Le annate dimenticate del Sassicaia? No, solo "più piccole" |
Priscilla Incisa della Rocchetta e Giovanni Mantovani (Foto Veronafiere) |
Sassicaia 1992, un'annata "minore" per il grande vino toscano |
L'intuizione di Mario Incisa della Rocchetta, poi raccolta e sviluppata dagli eredi, ha avuto ragione della storia e delle sue avversità proprio perché un grande vino sa rimanere tale anche quando le cose non vanno proprio tutte per il verso giusto. Più semplicemente siamo di fronte a produzioni che sono tenute "in tensione" da condizioni climatiche avverse che, nel caso specifico della Tenuta San Guido, probabilmente non sono altro che declinazioni diverse di un unico concetto enologico: quello di eleganza.
Un grande contributo a questo classicismo enoico lo ha dato certamente anche il "padre" tecnico del Sassicaia, Tachis, che fin dai primissimi anni di imbottigliamento del gioiello della Tenuta San Guido ha tracciato un indirizzo preciso e sempre leggibile per il successo di questo protagonista assoluto del panorama vitivinicolo del Belpaese. Ecco, allora, la possibile conclusione: le cantine toscane di San Guido conservano una serie di annate meno blasonate, anche "più sfortunate" si potrebbe dire - o "piccole", come le chiamano i francesi - ma comunque sempre capaci di esprimere nel bicchiere stile, carattere e un filo rosso che le lega con le migliori. Complice anche il tempo che rende l'evoluzione di questi vini in apparenza più lenta. Ma alla fine è sempre e comunque il nobile Sassicaia a vincere su tutto.
D. V.