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Photo Alessandra Chemollo
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Nel segno della Vittoria Alata: Brescia propone una operazione artistica dal grande valore culturale, in occasione del ritorno, dopo due anni di restauro, di una delle più straordinarie statue in bronzo di epoca romana. Si tratta dell’opera che Emilio Isgrò (Barcellona Pozzo di Gotto, ME, 1937) ha pensato per la parete nord della fermata "Stazione FS" della metropolitana di Brescia, che si pone come nuova porta d’ingresso alla città, simbolo dell’accoglienza. |
Emilio Isgrò (Photo Fondazione Brescia Musei)
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L’artista siciliano ha realizzato "Incancellabile Vittoria", una monumentale installazione di circa 200 mq, composta da 205 pannelli di fibrocemento fresati, il cui soggetto presenta la sagoma della Vittoria Alata che si eleva dalle cancellature tipiche della sua cifra espressiva più caratteristica, che hanno dato origine a uno dei più originali linguaggi dell’arte contemporanea del secondo Dopoguerra. Le due Vittorie diventeranno punti di attrazione e faranno da trait-d’union tra due templi della città: quello classico del Capitolium, all’interno del rinnovato sito museale archeologico di Brescia, e quello della stazione ferroviaria dell’alta velocità e della metropolitana, emblema della modernità. Incancellabile Vittoria sarà donata da Isgrò alla città, andando così ad arricchire il patrimonio artistico della città della Leonessa. L’iniziativa, curata da Marco Bazzini, è promossa e sostenuta dalla Fondazione Brescia Musei, presieduta da Francesca Bazoli e diretta da Stefano Karadjov, e dal Comune di Brescia, con il contributo di Brescia Mobilità e Metro Brescia, il coordinamento artistico dell’Archivio Emilio Isgrò, il supporto di The FabLab Milano e il sostegno del Fondo Romeda per l’arte contemporanea. |
Photo Alessandra Chemollo
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"L’opera di Emilio Isgrò rappresenta un omaggio alla nostra città e a uno dei suoi simboli più preziosi: la Vittoria Alata - dichiara il sindaco Emilio del Bono -. La grandiosa statua del I secolo, tornata a Brescia da pochi giorni, è infatti celebrata da questo lavoro che reinterpreta un soggetto dell’arte antica attraverso la sensibilità e le tecnologie dell’arte contemporanea. L’installazione accoglierà i passeggeri della metropolitana e rappresenterà un emblema della resilienza e della volontà di rinascere di tutti i bresciani. Non posso, quindi, che ringraziare di cuore il maestro Isgrò per aver raccolto il nostro invito e per averci fatto questo splendido dono". “Il potere suggestivo del grande bronzo romano - spiega Francesca Bazoli, presidente di Fondazione Brescia Musei - è stato magistralmente colto da Emilio Isgrò nella grandiosa opera ad esso ispirata... e nelle bellissime parole della lettera che accompagna il suo generoso dono alla città". ll luogo di inserimento dell’opera è una soglia di transito e dialogo con il resto del mondo, essendo la stessa collocata nell’asse di connessione con l’alta velocità ferroviaria, in un luogo iconico dell’architettura funzionale e dell’infrastruttura moderna che si pone in un rapporto di suggestivo parallelismo con il tempio romano". "Il nostro gruppo - commenta Carlo Scarpa, presidente di Brescia Mobilità - è molto soddisfatto di questa originalissima operazione che ha visto importanti istituzioni del nostro territorio collaborare per addivenire a un risultato di grande valore: nei giorni del ritorno a Brescia di una splendida e fondamentale opera del passato, una delle stazioni simbolo della nostra metro, esempio di modernità e innovazione, accoglie un’opera di arte contemporanea di enorme pregio". |
Photo Alessandra Chemollo
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"Per ricchezza architettonica e tecnologica - sottolinea Flavio Pasotti, presidente di Metro Brescia - le nostre stazioni non sono semplici luoghi di passaggio e di attesa per andare altrove ma spazi vivi e vitali che accolgono, parlano e comunicano con i milioni di passeggeri che ogni anno le attraversano. L’arte contemporanea offre una chiave di lettura per questi luoghi, arricchisce il significato di un viaggio. L’opera che il maestro Isgrò ha donato ai bresciani, magnifica e maestosa, si sposa perfettamente con l’architettura della stazione metro FS rendendo evidente ciò che essa rappresenta: la nuova, contemporanea, Porta di ingresso alla città". La silhouette della dea romana, tratteggiata di colore rosso e riconoscibile dalle ali e dalla posizione alzata delle braccia, emerge da una più ampia griglia composta da cancellature nere su un brano tratto dall’Eneide di Publio Virgilio Marone, poeta classico che queste zone ha certamente frequentato per essere nato in ambito mantovano, non molto distante da Brescia, e autore del capolavoro letterario che racconta la fondazione di Roma, la sua grandezza e quella del suo impero di cui Brixia (l’antica Brescia) fu una delle città più importanti. Le cancellature sono state operate in profondità oltre che con livelli differenti rispetto alle lettere del testo. In questo modo è stato ottenuto un effetto di chiaroscuro tipico del bassorilievo scultoreo. "Per Isgrò cancellare parole e immagini - afferma Marco Bazzini - non ha mai voluto dire compiere né un atto nichilista né un gesto provocatorio. Al contrario, vuol dire riportarle tutte a nuova vita. Nel tempo e in diverse forme la cancellatura ha acquisito oltre a una valenza concettuale, anche un carattere pittorico, carattere che in questi ultimi anni si è manifestato con il ritrarre figure, quasi fossero dei pittogrammi, proprio come avviene in quest’occasione bresciana. Ma l’Incancellabile Vittoria è soprattutto un grande inno alla vita e all’unità sociale, perché l’arte di Isgrò da sempre unisce la grande estetica alla grande etica". L’opera è stata realizzata utilizzando una tecnologia avanzata a controllo numerico (digitale) progettata da The FabLab, presso il Talent Garden di Milano. "Incancellabile Vittoria" diventa, così, immagine della modernità, tanto quanto lo è la metropolitana di Brescia, costruita seguendo modalità che la pongono all’avanguardia dei trasporti in Europa. "Ho accolto con slancio – dichiara Emilio Isgrò – l’invito che mi viene da una meravigliosa città risorgimentale che sento mia non meno che di tutti gli italiani e, oserei aggiungere, di tutti gli europei di buona volontà. Una città che, prima, ha dovuto schivare le bombe venute dal buio e, recentemente, l’insidia del coronavirus, pagando un tributo rilevante di vite e di sangue. Come già nel Dopoguerra è su queste rovine che bisogna ricostruire, nel segno di una Vittoria Alata che viene da lontano e va lontano. Soprattutto con una consapevolezza: che il mondo è cambiato e cambia di continuo e che a noi tocca il compito di accompagnarlo con le nostre competenze e con quella cultura che è sempre stata e rimane il fondamento di ogni sviluppo economico e sociale".------------------------------------------------------------------------
EMILIO ISGRÒ. INCANCELLABILE VITTORIA
Fermata "Stazione FS", metropolitana di Brescia (Viale della Stazione, 36)