Dopo due mesi di chiusura a causa dell’emergenza sanitaria, la Fondazione riapre al pubblico garantendo ai visitatori totale sicurezza e nel pieno rispetto delle norme di legge indicate delle autorità: l’accesso è, infatti, consentito esclusivamente previa prenotazione telefonica per gestire e contingentare il flusso dei visitatori, che avranno l’obbligo di indossare la mascherina per tutta la durata della visita; all’ingresso avverrà inoltre la misurazione della temperatura e l’igienizzazione delle mani. Da giovedì 21 maggio riapre anche la mostra personale di Salgado. Composta da un corpus di 180 fotografie, l’esposizione racconta la storia del nostro tempo attraverso momenti drammatici ed eroici vissuti da singoli individui e ponendo un’importante domanda che resta ancora senza risposta: nel nostro cammino verso il futuro non stiamo forse lasciando indietro gran parte del genere umano?
Per anni il fotografo brasiliano ha documentato le migrazioni di massa restituendo con i suoi scatti la condizione esistenziale di milioni di uomini che sono stati capaci di spezzare i legami con le proprie radici, cercando loro stessi in un viaggio verso altri luoghi. È ormai passata quasi una generazione da quando queste fotografie sono state esposte per la prima volta, eppure per molti aspetti il mondo che ritraggono non è cambiato. I profughi di oggi sono solo le vittime più visibili di un processo globale che dimostra quanto tutto ciò che accade sulla Terra sia collegato, dal crescente divario tra ricchi e poveri alla crescita demografica, dalla meccanizzazione dell’agricoltura alla distruzione dell’ambiente, dai cambiamenti climatici al fanatismo sfruttato a fini politici. Povertà, disastri naturali, violenza e guerre costringono ogni anno milioni di persone ad abbandonare le loro case costrette, poi, a vivere in campi profughi che il più delle volte si espandono fino a diventare piccole città, e investendo tutti i risparmi, e spesso anche la vita, per inseguire il sogno di una Terra Promessa.
"Exodus. In cammino sulle strade delle migrazioni" racconta la condizione di profugo, l’istinto di sopravvivenza, i momenti di esodo, i disordini urbani e le tragedie di continenti ormai alla deriva, la paura e la povertà così come la volontà, la dignità e il coraggio. "Oggi più che mai, sento che il genere umano è uno. Vi sono differenze di colore, di lingua, di cultura e di opportunità, ma i sentimenti e le reazioni di tutte le persone si somigliano. Noi abbiamo in mano la chiave del futuro dell’umanità, ma dobbiamo capire il presente. Queste fotografie mostrano una porzione del nostro presente. Non possiamo permetterci di guardare dall’altra parte", ha scritto Salgado.
La mostra è realizzata da Fondazione Pistoia Musei in collaborazione con Pistoia-Dialoghi sull’uomo, Contrasto, Fondazione Caript e Comune di Pistoia e con il contributo della locale Camera di Commercio. Sabato 23 maggio inoltre, in occasione delle proiezioni e conferenze in streaming con pensatori contemporanei organizzate dal Festival di antropologia del contemporaneo Pistoia-Dialoghi sull'uomo sui canali social della manifestazione verrà trasmessa un’intervista di Roberto Koch a Sebastião Salgado. Il video è stato realizzato in occasione dell'appello lanciato dal fotografo brasiliano al governo, al congresso e alla Corte Suprema del Brasile per tutelare gli indigeni dell'Amazzonia dal rischio di genocidio che la diffusione del Coronavirus potrebbe causare. L'ingresso alla mostra potrà avvenire esclusivamente previa prenotazione telefonando al numero 0573 974267 tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18.
Didascalia immagini:
Installation view della mostra Sebastião Salgado. Exodus. In cammino sulle strade delle migrazioni, 2019, Fondazione Pistoia Musei, Palazzo Buontalenti e Antico Palazzo dei Vescovi ©Sebastião Salgado/Contrasto. Ph. Rachele Salvioli