Casa degli Artisti di Milano, rilancio in grande stile

Photo by Filippo Ceredi
Casa degli Artisti di Milano si accinge a riaprire i battenti e - a 110 anni dalla sua nascita - sono state svelate le linee generali del progetto e dell’impianto curatoriale che animerà, permeandole, tutte le scelte, le azioni e le attività della nuova istituzione. Alla conferenza stampa di presentazione hanno preso parte l’assessore alla Cultura del Comune di Milano Filippo Del Corno ed Elena Grandi, vicepresidente e assessora del Municipio 1. Annunciata anche la data ufficiale di apertura delle porte di Casa degli Artisti, che darà avvio alla programmazione sabato 1 febbraio 2020 con una grande festa aperta a tutti, in cui la musica e l’energia di artisti e performer segnerà l’avvio di una nuova avventura.

Sarà quello anche il momento in cui i primi artisti entreranno ufficialmente in residenza per popolare la Casa con le loro produzioni già dal giorno seguente. La presentazione del progetto generale, coerente con i valori fondativi di intergenerazionalità, interdisciplinarietà, internazionalità, conferma la sua natura di bene pubblico, prezioso per la città quanto per la comunità artistica dentro e fuori i confini cittadini. Lo spazio fungerà da centro di residenza, luogo di produzione e fruizione dell’arte contemporanea aperto a tutti e insieme sarà luogo di riflessione sull’arte stessa attraverso l’attivazione di panel, talk, seminari e convegni, sostenendo, così, attraverso il paradigma binario della ricerca e della poiesi la pratica di artisti nell’ambito delle arti visive, performative, sonore, digitali, applicate, della scrittura e del pensiero. Casa degli Artisti vuole essere luogo che lavora attraverso un approccio ibrido e interdisciplinare sulla sfera pubblica e sullo spazio urbano, grazie allo scambio dialettico tra diversi attori provenienti non solo dal mondo dell’arte, ma da tutte le discipline creative e di pensiero, sino all’impresa. La ricerca di un dialogo costante e bidirezionale con il mondo imprenditoriale disponibile a costruire un campo di “gioco” e di scambio reciproco è, infatti, uno dei diktat comportamentali che la Casa degli artisti si prefigge. I 1250 mq di superficie complessiva, che comprendono 450 mq di spazi esterni, ospiteranno un’ampia zona espositiva, uno spazio dedicato alla ristorazione che sarà dato in appalto a Future Fond, uno spazio dedicato al book & design shop e gli atelier per gli artisti in residenza, cuore pulsante della casa.

Photo by Filippo Ceredi
È questo il cardine dell’attività: l’ospitalità degli artisti in residenza che, negli spazi appositamente concepiti (dall’ingegner Gho 110 anni fa) al primo e secondo piano dell’edificio, trova il suo corrispettivo architettonico. Il programma di residenza, senza vincoli di età e nazionalità, offrirà spazi di lavoro, supporto produttivo, tecnico e organizzativo per lo sviluppo e la realizzazione di progetti. Saranno messi a disposizione degli stessi un network di artigiani, aziende, istituzioni, collezionisti e il loro lavoro sarà promosso grazie a programma articolato in studio-visit, mostre personali e collettive ed eventi performativi di varia natura. Le modalità di accesso al programma di residenza sono due: su invito, in base a scelte coerenti con i principi generali fondativi della Casa, e attraverso open call. La durata delle residenze potrà variare, da 3 a 12 mesi, in funzione delle necessità progettuali degli artisti. Questa doppia modalità di accesso esprime la fiducia nella fecondità del confronto intergenerazionale tra gli artisti stessi. Per l’apertura di Casa degli artisti, il programma 2020 è stato strutturato attorno alla parola chiave Work e all’ampia gamma di implicazioni polisemiche che comporta. Work indica innanzitutto la centralità del lavoro all’interno del progetto di rilancio della Casa che si configura in primis come cantiere creativo: nel suo stesso farsi si manifesta come un invito a partecipare alla costruzione di un luogo che necessita dell’apporto di ciascuno. Un luogo in cui possano convivere una dimensione personale e una corale del lavoro. 


