Fondazione In Between Art Film è lieta di annunciare la sua prima mostra, "Penumbra", che aprirà al pubblico il 20 aprile 2022 all’Ospedaletto e alla Chiesa di Santa Maria dei Derelitti a Venezia, in occasione della 59.a Esposizione Internazionale d’Arte, La Biennale di Venezia. Curata da Alessandro Rabottini e Leonardo Bigazzi - rispettivamente direttore artistico e curatore della Fondazione - "Penumbra" presenterà una serie di nuove produzioni video di Karimah Ashadu (1985, Regno Unito), Jonathas de Andrade (1982, Brasile), Aziz Hazara (1992, Afghanistan), He Xiangyu (1985, Cina), Masbedo (Nicolò Massazza, 1973 e Iacopo Bedogni, 1970, Italia), James Richards (1983, Regno Unito), Emilija Škarnulytė (1987, Lituania) e Ana Vaz (1986, Brasile). Commissionate e prodotte dalla Fondazione In Between Art Film, l’istituzione fondata e presieduta da Beatrice Bulgari, le otto opere affrontano, in modo diverso, i temi urgenti della contemporaneità. "Penumbra", il cui titolo evoca uno spazio parzialmente illuminato, è ispirata all’atmosfera rarefatta di Venezia e all’architettura ibrida dell’Ospedaletto e della Chiesa di Santa Maria dei Derelitti, i cui spazi vengono trasformati in un dispositivo cinematografico. L’esposizione mette in mostra una riflessione sulle immagini in movimento come spazio di trasformazione materiale e metaforica confermando l’impegno della Fondazione nel promuovere la cultura delle immagini in movimento e nel supportare gli artisti, le istituzioni e i teorici internazionali che esplorano il dialogo tra discipline e time-based media. La preseidente Beatrice Bulgari spiega: "Da appassionata sostenitrice delle immagini in movimento e di istituzioni come il Museo MAXXI, la Tate Modern, la Biennale di Venezia e dOCUMENTA, ho creato la Fondazione In Between Art Film nel 2019 per estendere questo sostegno agli artisti, ai curatori e agli scrittori internazionali che lavorano nell’ambito delle immagini in movimento. In questi anni ci siamo progressivamente dedicati a commissionare e produrre opere originali: la scelta di accompagnare gli artisti nel processo di realizzazione delle loro visioni si inserisce nella nostra missione di espandere il ruolo e il potenziale delle immagini in movimento nel nostro presente.
Venezia è una città unica e con la Biennale diventa un palcoscenico internazionale: per questo è stata la scelta più naturale per la nostra prima mostra. Sono felice di portare otto nuove commissioni all’attenzione di un pubblico mondiale, nella speranza di contribuire alla vita artistica della città e al dibatto su alcuni dei temi più urgenti del nostro tempo". In dialogo con le aree del Complesso dell’Ospedaletto, dove le diverse epoche e funzioni si sono sovrapposte in maniera inaspettata, le opere di "Penumbra" propongono una riflessione sulle zone d’ombra degli stati di vulnerabilità e di immunità, dei concetti di memoria e di storia, di verità e di finzione, all’interno del panorama delle attuali trasformazioni globali. L’allestimento curato da Ippolito Pestellini Laparelli e dal suo studio 2050+ rimanda alla storia del luogo e al tempo stesso spazializza il concept della mostra. Costruito nel 1517 come struttura provvisoria per accogliere i bisognosi, l’Ospedaletto ben presto diventò uno dei più importanti ospedali di Venezia. La struttura provvisoria fu progressivamente sostituita da reparti permanenti e da una chiesa, il cui progetto rivela l’influenza di Andrea Palladio. Nel corso dei secoli fu sottoposto a rimaneggiamenti che rispecchiavano il gusto dell’epoca: dagli interventi barocchi di Baldassare Longhena sulla facciata della chiesa alle decorazioni di alcuni degli artisti più celebri del momento, tra cui Giambattista Tiepolo. Il complesso fu poi ampliato ulteriormente da un cortile, un loggiato, una scala a chiocciola progettata da Giuseppe Sardi e una sala concerto ellittica decorata dai dipinti illusionistici di Jacopo Guarana, discepolo del Tiepolo. A questa stratificazione architettonica corrispondono i cambiamenti nelle destinazioni d’uso che si sono avvicendati fino a tempi recenti, quando il Complesso dell’Ospedaletto è diventata la sede di una casa di riposo, prima di essere trasformata in uno spazio culturale grazie a Ospedaletto Contemporaneo, un’iniziativa promossa da Venews Arts.