) e Lapprodo a Marina di Vibo Valentia. Tutte realtà ed esperienze che arricchiscono l'offerta di "soste" di alto livello del Mezzogiorno italiano, isole comprese. Anzi si può dire che le cucine del Sud abbiano imparato a fungere da battistrada per tutto il Paese con aromi e profumi, fatiche e successi, che sanno distinguersi proprio per la voglia di contare di queste regioni del Belpaese. Con un vantaggio di partenza in più: il binomio terra e mare regala ai cuochi tutte le materie prime che servono per fare grandi i loro menu. La natura prima di tutto.
D.V.