Il tema scelto per l'edizione 2017 ripropone intrecci e legami storici: "Beethoven e Napoleone. La musica, tra ideali e potere". Per conquistarti. Se poi, in poco più di un mese, suonano Grigory Sokolov, Martha Argerich, Rudolf Buchbinder, Gerhard Oppitz, Arcadi Volodos, Boris Petrushansky, Alexander Lonquich, Seong-Jin Cho, insieme a orchestre e maestri indiscussi di altri strumenti, come i violinisti Salvatore Accardo e Vadim Repin, si capisce subito quanto voglia essere intensa, e filologicamente corretta, la riattualizzazione dell'opera del genio musicale di Bonn. Con questo spirito il 54° Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo fa ancora le cose in grande e chiama nelle due città accomunate dall'amore per Arturo Benedetti Michelangeli, a cui il compianto maestro Agostino Orizio dedicò la manifestazione a partire dal 1964, alcuni tra i migliori virtuosi mondiali della tastiera e non solo. Quasi 60 avvenimenti in meno di 45 giorni, sino al 6 giugno.
Molto atteso il pianista Rudolf Buchbinder (Photo by Grafenegg Festival) |
Una su tutte l'esecuzione delle Trentadue Sonate per pianoforte di Beethoven che vede protagonisti, nel Ridotto del Donizetti, gli allievi del Conservatorio orobico. I giovani, appunto, quelli che non possono non andare a scuola - per stare in tema - della maestria esecutiva di Buchbinder e delle sue acclamate esecuzioni dei 5 Concerti per pianoforte e orchestra del compositore tedesco. E lo stesso Buchbinder deve aver sicuramente apprezzato le registrazioni, con Carlo Maria Giulini, del Terzo e Quinto concerto nell'esecuzione di Benedetti Michelangeli (un'arte ancora ineguagliata).
La scuola russa è esaltata da Sokolov (Photo by Festival di Bergamo e Brescia) |
Il libro del Festival ricorda, poi, i momenti orchestrali più significativi con "i Berliner Philharmoniker, i Wiener Philharmoniker, la Chicago Symphony Orchestra, la London Symphony Orchestra, la compagine di Philadelphia, la Filarmonica d’Israele, la Filarmonica di San Pietroburgo, l'Orchestre National de France, l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma, la Filarmonica della Scala" e tutti gli appuntamenti cameristici o didattici.
Martha Argerich (Photo Facebook-progetto Lugano) |
"La manifestazione - la ricostruzione è sempre degli organizzatori - negli ultimi anni ha vissuto cambiamenti di rilievo con il passaggio di consegne, per quanto riguarda la direzione artistica, da Agostino Orizio al figlio Pier Carlo e con la nomina a presidente di Andrea Gibellini, succeduto a Filippo Siebaneck. Sotto la guida di Pier Carlo, il Festival ha intrapreso una nuova strada che unisce musica contemporanea e grande repertorio classico come è accaduto per esempio nell’edizione 2007 che accostava le figure di Beethoven e Arvo Pärt, in quella del 2008 focalizzata su Chopin e Bernstein e nel 2009 con la partecipazione di Tan Dun nell’ambito dell'edizione dedicata alla Cina. Il 2012 verrà ricordato negli annali per il prologo d’eccezione che ha visto protagonisti a Brescia Riccardo Muti e la Chicago Symphony Orchestra. Nel 2013 il Festival ha festeggiato cinquant’anni di storia con un’edizione celebrativa che ha avuto fra i punti più alti la presenza del compositore e direttore polacco Krzysztof Penderecki e quella della London Symphony Orchestra guidata da Antonio Pappano". Quindi non solo tastiera. Ma l'edizione 2017 ci riconduce essenzialmente ad essa e proprio grazie a Beethoven, di cui ciascun solista interpreta una o più pagine. Sokolov (12 maggio a Bergamo, 29 maggio a Brescia) esegue la Sonata in mi minore op. 90 e quella in do minore op. 111. Oppitz (30 e 31 maggio) regala al pubblico una serata monotematica: Sonata in re minore op. 31 n. 2 “La tempesta”, Sonata in mi bemolle maggiore op. 81 “Les adieux”, Sonata in re maggiore op. 10 n. 3 e la Sonata in la maggiore op. 101.
Buchbinder (19 e 20 maggio) non può che farsi acclamare con alcuni, indiscussi, capolavori assoluti della letteratura pianistica: la Sonata in do minore op. 13 “Patetica”, la Sonata quasi una Fantasia in do diesis minore op. 27 n. 2 “Chiaro di luna” e la Sonata in fa minore op. 57 “Appassionata”.
Una serata del Festival al Teatro Grande di Brescia in una foto d'archivio |
Daniele Vaninetti
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