Queste evocazioni ludiche portano lo spettatore verso lo spettacolo della scena finale, che ricalca quelli di fine anno scolastico, dove ogni gruppo di bambini sale sul palco per segnare il passaggio alla classe successiva. Ma la festa è in realtà totalmente disincantata, accompagnata dalla musica di un flauto dissonante, che spinge i bimbi nei meandri della terra attraverso scivoli, per riportarli al loro stato di piccoli esseri umani invisibili. La mostra si compone di altre 4 opere, che fanno da controcanto a quella principale, alternando video e installazioni: "This mine is mine", installazione realizzata con fili luminosi che consente allo spettatore di vedere le gallerie sotterranee attraversate dai piccoli minatori; il video "Bleus de travail (Tute da lavoro)", una metafora del lavoro minorile in tutto il mondo; l’opera "Les petits chevaux du complot (I cavallini del complotto)", una giostra non praticabile di cui lo spettatore vede solo gli elementi inferiori, animali dal disegno ingenuamente abbozzato, molto usurati dal tempo; il video "Tu redeviendras poussière (Diventerai di nuovo polvere)" basato sul racconto dei residenti di un'antica città mineraria nel nord della Francia che analizzano i propri livelli di silicosi nei polmoni, la malattia del lavoro che colpisce i minatori. L’artista sceglie di confondersi nella vita delle comunità che ogni volta coinvolge nella realizzazione dei suoi lavori, per iconizzare il presente, fatto di opposte marginalità, privazioni ed eccessi, ma anche di tradizione e senso di appartenenza, per raccontare con immagini condivise condizioni che accomunano tutti anche quando sembrano distanti. Un presente che cerca un nuovo linguaggio per i diritti, le regole della convivenza, il cambiamento sociale. Dal passato prossimo passando per il presente, in cerca di un nuovo futuro da declinare. Il progetto è arricchito dalla pubblicazione di un libro, co-prodotto da Fondazione Merz hopefulmonster editore, distribuito internazionalmente, che ne documenterà la genesi e lo sviluppo e che includerà i contributi del curatore e di altri scrittori provenienti da ambiti disciplinari differenti, per raccogliere svariati spunti di riflessione su un tema sociale così importante e urgente.
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Bertille Bak (nata nel 1983 ad Arras, vive e lavora a Parigi) persegue una visione sociologico-politica se non addirittura, come è stato notato, da etnologa. Le sue opere sono espressione di un processo creativo e di una formalizzazione. Il processo si fonda su un modus operandi che si interessa e condivide la vita di comunità ai margini della cultura dominante al fine di stimolare una reazione non rivoluzionaria o violenta, ma che Bak definisce "rivolta alternativa" contro le decisioni intollerabili che rendono difficile la vita ai membri di tali comunità. La formalizzazione è l’espressione di tale approccio e del sentimento di empatia che unisce il creatore ai suoi compagni di strada e si concretizza in qualcosa che si dimostra più vicino alla fiaba che al documentario. Bak esprime un’arte di relazione rivolta a comunità di persone più o meno consapevoli delle loro caratteristiche identitarie e a minoranze spesso dimenticate o represse. Nel corso di visite e lunghi soggiorni all’interno delle comunità di volta in volta prescelte, costruisce relazioni interindividuali votate a generare consapevolezza dell’utilità sociale di persone e gruppi. Mediante la condivisione del quotidiano, lo studio del territorio, l’analisi dei legami sociali, della cultura, delle tradizioni e dell’organizzazione economica, si cala nel ruolo di agitatore sociale proponendosi come coscienza critica in grado di produrre consapevolezza politica nei suoi interlocutori. Ne scaturiscono ritratti collettivi colti da un punto di vista eccentrico, spesso basato sulla ricerca di mitologie individuali, in un ostinato tentativo di serbare tracce e di preservare la memoria. Non è un caso che Bak abbia lavorato come allieva di Christian Boltanski all’Ecole Nationale des Beaux-Arts di Parigi.Bertille Bak, Mineur Mineur
Dal 21 febbraio al 22 maggio 2022
Fondazione Merz, via Limone 24, 10141 Torino
Orari: dal martedì alla domenica 11-19
Info: tel. 011 19719437
www.fondazionemerz.org
Didascalie delle immagini delle opere, dall'alto in basso:
Copertina - Bertille Bak, Mineur Mineur , 2022. 5 video simultanei, 14 minuti. Produzione: La Fondation des artistes, French Institutes, La Criée_art contemporary centre di Rennes, e Bertille Bak
1 - Bertille Bak, Tu redeviendras poussière, 2017. Vidéo, 24 min. Production artconnexion, Lille.
3 e 4 - Bertille Bak Bleus de travail, 2020 video, 10 min Production Le Cyclop