Giuditta, Cesare e Renato a Villa Romantica, Circeo (metà anni Settanta) |
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Scrive l'autrice: "In quanti se lo ricordano? Renato Rascel, alias il 'Piccoletto nazionale' era uno di quegli artisti poliedrici che poteva (e riusciva) a scrivere e interpretare ogni ruolo con entusiasmo, grinta e determinazione. Oserei dire che il suo talento sia derivato, proprio fin da bambino, dalla capacità di osservare intorno a sé quello che accadeva e di concentrarsi nel restituirlo - con situazioni sceniche, battute e interpretazioni surreali - tramite una propria creatività onirica e deliziosa, soprattutto spiazzante. La sorpresa più grande è proprio aver scoperto che la sua grandezza derivava dall’essere un autodidatta intelligente e 'spugnoso', capace di ascoltare lo spettatore ed intuirne i suoi umori: insomma, un autentico 'servitore' dello spettacolo. Sono passati oltre 20 anni dal dottorato di ricerca che ho avuto la fortuna (e l’onore) di scrivere sulla sua arte in tre anni di giri per archivi, emeroteche, biblioteche - in un mondo, ci tengo a sottolinearlo, ancora privo di Internet o social media - dove la scoperta di carteggi o copioni (anche inediti), fotografie d’epoca e testimonianze raccolte di persona da suoi amici e colleghi era una benzina energetica che generava entusiasmo e curiosità nel voler saperne di più, non solo sulla sua vita e i suoi lavori, ma su un’epoca di ricca formazione culturale della nostra storia. Nato nel 1912 e morto nel 1991, Rascel artista ricopre fulgidamente l’attività di musicista, interprete, regista, compositore, ballerino, cantante, autore - in pratica un affabulatore della propria poetica, stralunata ed elastica - dagli anni Trenta a quelli Ottanta, toccando indistintamente le corde comiche e drammatiche, senza mai pretese intellettualistiche. Il suo umorismo garbato produceva un genuino benessere mentale e il suo impegno nell’affrontare ogni nuova avventura - tra teatro, cinema, radio, televisione, musica, giornalismo e favole per bambini - si rifletteva in un apprezzamento e sorriso del popolo che rispettosamente vi si rispecchiava, incantandosi, per poi imitarne le arguzie più originali e così facendo collaborare a costruire un parziale subconscio immaginifico collettivo. In ogni suo gesto, parola, azione e 'riflessione' (come l’aver captato tra i primi la maestria eclettica di Gigi Proietti, tanto per fare un esempio) Rascel ha messo sia del suo che del nostro. Il percorso che ho voluto dedicargli è al contempo cronologico ma anche sincronico, diviso per i diversi linguaggi scenici che ha affrontato - sul palcoscenico come sul set e sul piccolo schermo - ed interfacciato costantemente dal suo genio musicale (autoriale e compositivo) e da un umorismo raffinato che sa tradursi in immediato gesto ammiccante, data la forza esplosiva della sua presenza scenica. Il 'caratteraccio' di Rascel? Molti lo ricordano per questo. Da profana lo considero professionismo. Non l’ho conosciuto personalmente, ma l’ho 'respirato' per un triennio sulla carta di copioni, libri e giornali, e tramite la voce di chi lo ha conosciuto, ma soprattutto attraverso i racconti della persona che gli è stata accanto - nel pubblico e privato - per oltre 20 anni, Giuditta Saltarini. È grazie a lei che ho percepito le parole di un marito che le narrava i colori del suo passato prima del loro incontro; è con lei che Rascel è uno dei rari esempi di realizzazione simbiotica della coppia nella vita e nell’arte; ed è, infine, attraverso la sua disponibilità ad aprire certi armadi, un quarto di secolo fa, che è potuto fuoriuscire un brandello di storia che a molti può far piacere ricordare. Questo non è un libro di aneddoti, ma un sentito e modesto tentativo di ricostruire la memoria tramite una documentazione precisa che conduce a ragionamenti, ipotesi, supposizioni. Sperando che le nuove generazioni si appassionino al lavoro di ricerca non con i 'copia-incolla' da Internet ma con un preciso lavoro di inchiesta. E di quel pezzo di spettacolo italiano di cui Rascel era contemporaneo, ce n’è ancora moltissimo da recuperare e riscoprire...". (Elisabetta Castiglioni)
Con Eduardo De Filippo sul set di "Questi fantasmi" (1954) Ag foto GB Poletto |
SCHEDA TECNICA
Titolo: RENATO RASCEL
Sottotitolo: Un protagonista dello spettacolo del Novecento
Autrice: Elisabetta Castiglioni
Casa editrice: Iacobelli editore
Collana Pop Story
Formato 16x23 cm
Pagine 400
Prezzo €19,80
Genere Spettacolo / Musica / Cinema
Copertina A colori
Interno B/N
Comprende 32 pagine di fotografie in B/N
Volume a cura di Francesco Coniglio
Realizzato con Alessio Trabacchini e Diego Coniglio
Progetto grafico di collana: Massimiliano D’Affronto
Ideazione copertina: Dario Morgante
Illustrazione di Giancarlo Impiglia/Mancini Studio tratta dall’album RCA Italiana PSL 10582
D’amore si ride del 1973
Impaginazione: Daniele Giorgi
© 2022 Iacobellieditore.
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