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Alessio Bidoli con Bruno Canino. Foto Manfredo Pinzauti |
Infine il Trio per flauto, violino e pianoforte composto nel 1958 per lo svizzero-cubano Trio Klemm e presentato dallo stesso trio in prima esecuzione il 6 aprile del 1960 presso la Sala del Lyceum Clubs: un lavoro particolare, dotato di un’incisiva scrittura ritmica e trascoloranti ambiguità armoniche. “L’idea di questo lavoro - afferma Alessio Bidoli - mi è venuta dopo aver ascoltato durante una notte insonne una sua intervista su Rai3. Nino Rota parlava della sua vertiginosa carriera con la semplicità dei grandi e questa umiltà e semplicità mi hanno fortemente colpito. Ovviamente lo conoscevo per le colonne sonore del cinema, ma anche perché aveva insegnato al Conservatorio di Bari dove anch’io ho avuto per due anni una bella esperienza lavorativa. Sono quindi andato a curiosare nel suo repertorio cameristico e sono stato molto sorpreso dal fatto che molte sue composizioni meno note fossero davvero poco eseguite. Ecco quindi l’idea di questo disco insieme a Bruno Canino (con cui ho inciso già quattro CD), Massimo Mercelli e Nicoletta Sanzin, per far conoscere ai giovani studenti e agli appassionati della musica del Novecento anche il repertorio da camera raffinato e ironico di questo grande compositore italiano. Ringrazio la Decca per avermi dato questa opportunità". Affermava Rota: “Non credo a differenze di ceti e di livelli nella musica: il termine ‘musica leggera’ si riferisce solo alla leggerezza di chi l’ascolta, non di chi l’ha scritta”. Tale pensiero, secondo Nicola Scardicchio, autore della nota introduttiva nel pregevole libretto che accompagna il Cd, è perfettamente applicabile alla differenza tra musica da concerto e musica per il cinema: “Gli scambi dalla sala da concerto alle sale cinematografiche connotano un compositore che non stabiliva barriere di genere in un’arte come quella musicale che per Rota aveva senso proprio in quanto libera da limiti di sorta”.