L'ATS aggiudicataria del bando. Courtesy  Newpress
Un luogo dalla vocazione dialogica, che diventi incrocio tra pratiche e saperi diversi, tra il lavoro dell’arte e quello del pensiero, ma anche per l’appunto che metta in rapporto istituzioni di varia natura: pubbliche, private e non-profit. La parola stessa, Work, apre una domanda su quale sia il significato del lavoro degli artisti e sul suo statuto nella società contemporanea. Casa degli Artisti vuole porsi come interfaccia attiva tra il lavoro degli artisti e la città, tra il suo interno e l’esterno. La prima azione di popolamento della casa è stata chiamata Call Fondativa perché investe gli artisti che vi prenderanno parte del ruolo e della responsabilità di rifondare per primi uno spazio che riparte dal vuoto e che torna a vivere. La Call Fondativa si basa sulla doppia modalità di ingresso alla Casa: su invito e tramite open call. Gli artisti invitati sono stati scelti per la loro esperienza e per la generosità dimostrata nel prendere parte al processo di avvio. Tra essi si riconoscono nomi internazionali e che nel tempo hanno attraversato la storia della Casa e della città. Solo per citarne alcuni a titolo esemplificativo della ricerca avviata: Peter Welz, Yan Duyvendak, Sten Lex, Rimini Protokoll, Pietro Coletta, Sergio Breviario, Gianni Caravaggio, Michele Guido e Luca Pozzi. La open call si rivolge ad artiste/i emergenti ed esordienti per progetti volti a ri-abitare i luoghi della Casa, a esplorare lo “stare” come riappropriazione del genius loci e del lavoro generatore di senso e di relazioni tra l’interno e l’esterno, tra l’edificio e la città. Alle artiste e agli artisti si richiede di abitare la Casa con il loro lavoro, sviluppando la produzione di un progetto che sia riferibile a: Arti visive, Arti performative, Video arte, Arti sonore e Arti applicate. “Considerando la fragilità insita in tutto ciò che nasce o rinasce, come nel caso della Casa degli Artisti, - ha detto Valentina Picariello, presidente dell’ATS aggiudicataria - abbiamo ritenuto opportuno dare avvio alle attività formulando alcuni inviti mirati ad artisti che per la qualità indubbia del loro lavoro e per la dimostrata capacità e disponibilità al dialogo e alla collaborazione fossero in grado di portare valore alla casa in questa delicata fase di ripartenza nel segno di intergenerazionalità, interdisciplinarietà, internazionalità. Parallelamente, molto ci aspettiamo dalla open call: siamo pronti a esplorare e ad accogliere le migliori voci della creazione contemporanea”. Tra i primi progetti che partiranno dentro Casa degli Artisti vi è la costituzione di un dipartimento di ricerca e sperimentazione che coniuga arte, filosofia e nuove tecnologie. Sarà ospitato e sviluppato, in sinergia, il progetto di ricerca “AN-ICON” di Andrea Pinotti, docente di estetica presso l’Università Statale di Milano e principal investigator di una borsa dell’European Research Council. Collaboreranno filosofi, giuristi, storici dell’arte, informatici e artisti che studieranno e sperimenteranno gli ambienti virtuali da un punto di vista storico, teorico e pratico. “ONE WORK” è un format che prevede l’esposizione di un’opera che, per un breve periodo, abita e convive con gli artisti in residenza. È un modo di ospitare un artista, ospitandone il lavoro. E' anche il modo in cui si vuole raccontare la storia della Casa, facendo parlare gli artisti, in modo aforistico e non esaustivo, attraverso una loro opera. TAVOLO DI PENSIERO è un progetto continuativo con cadenza bisettimanale sviluppato in collaborazione con Orbis Tertius, gruppo di ricerca sull’immaginario contemporaneo dell’Università di Milano Bicocca, e Clac, clinica dell’adolescenza contemporanea, di cui fanno parte filosofi, psicanalisti, pedagogisti, e studiosi di scienze umane. Il Think Tank accompagnerà le attività di Casa degli Artisti con una riflessione collettiva sui temi che emergeranno nel corso della progettazione e del lavoro degli artisti. La questione aperta da “work” prevede la costituzione di un tavolo di pensiero dove verranno tematizzate tematiche inerenti il lavoro dell’arte