I grandi festival musicali svizzeri annunciano in forte anticipo i loro cartelloni 2022, persino con tutti i dettagli (date e nomi dei grandi interpreti). E Gstaad è tra i primi a metterli già on line. La città musicale posta al centro della nuova edizione - dopo Londra - è "Vienna". Spiega il direttore artistico Christoph Muller: "Quale cornice più bella di quella dei festeggiamenti di fine anno 2021 per alzare il velo su un Festival interamente dedicato a Vienna, città di luce, splendore e tradizione? Godere di immergersi nel rassicurante Paese dei valzer di Strauss, delle gemme senza tempo dei maestri del classicismo e dei suoi creatori visionari del 1900? Un invito irresistibile…".
Christoph Muller |
Poi un "Flauto magico" diretto da Christophe Rousset, grandi serate sinfoniche con Vasily Petrenko, Jaap van Zweden e Alain Altinoglu e ancora la "Missa solemnis" beethoveniana diretta due volte da René Jacobs in apertura del Festival. Spiega meglio Muller: "Quando nel 2020 il mondo intero ha celebrato il 250 °anniversario della nascita di Ludwig van Beethoven, tutti gli occhi si sono concentrati sulla città che ha visto nascere e fiorire la sua arte: Vienna. Fu nella metropoli musicale per eccellenza che il grande compositore trovò la sua ispirazione e vide il suo genio fiorire grazie al sostegno dei più illustri mecenati; lì rimase fino alla sua morte nel 1827, all'età di 56 anni. La storia d'amore che unisce Vienna alle più alte vette della creazione musicale prende il volo in epoca barocca, nell'orbita della vita di corte e della nobiltà. La borghesia è entrata in questa vicenda più tardi, durante quello che è stato chiamato il 'Biedermeier'".
La conclusione è una sola: "Dedicata a Vienna proprio con un focus su Beethoven, la nostra edizione 2020 è stata cancellata a causa della pandemia. Questa circostanza ci è parsa come una sorta di 'legittimazione' alla nostra decisione di posticipare di due anni il nostro giubileo beethoveniano. Sir András Schiff lo ha detto bene durante il suo memorabile recital tenuto nell'ambito del Pop-up-Festival 2020 : il genio di Bonn non ha bisogno di un numero tondo per essere celebrato... Beethoven incarna l'anima e la storia del classicismo viennese, costituendo quindi la spina dorsale di qualsiasi festival classico". Ecco spiegate le ragioni di questo "ritorno" a Vienna e al suo grande maestro.
Diego Florez |
a cura di Daniele Vaninetti