La metà degli anni Settanta è stata segnata in Citroën da una serie di eventi: da un lato il rinnovamento della gamma con l’introduzione nel ’74 della nuova CX e l’avvio del modernissimo stabilimento destinato a produrla, ad Aulnay a nord di Parigi; dall’altro la congiuntura determinata dalla crisi petrolifera e la psicosi collettiva che ne derivò a livello planetario. Quest’ultimo fattore, in particolare, si rivelò fatale per due icone dell’automobilismo come DS ed SM, che uscirono contemporaneamente di produzione il 24 aprile del ’75, ma in compenso rivitalizzò la gamma dei modelli più economici (nel costo d’acquisto e nei consumi) e stimolò Citroën ad esplorare motorizzazioni diverse. È il caso della CX Diesel, presentata nel ’75 e prodotta abbinando il propulsore di 2,2 litri a gasolio del nuovo furgone C35 alla sofisticata scocca della CX: già priva di vibrazioni grazie al suo sistema di sospensione della carrozzeria sul telaio tramite silent block, diverrà sino alla fine degli anni Ottanta un assoluto bestseller, risultando per una decina d’anni l’auto diesel di serie più veloce del mercato. Per quanto riguarda le piccole cilindrate, con numeri in costante calo ormai da anni (visto che la 2CV era stata introdotta nel lontano1948) l’azienda transalpina stava esplorando nuove strade che avrebbero portato nel 1977 alla nascita di vetture come la LN, sintesi del know-how della marca del Double Chevron in fatto di motori semplici ed economici da manutenere. Equipaggiata con il bicilindrico della Dyane, Citroën LN avrà un’ottima accoglienza sul mercato delle vetture urbane, grazie alla sua compattezza e alla sua economia d’esercizio. Ma questo avverrà nel 1977, soltanto in seguito all’intero processo di industrializzazione del prodotto. Nel frattempo l’esigenza principale di Citroen era quella di frenare il calo delle vendite delle bicilindriche "classiche", come la 2CV e la più recente Dyane. Una svolta importante per risolvere la situazione la diede Serge Gevin, pittore, artista e decoratore "scoperto" da Robert Delpire, il pubblicitario di Citroën dell’epoca, e che per Citroën aveva già progettato alcuni tra i più bei stand fieristici.
La vettura scelta come base fu la classica 2CV4 con motore di 435cc (anche se in alcuni mercati fu usata la 2CV6), nella versione più lussuosa denominata "Club": strumentazione "di lusso" dell’AMI6, elegante volante in resina della Quillery, rivestimento interno in tessuto arancione e tinte molto vivaci dei pannelli-porta, a strisce bianche e arancione, come lo speciale tendalino che consentiva di ripararsi dal sole a capote aperta, specifico di questo modello. Il primo prototipo, poi rivelatosi definitivo, fu portato in Normandia per essere fotografato nel gennaio del 1976. Sempre in quell’anno furono preparati i materiali pubblicitari per i concessionari. Il 27 marzo del 1976 l’anteprima della 2CV Spot si svolse nel contesto di un evento eccezionale: centinaia di Traction Avant, B14, Rosalie, 5 e 10 HP "circondarono" la fabbrica Citroën di Quai de Javel (ormai ribattezzato Quai André Citroën) nel centro di Parigi. Era il Club Citroën che salutava, con una pacifica invasione, il vecchio cuore del Double Chevron che, spostata la produzione ad Aulnay, si avviava verso la demolizione per lasciare spazio all’attuale Parco André Citroën. Dentro alla grande halle de livraison, il salone vetrato dove le auto venivano controllate un’ultima volta prima della consegna, c’era una 2CV Spot e gli sguardi degli appassionati cultori del marchio già esprimevano il consenso con cui sarebbe stata accolta dal grande pubblico. La data del lancio fu scelta e annunciata: da sabato 10 a domenica 12 aprile 1976 in tutti i concessionari Citroën che nel frattempo avevano ricevuto una o due 2CV Spot ed un telo (ovviamente a strisce bianche e arancione) per coprire la vettura prima del suo reveal al pubblico.1.200 auto erano già pronte, per un totale di 1.800 quando a maggio terminò la produzione. Le prime furono vendute già il venerdì 9 aprile quando qualche concessionario alzò il telo per mostrare l'edizione in serie limitata ai clienti più affezionati. Le ultime, quelle che erano state nascoste (era scoppiata una vera caccia alla Spot!) furono assegnate tra maggio e giugno. Quasi duemila vetture vendute in poche settimane era la prova evidente che la 2CV, passando da "auto per contadini" (lavoro per cui era stata progettata) ad "auto delle nuove generazioni" aveva ancora un futuro radioso davanti a sé e Serge Gevin, l’autore della Spot, avrebbe fatto proseguire questa storia di successo.