Museo Correr Venezia, l'installazione di Fabrizio Plessi (Photo Alessandro Garofalo) |
Davide Bisetto |
Gli spazi si trasformano in un mondo poetico dove si è immersi in un ambiente magmatico, cullati dalle immagini di antichi mosaici dorati che "galleggiano" sugli schermi, dallo sfondo di un nero assoluto. Tre nicchie all’interno del ristorante fanno da cornice ai tre monitor, catturando lo sguardo e trascinando gli ospiti in un caleidoscopio di neri, grigi e oro. Venezia è l’oro, ma anche l’acqua. Il genio di Plessi spicca in Mare Verticale, la cascata digitale alta oltre 3 metri che dà il benvenuto agli ospiti verso l’orangerie e la piscina olimpionica. L’opera è composta da tre schermi a led inseriti in una struttura in acciaio. I video rappresentano un flusso d’acqua ininterrotto, accompagnato dal rumore di dirompenti cascate. Plessi, assiduo frequentatore del Cipriani, è lieto di illustrare personalmente le proprie opere previo appuntamento.
Le installazioni resteranno esposte fino alla chiusura invernale dell’hotel e sono in vendita. Nato a Reggio Emilia nel 1940, Fabrizio Plessi frequenta il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti a Venezia, dove diventerà poi titolare della cattedra di Pittura. Nel 1968 comincia a focalizzare la sua ricerca sul tema dell’acqua, che tratta e trasforma in installazioni, film, videotape e performance. È presente con le proprie opere in varie edizioni della Biennale: in particolare, alla 42a edizione della rassegna veneziana, presenta l’opera Bronx, considerata tra i lavori più significativi della sua maturazione artistica. Nel 1993 riceve come riconoscimento la Medaglia Miró dall’Unesco. Nel 2009 partecipa alla 53a edizione della Biennale con l’opera "Enigmi degli addii", presentando alcune canoe con all’interno acqua digitale. Plessi plasma i materiali infondendovi un sentimento preciso e intenso ed è tra i primi artisti a cimentarsi in questa complessa sperimentazione, creando un dialogo tra arte e tecnologia. La sua poetica ispira sempre la struttura del racconto e grazie a essa l’artista riesce a conferire spiritualismo alla macchina così da cambiarne il volto.