Palazzo Te, Mantova: sino al 26 giugno 2022 la mostra "Le pareti delle meraviglie. Corami di corte tra i Gonzaga e l’Europa" indaga e riscopre l’eccezionalità dei preziosi apparati decorativi in cuoio che nel Rinascimento adornavano gli ambienti dei palazzi delle più importanti corti europee, esprimendone il lusso e la grandezza. Curata da Augusto Morari, l’esposizione inaugura la stagione espositiva 2022 di Fondazione Palazzo Te "Mantova: l'Arte di vivere" dedicata allo "stile di vita" della corte dei Gonzaga nella Mantova rinascimentale. Con la consueta attenzione al territorio e ai grandi temi della storia dell’arte e della cultura, il progetto annuale è coordinato dal direttore Stefano Baia Curioni - con un comitato composto da Barbara Furlotti (The Courtauld Institute), Davide Gasparotto (Getty Museum), Ketty Gottardo (The Courtauld Gallery), Augusto Morari (Fondazione Palazzo Te), Guido Rebecchini (The Courtauld Institute) e Xavier Salomon (The Frick Collection) - e propone un viaggio inedito nella dimora cinquecentesca, ricollegando l'edificio e la sua decorazione pittorica agli oggetti e agli eventi effimeri che un tempo ospitava e per i quali fu originariamente creato. "La mostra 'Le pareti delle meraviglie', che dobbiamo alla passione instancabile di Augusto Morari - racconta il direttore Baia Curioni - è una doppia occasione di felicità: conoscere l’arte antica di portare la magia nei palazzi decorando pareti fantastiche e vedere Palazzo Te come è stato immaginato al tempo della sua creazione". Un tempo molto in voga e oggi quasi del tutto perduti, i corami venivano utilizzati in particolari occasioni celebrative e nella quotidianità, disposti alle pareti tra l’ornamento della parte alta e il pavimento, con duplice funzione: una di ordine pratico come isolante, l’altra di carattere più scenico per ostentare la ricchezza.
Anche i Gonzaga, nel lungo periodo della loro reggenza, hanno commissionato e acquistato corami di tutti i tipi e motivi presso i centri più rinomati di lavorazione delle pelli - Napoli, Roma, Bologna, Ferrara e soprattutto Venezia - per arredare le loro residenze, in primis Palazzo Te, in una incessante ricerca del raffinato, del bello, del meraviglioso. Proprio per la rarità di questi sontuosi manufatti dovuta alla facile deperibilità, la mostra mantovana si presenta come un unicum nel panorama delle esposizioni d’arte: un excursus nuovo e sorprendente che consente al pubblico di visitare Palazzo Te come non l’abbiamo mai visto, attraverso l’esposizione di una raffinata selezione di circa sessanta opere in prestito da prestigiosi musei italiani e stranieri - tra cui i Musei Correr e Palazzo Mocenigo di Venezia, Palazzo Madama di Torino, Stibbert e Mozzi Bardini di Firenze, l’Archivio di Stato di Mantova e il Museumslandschaft Hessen di Kassel - e da collezioni private. A partire dall’eccezionale ritrovamento di un inedito corame cinquecentesco ricondotto dal curatore Augusto Morari alla proprietà Gonzaga - accertata e confermata dal recupero sotto la vecchia foderatura dei timbri dell’arma Gonzaga -, la mostra si sviluppa in sette sezioni che ripercorrono la fortuna e l’affascinante storia di questi oggetti di altissima finezza tecnica ed estetica, e la loro diffusione dal secondo Quattrocento alla metà del Seicento.
"L’indagine sui corami - commenta ancora il curatore - si sviluppa a partire da due testimonianze mantovane: la lettera del 1464 di Francesco Gonzaga alla madre Barbara di Brandeburgo in cui le annuncia il regalo di 'quattro spalere di cuoio cordovano per adornare le pareti' e un 'indizio' significativo contenuto nella Camera Picta di Andrea Mantegna, dove l’artista dipinge una cortina imitante un corame ispano-moresco, fitto di significati. Proprio da questo particolare si apre il percorso espositivo incentrato sul corame appartenuto alla famiglia Gonzaga: un pezzo straordinario composto da moduli di pelle a sfondo blu con disegni a maglia ogivale, con al centro il melograno, argentato a mecca. Desidero ringraziare le numerose istituzioni che hanno partecipato alla realizzazione della mostra concedendo il prestito di opere preziose, poco conosciute dal pubblico, in alcuni casi restaurate proprio per questa occasione. Un sentito ringraziamento anche ai collezionisti di Mantova, Firenze e Cremona per la generosa collaborazione". Accanto alla ricca selezione di oltre venticinque corami e manufatti in cuoio, alcuni dei quali presentati al pubblico per la prima volta, nelle sale di Palazzo Te sono esposti raffinati tessuti del XIV-XV secolo con motivi orientali che testimoniano il diffondersi del gusto per l’esotico e della moda di nuove tipologie decorative, caratterizzate da disegni fantasiosi ispirati alla natura; dipinti e disegni ispirati alla sfavillante tendenza delle infiorescenze che nel corso del Seicento influenza fortemente le produzioni artistiche; lettere e documenti d’archivio a testimonianza delle innumerevoli richieste e degli acquisti sfrenati della corte Gonzaga.
Grazie alla collaborazione con Factum Foundation, è inoltre esposta nella Camera dei Venti la rielaborazione in 3D del Corame con vasi di fiori del Musée des arts decoratifs di Parigi: digitalizzato in altissima risoluzione usando il Lucida 3D Scanner (ideato e progettato da Manuel Franquelo e Factum Arte) e fotografia composita, il corame è stato ricreato a grandezza naturale, adattandolo agli spazi, in una copia che mira a restituire la delicatezza della sua superficie. Nella raffinata composizione dell’opera, riferita a maestri coramari forse veneziani, compaiono uccelli e diversi fiori come i tulipani che si aprono a ventaglio con reminiscenze della cultura turca e persiana. L’uso di ricreazioni e facsimile per innovare i percorsi espositivi, soprattutto quando l’oggetto originale è impossibilitato alla movimentazione, è al centro delle proposte di Factum Foundation per contribuire alla conservazione, allo studio e alla disseminazione del patrimonio culturale mondiale. All’interno degli spazi della mostra, per illustrare e approfondire i laboriosi procedimenti tecnici inizialmente ereditati dai mori e dagli arabi di Spagna, è allestita una bottega del maestro "auripellario" con i materiali usati per l’esecuzione e il decoro degli arredi parietali. L’esposizione è accompagnata da un catalogo edito da Publi Paolini con saggi e schede di Augusto Morari, Paola Frattaroli, Andrea Petrucci e Stefano Parolini, e un’introduzione di Stefano Baia Curioni. E' promossa dal Comune di Mantova, prodotta e organizzata da Palazzo Te con il contributo di Fondazione Banca Agricola Mantovana, Claipa e PIC, e con il supporto tecnico di di Glas Italia e Pilkington - NSG Group, in collaborazione con Factum Foundation, con il supporto di Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani e in sinergia con Mantova città d’arte e di cultura. Anche quest’anno il progetto espositivo è stato affidato a Lissoni Associati, mentre il progetto grafico è sviluppato da Lissoni Graphx.
Crediti: Installation view Le pareti delle meraviglie, Palazzo Te di Mantova, foto Gian Maria Pontiroli © Fondazione Palazzo Te