e l’arte come lavoro, con la partecipazione di filosofi, giuslavoristi, sociologi, psicanalisti, artisti. Parallelamente, sarà avviato un articolato progetto artistico sui luoghi del lavoro notturno realizzato da Rimini Protokoll, collettivo teatrale berlinese che, nel rispondere all’invito della call fondativa, punta su due tratti salienti del progetto: l’approccio interdisciplinare e l’interesse per la realtà urbana. Cinque giovani artisti in residenza, selezionati tramite open call, svilupperanno insieme a Rimini Protokoll un progetto per il camion, uno dei loro dispositivi scenici, portato per l’occasione a Milano. L’esito finale sarà coprodotto e presentato nella stagione di ZONA K nei mesi di ottobre e novembre 2020. L’open call per Turno di notte | Rimini Protokoll sarà pubblicata sul sito di Casa degli Artisti entro il 15 dicembre 2019. L’interesse per la città e la volontà di generare progettualità sul territorio è di tale importanza per il complesso di attività che definiscono l’identità di Casa degli Artisti da rendere necessaria, fin da subito, la costituzione di uno sportello di Urban Art. I primi progetti concreti che verranno attivati all’interno di questa piattaforma sono: “green decor” per il Bando quartieri di Municipio 8 che prevede interventi nelle scuole in collaborazione con Project for People Onlus; l’attivazione di una residenza Urban art finalizzata a un intervento di wall art, rigenerazione urbana e coesione sociale presso l’ex Convitto del Parco Trotter (con l’invito al duo artistico Sten Lex in collaborazione con Wundercammern e l’ATI di realtà assegnatarie degli spazi guidati da La Fabbrica di Olinda); la partecipazione al bando del Comune di Milano Piazze Aperte con il progetto Tunnel Boulevard per la rigenerazione dei non-luoghi situati nei sottopassi ferroviari che interessano Via Padova, Viale Monza, via Pontano (già sede dei Muri Liberi, gallery di arte urbana e street art nota a livello nazionale e internazionale). Casa degli Artisti lavorerà sulla dimensione metropolitana anche sviluppando un progetto di Osservatorio per la Public Art, costruito con Gabi Scardi. L’Osservatorio attiverà ricerche, riflessioni e progettualità accomunate dalla volontà di far emergere vissuti, specificità, istanze comuni in un’ottica di rinnovata vivibilità urbana. Intende inoltre favorire l’accesso all’arte contemporanea attraverso attività di formazione ad ampio spettro. Uno spazio di rilievo sarà dato al settore delle Arti Applicate, con l’avvio di collaborazioni con il mondo del design, dell’artigianato e dell’impresa, per dare vita a progetti che nasceranno in sinergia con gli artisti in residenza. Il Comitato Scientifico è stato concepito in modo tale da essere il più trasversale e ibrido possibile, in linea con i valori della casa, con la sua vocazione e con la sua missione. Ne fanno parte Natalia Alvarez Simò, neo direttrice del Conde Duque di Madrid, Carlo Boccadoro, direttore d’orchestra, compositore, fondatore del progetto “Sentieri Selvaggi”, Silvia Fehrmann, direttrice del programma artistico del DAAD di Berlino, tra le più prestigiose residenze per artisti d’Europa, Lorand Hegyi, storico dell’arte, critico, curatore, ex direttore del Museo Ludwig di Vienna, Pietro Ichino, giurista, giornalista, politico nonché personalità di spicco nel giuslavorismo italiano, Paola Navone, architetto e designer dalla lunga e poliedrica carriera, Alberto Salvadori, storico e critico d’arte, direttore artistico di Ica Milano, curatore della sezione di arte moderna di Miart. L’idea di identity su cui ha lavorato Le Dictateur Studio nasce dalla necessità di ridare all’edificio che ospita la Casa degli Artisti una connotazione di spazio che vive grazie alle persone e alle discipline artistiche che lo popolano. A ogni disciplina è stata associata una forma. A partire da queste, Le Dictateur Studio ha sviluppato una identity responsive creata attraverso un algoritmo che utilizza le variabili dipendenti dal contesto (forme che connotano le discipline e affluenza delle persone all’interno della Casa) e che, grazie a questi elementi, genererà di volta