Lo chef stellato Salvatore Bianco |
Il Ragù, un must-have della tradizione italiana e napoletana, incarna la sua personale minuziosa ricerca, tanto da diventare vegetariano, senza perdere un grammo del sapore originale di questo sugo di carne. “Sono i piccoli dettagli che scindo da ogni sapore e da cui inizio una ricerca profonda di ogni elemento che compone il sapore di un ingrediente”, afferma lo chef. Il segreto è questo, cercare nel mondo i sapori che, assemblati sapientemente, ricercano quello originale, pensato per chi non può o ha deciso di non mangiare alcuni ingredienti, come, nel caso del ragù, la carne. E se l’ex Palazzo Lauro unisce l’arte napoletana a quella giapponese, grazie all’intervento dell’Archistar Kenzo Tange, lo chef non poteva dimenticare di guardare anche all’Oriente e inserire nei suoi piatti elementi ricercati e internazionali, come l’alga Kombu. Oltre all’effetto antiossidante, questo alimento rafforza il sistema immunitario, migliora il processo digestivo, stimola il metabolismo e insaporisce i piatti in modo naturale e sano. E 9850, infine, non è solo un numero ma la distanza che unisce Napoli a Tokyo. Ogni creazione esalta la materia prima, tanto da sezionare ogni suo elemento e riproporlo come piatto; è la Rana Pescatrice, che viene servita in due portate e offre l’elaborazione di ogni sua parte, dalla coda alla guancia, affinchè ogni elemento sia rispettato e valorizzato. Le tecniche di lavorazione scelte vogliono preservare le caratteristiche organolettiche delle materie prime locali rispettandone così il gusto e i valori nutrizionali, siano queste tipiche della cucina italiana o rintracciabili in quelle straniere.
E con ogni grande chef non può mancare un sommelier in grado di abbinare ad ogni elemento la scelta del vino migliore: è Mario Vitiello, che seleziona le quasi 6000 etichette del Romeo e per iniziare, accoglie gli ospiti con un caldo brodo al vermut, la sua sorpresa personale per preparare i palati. il Comandante, infine, si veste di nuovo per la Primavera: i tavoli si spogliano delle tovaglie e, nudi, diventano un’opera d’arte, firmata da Sergio Fermariello. Sagome stilizzate di pesci e uomini compongono l'opera, come se galleggiassero in mare. Sergio Fermariello vede la costellazione delle figure sulla superficie dell'acqua come rappresentazione degli antenati che vengono dal mare, portando fertilità e nuova vita. I 13 tavoli de il Comandante del Romeo diventano una installazione, che testimonia la ricerca formale del valore del segno come archetipo. Fermariello ha tratto inspirazione dai frammenti di un vaso rinvenuto a Ischia, in cui si narra la storia del naufragio dei compagni di Ulisse ed esprime con questa opera il potenziale taumaturgico dell'arte, dall'antichità ai nostri giorni. Luci soffuse e incredibili vetrate, tutto è studiato per lasciare spazio alle creazioni dello chef e al panorama: il Vesuvio, la baia e il porto. Il Comandante del Romeo è stato premiato dal 2012 con la stella Michelin e dal 2016 inserito nella prestigiosa guida Le Soste. Bianco, classe 1978, è lo chef de il Comandante, il ristorante gastronomico del Romeo. Originario di Torre del Greco, porta nei piatti i sapori e i profumi del golfo di Napoli, che ama sposare con ingredienti e suggestioni di altre culture e territori.