Di origini olandesi, André Gustave Citroën nacque a Parigi il 5 febbraio 1878. Un personaggio straordinario che ha saputo stupire i suoi contemporanei modificando radicalmente l’industria automobilistica del suo tempo grazie alla sua capacità di anticipare gli elementi innovativi per quell’epoca. La sua modernità, il suo carisma e il suo spirito visionario sono ancora oggi profondamente vivi nel brand che porta il suo nome e che celebra quest’anno i suoi cento anni.
Il piccolo André Gustave nacque a Parigi nella fredda notte tra il 4 ed il 5 febbraio del 1878. Suo padre Levie Citroën era un commerciante di pietre preziose, figlio di Barend Citroen (senza la dieresi sulla e!), un artigiano orafo a sua volta figlio di un venditore di frutta di nome Roelof, nato senza alcun cognome. La famiglia, aveva origini olandesi e fino al 1811, in quelle terre, nessuno sentiva il bisogno di un cognome! Ma la Francia istituì l’anagrafe e Napoleone ordinò al terzo console Charles François Lebrun, duca di Plaissance, di censire tutte le famiglie residenti nei governatorati francesi e l’Olanda non fece eccezione. Molti si scelsero un nome legato alla propria attività lavorativa, così Roelof, venditore specializzato in frutta esotica della Guinea Olandese, divenne Roelof Limoenmann, ovvero l’”uomo dei limoni”. Quando uno dei suoi figli, Barend, divenuto artigiano orafo, decise di cambiarsi cognome per poter sposare la bella Netje (il padre di lei, grossista, non voleva un genero col cognome da fruttivendolo) scelse Citroen, che in olandese significa semplicemente limone! Successivamente, Barend si trasferì a Varsavia, dove sposò Masza Amalia Kleimann e la nuova famiglia accarezzò la possibilità di trasferirsi in America, lasciando la Polonia (allora sotto il giogo russo) ma scelsero la più vicina Francia dove nel 1870 stabilirono residenza e sede dell’attività di commercio di pietre preziose. Giunto nella Ville Lumière, Barend decise di dare una connotazione francese al proprio cognome, aggiungendo una dieresi: nacque così la famiglia Citroën. Il piccolo André Citroën, ultimo di cinque figli, fin da piccolo mostrò ben poco interesse per l’attività del padre, proseguita dai fratelli. La sua attenzione era catalizzata da altre cose, come i romanzi di Jules Verne - che letteralmente divorava - e le meraviglie della tecnologia: dalle prime aeronavi al grandioso cantiere della Tour Eiffel, che dominava Parigi in vista dell’esposizione universale del 1889.Quando si trattò di scegliere il corso degli studi, André non ebbe dubbi e si iscrisse alla prestigiosa École Polytechnique di Parigi dove all’alba del nuovo secolo, si laureò in ingegneria. Sempre nel 1900, André si recò in Polonia per una breve vacanza presso la sorella, che nel frattempo si era sposta e trasferita in quel Paese. Lì, in compagnia del cognato, ebbe la possibilità di fare un giro nelle città attorno a Varsavia per visitare le aziende specializzate in meccanica di precisione e valutare le tecnologie in uso. Fu proprio in questa occasione che in un’azienda nella sperduta campagna polacca scoprì qualcosa che avrebbe profondamente segnato la sua vita: un nuovo tipo di ingranaggio, con i denti a cuspide, capace di moltiplicare la superficie d’appoggio tra i denti riducendo al contempo l’ingombro delle scatole destinate a contenerlo. Comprò subito il brevetto con l’idea di svilupparlo ed impiegarlo su scala mondiale. Nel 1902 aprì la sua prima officina per la produzione di ingranaggi il cui stemma era quello che avrebbe contraddistinto ogni sua futura impresa: la sagoma stilizzata degli ingranaggi a cuspide, a forma di due ‘V’ sovrapposte e rovesciate, ovvero il “double chevron”, definito dallo stesso André Citroën “due teste di freccia naturalmente puntate verso l’alto”.La sua incredibile carriera era appena iniziata.