in volta la comunicazione. Dall’unione di tutte le forme rappresentanti le discipline è nato invece il pittogramma che rappresenta lo spazio e l’Associazione. Nata nel 1909 su iniziativa dei Fratelli Bogani, mecenati innamorati dell’arte, per ospitare laboratori e atelier, la Casa degli Artisti fin dai suoi primi anni di vita meneghina, si dimostra essere un vivace crocevia urbano per gli artisti quanto ma anche per tutti gli altri operatori del settore, come ad esempio i collezionisti. Dopo le alterne vicende storiche della prima metà del Novecento, nel secondo Dopoguerra, l’attività artistica nella Casa - divenuta nel frattempo di proprietà del Comune di Milano - riprende. Alla fine degli anni Settanta, la presenza di artisti di fama internazionale come Luciano Fabro, Hidetoshi Nagasawa e la critica e storica dell’arte Jole De Sanna danno un nuovo slancio artistico attraverso l’attivazione di mostre collettive dedicate a giovani artisti emergenti, relazioni con altri spazi non-profit della città e il restauro de I bagni misteriosi di Giorgio De Chirico del 1994.  Nella seconda parte degli anni Novanta l’attività artistica si affievolisce sempre più fino al 2007, anno in cui la casa viene sgomberata e quindi messa in sicurezza a causa delle condizioni di precarietà strutturale in cui versava. Nel 2015 inizia il percorso di riqualificazione dell’edificio grazie al Municipio 1. La ristrutturazione è effettuata da La Ducale SpA, società del Gruppo Tecnocasa a scomputo degli oneri di urbanizzazione relativi alla costruzione del condominio privato di Corso Garibaldi 95. In seguito l’immobiliare aggiunge un’importante donazione che consente di portare a termine i lavori e rende possibile la consegna dell’edificio al vincitore del bando, pronto per l’uso. Il progetto è di Arassociati Studio di Architettura; la direzione lavori e il completamento degli spazi interni è invece curata dagli Architetti Aldo Fontana e Tanja Bekjarova, in veste di progettisti e tecnici de La Ducale SpA. Su indicazioni della Soprintendenza, il recupero della Casa ha visto un intervento più consistente sulle facciate esterne e un approccio più filologico negli interni, dove sono stati mantenuti i mattoni a vista e le originali strutture in cemento armato. Il piano terra è destinato a zona espositiva, con uno spazio dedicato alla ristorazione e al book & design shop, mentre il primo e secondo piano, suddivisi in 11 atelier modulabili, ospiteranno gli artisti in residenza. Completa la struttura un piano interrato che sarà adibito a deposito/servizi. Il 13 giugno 2018, il Municipio 1 di Milano pubblica il bando di gara per la concessione in uso dell’immobile denominato “Casa degli Artisti” sito in Corso Garibaldi 89A/ Via Tommaso da Cazzaniga, con scadenza 17 settembre. Venerdì 8 febbraio 2019 esce l’esito del bando con l’assegnazione provvisoria dell’immobile. Lunedì 2 settembre 2019 viene firmato il contratto di concessione tra il Municipio 1 del Comune di Milano e l’ATS aggiudicataria, costituita dalle associazioni: ZONA K, capofila, That’s Contemporary, Atelier Spazio XPO’, NIC (Nuove Imprese Culturali) e l’impresa sociale Centro Itard Lombardia. L’ATS è dunque composta da cinque associazioni, cinque realtà che si sono incontrate sulla base di una visione comune e hanno dato vita a un gruppo di lavoro capace di intrecciare risorse, competenze e connessioni. Un gruppo di lavoro, composto da artisti, organizzatori culturali, formatori, architetti, galleristi, cittadini, undici persone con conoscenze puntuali del panorama culturale cittadino, italiano e internazionale: Valentina Kastlunger e Valentina Picariello di ZONA K, Giulia Restifo di That’s Contemporary, Christian Gancitano di Atelier Spazio XPO’, Matteo Bianchi, Mattia Bosco, Mariavera Chiari, Francesco Piccolomini Bandini, Lorenzo Vatalaro di NIC, Susanna Ravelli di Centro Itard Lombardia e Lorenzo Castellini di Future Fond che ha contribuito fin dall’inizio al disegno del progetto di gestione, pur come partner esterno. L’apertura della Casa degli Artisti, con l’avvio della prima residenza, è in calendario sabato 1 febbraio 2020.