Riccardo Muti (Photo Ravenna Festival/Facebook) |
Beatrice Rana (Photo Ravenna Festival/Facebook) |
Sergio Castellitto (Photo Ravenna Festival/Facebook) |
La sezione sinfonica si completa con la Budapest Festival Orchestra diretta da Iván Fischer (in programma Wagner, Britten e Haydn) cui si unisce il soprano Anna Prohaska. Ancora Beethoven, in questo caso le sue sonate, per il primo violino della Scala Francesco Manara e Cesare Pezzi al pianoforte; il Quartetto Noûs abbina invece il compositore di Bonn a Šostakovic. Il pianoforte sarà protagonista di due recital affidati a Nikolay Khozyainov e Filippo Gorini. Il violoncello è la stella assoluta per due serate, l’una con un ensemble guidato da Giovanni Sollima e la seconda con l’Orchestra Notturna Clandestina diretta da Enrico Melozzi mentre gli otto contrabbassi dei Ludus Gravis sorprenderanno gli spettatori con le proprie risorse sonore. Accademia Bizantina, vero e proprio orgoglio della città ed ensemble applaudito in tutto il mondo, presenta "Il Trionfo del tempo e del disinganno" di Händel, formidabile e toccante allegoria sull’esistenza umana.
Valery Gergiev (Photo Silvia Lelli) |
Il Festival accoglie il debutto di due nuove produzioni che, nate proprio durante il lockdown, intendono trasformare in potenzialità il distanziamento sociale. Da una parte un matrimonio di musica e danza, a cura di Daniele Cipriani, unisce grandi solisti - Mario Brunello e Beatrice Rana - ed étoiles, tra passi a due che coinvolgono gli "affetti stabili" delle coppie d’arte e di vita (Silvia Azzoni e Alexandre Ryabko dell’Hamburg Ballet, Iana Salenko e Marian Walter dell’Opera di Berlino) e assoli affidati a Hugo Marchand dell’Opéra di Parigi, Sergio Bernal già Balletto Nazionale di Spagna e Matteo Miccini dello Stuttgart Ballet. Per la prima volta insieme, Sergio Castellitto e Isabella Ferrari portano invece in scena, con la regia dello stesso Castellitto, "Ci sono giorni che non accadono mai", un nuovo testo di Valerio Cappelli dedicato al desiderio e alle inquietudini in tempo di Covid-19 e affetti virtuali, su note inedite del leggendario Ennio Morricone. Profondamente attuale anche "Requiem for a Dying Planet", ritratto in musica di Werner Herzog attraverso le musiche composte da Ernst Reijseger per i documentari del regista sul rapporto uomo-natura.
L’incontro fra musica e cinema raddoppia con "City Lights" di Charlie Chaplin, la cui colonna sonora, composta dallo stesso Chaplin, sarà eseguita dal vivo dall’Orchestra Corelli diretta per l’occasione da Timothy Brock. Vinicio Capossela sarà sul palcoscenico con "Pandemonium". Il repertorio cantautoriale italiano sarà il firmamento che brilla su "Le mie canzoni altrui", la serata del poliedrico Neri Marcorè. Alla divina Mina invece la dedica in chiave jazz di Danilo Rea, Massimo Moriconi e Alfredo Golino con Tre per Una. Sarah Jane Morris si accompagna al Solis String Quartet per i quadricanzone di "Ho ucciso i Beatles".