Carlo Bartoli tra i figli Anna e Paolo
Nell'agosto del 2020 l'architetto e designer Carlo Bartoli, classe 1931, è
mancato all'affetto dei suoi cari, lasciando a tutti quelli che lo hanno
conosciuto il ricordo di una vita intensa in cui lavoro e famiglia si
sono uniti in un fecondo scambio reciproco di esperienze e
soddisfazioni. Fin da bambini, i figli Anna e Paolo hanno respirato la
storia del design attraverso i progetti realizzati dal papà ed entrando
in contatto con le personalità che frequentavano la famiglia:
architetti, designer, artisti, fotografi, giornalisti, imprenditori…
Carlo Bartoli al lavoro nel 2017 |
Proprio
questa seduta mostra le varie sfaccettature della vita professionale e
privata del designer. "Come detto - spiega Anna - i modelli sono
diventati il suo e il nostro metodo di ricerca e approfondimento del
progetto di design: abbiamo un laboratorio di modellismo dove, a volte
per tempi infiniti, si studia e ristudia una seduta, un giunto, un
particolare. In merito alla famosa sedia disegnata per Kartell -
continua Anna - si sentiva in colpa per avere messo sotto pressione uno
studente giapponese, facendo e disfacendo il modello per ben tre anni.
Ma la soddisfazione per entrambi è stata, poi, grande quando la seduta
ha ottenuto il successo commerciale ed è stata inserita tra gli
oggetti esposti al Centre Pompidou di Parigi e al museo Kartell". Tanta
sperimentazione anche per la realizzazione della sedia R606UNO per
Segis, firmata da Bartoli Design + Fauciglietti Engeeneering,
quest'ultimo coinvolto nel progetto proprio da Carlo che lo impegna,
ancora una volta, in un intenso lavoro di ricerca per poi vincere
insieme il Compasso d’Oro nel 2008. Per Segis chiama a collaborare un
altro pilastro del mondo del design, Ettore Sottsass, che disegnerà per
loro la sedia Trono. Sono tanti gli imprenditori che lo ricordano con
affetto e che devono a lui, prima, e a Bartoli Design, poi, molto della
propria crescita. Paolo spiega: "A casa nostra i conoscenti
diventavano clienti, i clienti amici, i figli dei clienti amici dei
figli del designer. Così, basata sulla stima, si è creata una solida
relazione con moltissimi imprenditori". E Anna sottolinea: "Nelle
riunioni a volte risultava anche troppo diretto (cosa che peraltro
imputava a me!) ma gli amici imprenditori vedevano la manifestazione
della sua passione ed onestà intellettuale”. Del suo "segno progettuale"
Enrico Baleri dice: "Disegnava morbido, non conosceva gli spigoli o le
storture e aveva la prerogativa che tutto ciò che disegnava riceveva
incondizionata l’approvazione del mercato... Lui, un po’ come Vico
Magistretti, era vicino al suo pubblico e lo soddisfaceva con la
rotondità dei suoi prodotti".Il Compasso d'Oro 2008
In effetti, unita alla ricerca dell’essenziale, c’era quella capacità di comprendere le esigenze delle aziende, contribuendo al loro successo, come da motivazione del Compasso d’Oro alla Carriera nel 2016 che per l'architetto è stato un importante riconoscimento e che recita proprio così: "Carlo è premiato per aver saputo coniugare, nella propria esperienza professionale, una poetica costantemente volta alla ricerca dell’essenza del gesto creativo a una particolare capacità di entrare in sintonia con le esigenze di crescita e di sviluppo di molte aziende dell’arredo. Fornisce alle imprese incontrate apporti ogni volta originali ed innovativi, contribuendo, in tal modo, al loro successo. Un percorso rigoroso di progetto, declinato nei diversi ambiti tematici, con sobrietà e misura, contribuendo costantemente all’arricchimento della cultura del design italiano". Della sua vita personale e lavorativa c'è ancora molto da scoprire: Anna e Paolo sono orgogliosi di poterla raccontare, sviluppando l'eredità culturale e umana del padre nel rispetto di quanto ricevuto in tutti questi anni in cui la loro vita professionale si è amabilmente legata a quella famigliare.