"I Peccati" Johan Creten. Accademia di Francia, Roma


Inizialmente prevista nella primavera scorsa, la mostra "I Peccati", di Johan Creten, sarà presentata, con il sostegno delle gallerie Almine Rech e Perrotin, dal 15 ottobre 2020 al 31 gennaio 2021 all’Accademia di Francia a Roma - Villa Medici, a cura di Noëlle Tissier. Precursore, inclassificabile e controcorrente, Creten (nato nel 1963) è un artista che si è distinto nel panorama artistico degli ultimi anni in quanto figura forte, enigmatica e intrigante.
Johan Creten. Photo Clair Dorn 2018
Dotato di una visione estremamente attuale della nostra società, egli ha saputo ritagliarsi uno spazio specifico all’interno della scena internazionale della creazione contemporanea, distinguendosi fin dagli anni Ottanta per l’uso innovativo della ceramica. Oggi è considerato una figura di spicco del suo rilancio nel campo dell’arte contemporanea. Un altro aspetto della sua opera è l’uso virtuoso del bronzo nella realizzazione di sculture monumentali, di cui un importante esempio, "De Vleermuis - Il pipistrello", sarà presentato nei giardini di Villa Medici. "I Peccati" raccoglie, per la prima volta in Italia e su tale scala, un insieme di cinquantacinque opere in bronzo, ceramica e resina, affiancate ad alcune opere storiche di Lucas Van Leyden (1494-1533), Hans Baldung (1484-1545), Jacques Callot (1592-1635), Barthel Beham (1502- 1540) e Paul van Vianen (1570-1614). La prima sala si apre con una serie di creazioni e ri-creazioni di opere concettuali del 1986. Accanto a "The Garden" (realizzato nel 1996-97 durante la residenza dell’artista a Villa Medici) e a opere più significative come "Présentoir d’Orange"(1989-2017) e "Plantstok" (1989-2012), questa sala mette in discussione il nostro rapporto con l’introspezione e la consapevolezza personale, evocando il concetto di paradiso perduto e di tentazione. Nella seconda sala, una nuova monumentale opera in resina "Muses et Méduses", iniziata nel 2005 e completata nel 2019, dialoga con brani della famosa serie metonimica "Odore di Femmina" (avviata nel 1998) sulla seduzione, l’ambiguità dei sentimenti e le relazioni umane. Una terza sezione riunisce opere altamente politiche tra cui il bronzo "Il prezzo della libertà" (2015), "Couch Potatoes"(1997) e una nuova serie di ceramiche "Wargames" (2019).


"Zwam3" 2019. Courtesy Johan Creten
Lungo la scalinata, si affaccia un gruppo di enigmatici bronzi a sollevare la questione della coscienza morale in una società coinvolta in un continuo movimento, in profonda mutazione. La scultura monumentale "The Herring" domina l’ultima sezione con i suoi 5 metri di altezza. Una nuova scultura, realizzata in collaborazione con gli storici laboratori della Porzellanmanufaktur Augarten, rivisita una porcellana di Doccia e sarà presentata al pubblico per la prima volta. Diffusa in tutto lo spazio, una nuova serie di "Bolders" in gres smaltato invita il pubblico a sedersi, prendere tempo, osservare le opere per scoprirne le connessioni e immergersi in magnifici dettagli: superfici di vetro scintillanti, significati nascosti e metafore. Creten parla di "Slow art" e della necessità di un ritorno all’introspezione. Un movimento che va dalla miniatura alle figure monumentali, che ci permette di appropriarci del nostro tempo e di immergerci in un’esplorazione del mondo con i suoi tormenti individuali e sociali, per un viaggio pieno di sorprese ed emozioni. Le sculture realizzate appositamente per la mostra romana tra il 2019 e il 2020 si aggiungono alle opere che scandiscono la carriera del maestro dagli anni Ottanta a oggi e sono qui abbinate a stampe, arazzi e bassorilievi del XVI e XVII secolo appartenenti alla sua collezione personale. Quest'intreccio stravolge la nostra percezione da molteplici punti di vista, che dal passato mettono in discussione il futuro della nostra umanità. La mostra sarà accompagnata da un catalogo con testi di Colin Lemoine e Nicolas Bourriaud, un’introduzione di Noëlle Tissier e fotografie di Gerrit Schreurs. Nato nel 1963 in Belgio, Johan Creten è uno scultore fiammingo con sede a Parigi. Lavora in tutto il mondo, dall’Aia a New York, da Miami a Città del Messico. Ha esposto, in particolare, nelle sale rinascimentali del Louvre in dialogo con Bernard Palissy e al Museo Eugène Delacroix di Parigi, al Museo d’Arte Bass di Miami, alla Biennale di Istanbul, al MAMCO di Ginevra e al Museo Middelheim di Anversa. Solo nelle ultime stagioni, nel 2017, presenta una nuova serie di sculture "8 Gods" alla galleria Almine Rech di Bruxelles, in mostra al Petit Palais per la FIAC (On Site). E' poi a Istanbul con "Between Day and Dream" alla Galleria Pilevneli. Nel 2018 "Sunrise/Sunset" viene allestita alla galleria Perrotin di Parigi, aprendo su un monumentale "De Gier" in bronzo di 4,80 metri presentato nel cortile. Contemporaneamente, inaugura una grande mostra personale al Beelden aan Zee Museum dell’Aia, "Naked Roots/Naakte Wortels”, tanto sensuale quanto coinvolgente. Nel 2019 presenta una selezione di alcune sculture monumentali in bronzo per il Parco delle Sculture I Pilane in Svezia, tra cui "De Vleermuis", esposto sul piazzale del Petit Palais per la FIAC in ottobre. Per il 2020, parallelamente alla mostra “I Peccati” all’Accademia di Francia a Roma - Villa Medici, è in programma anche una personale alla Perrotin Gallery di Parigi dal 17 ottobre al 20 dicembre 2020, intitolata "Entracte". L’opera di Johan Creten è rappresentata dalla Perrotin Gallery di Parigi, New York, Hong Kong, Seoul, Tokyo e Shanghai; dalla Almine Rech Gallery di Bruxelles e dalla Transit Gallery di Mechelen. "I lavori di Johan Creten parlano al turbamento interiore di ognuno di noi, come individui ma anche come società, trattando temi come la natura, la femminilità, il potere, la politica e la spiritualità" (T Magazine - The New York Times).