La chiarezza del suo insegnamento, il solco tracciato, lo stile e l’entusiasmo infuso in qualsiasi cosa facesse indicano senza incertezze la strada che il FAI è chiamato a seguire per il bene del Paese, fissata nella missione che lei stessa contribuì a definire. Le idee, le emozioni, lo stile e i fatti che hanno segnato la lunga e operosa vita di Giulia Maria Crespi sono contenuti nella sua autobiografia "Il mio filo rosso" pubblicata da Einaudi nel 2015. Dopo aver fondato il FAI nel 1975 con Renato Bazzoni, segretario generale fino al 1996, ne è stata fino all’ultimo l’anima ispiratrice pur essendo stata affiancata, prima come presidente fino al 2009 e poi come presidente onoraria fino a oggi, da figure via via divenute fondamentali nello sviluppo della Fondazione oltreché da una struttura operativa e di volontariato che ha ormai raggiunto, per dimensioni e professionalità, il livello di una grande impresa culturale no-profit nazionale. Essendo stata educata secondo i sani e severi principi della borghesia lombarda in base ai quali "chi ha avuto molto, deve dare molto", frase che Giulia Maria amava ripetere, conosceva, apprezzava e stimolava - da sempre praticandolo in prima persona - il ruolo che il volontariato svolge nella società civile, sostenendo e incoraggiando l’importante azione che le delegazioni del FAI hanno svolto e svolgono, a fianco della struttura operativa, per la maturazione e la crescita della Fondazione. Pur essendo di carattere forte e imperativo Giulia Maria Crespi ha sempre fortissimamente creduto nel lavoro di squadra come unica possibilità per ottenere risultati seri e duraturi. Una creatività inesauribile, una riluttanza per i compromessi, una passione per il dialogo, una singolare unità di ideali e concretezza, una noncuranza per le difficoltà - tanto più stimolanti quanto ardue - e una mai incrinata perseveranza ne hanno fatto una figura impegnativa per chiunque avesse a che fare con lei, ma al tempo stesso un esempio inimitabile e senza sfumature di ideali civici e di passione per la vita, per la cultura e per l’ambiente. La cura e la salute della Terra come fondamento per la salute dell’uomo, lo strenuo impegno per una agricoltura senza veleni, insegnata e praticata nella sua grande azienda agricola della Zelata sulle rive del Ticino (è stata tra i fondatori dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica), e la passione per la tutela dell’ambiente, inteso nel suo inscindibile legame con la storia, sono stati i temi che, insieme alla grande attenzione per il mondo della scuola, hanno guidato la sua attività, come sempre instancabile e generosa, nell’ultimo decennio della sua vita".
Giulia Maria Crespi (Photo FAI) |
presidente onorario del WWF Italia Fulco Pratesi.
Fonte: FAI
Photo: FAI