La Fondazione Gualtiero Marchesi, dopo la scomparsa del maestro (nella foto qui sopra), ha dato vita a una collana di Quaderni di approfondimento (Cinque Sensi Editore) sul suo lascito culturale. Arriva il secondo numero e, intanto, per i "Martedì di Bonvesin de la Riva", il 5 aprile alle 18,30, live su facebook.com/Gualtiero MarchesiOfficial un webinar affonda i colpi su un tema centrale nella ricerca di Marchesi: "La cucina è arte?". Intervengono Alberto Capatti (presidente della Fondazione), Aldo Colonetti (filosofo, storico e teorico Arte e Design), Simona Marchesi (musicista), Paola Navone (architetto e designer), Nicola Perullo (filosofo e docente di Estetica UNISG), Aldo Spoldi (artista e docente presso l'Accademia Belle Arti di Brera), Massimiliano Tonelli (direttore editoriale Artribune e docente IULM) oltre ai cuochi Enrico Bartolini, Pietro Leemann e Davide Oldani. Conduce Eleonora Cozzella.
E' noto quanto Gualtiero Marchesi, il padre della Nuova Cucina Italiana, attraverso scritti e interviste, si sia speso per dare l’abbrivio a un tema per certi aspetti nebuloso e poco identificabile: il rapporto tra la cucina e le arti applicate. Il secondo Quaderno della Fondazione a lui intitolata riparte proprio da queste sue intuizioni cercando di gettare le prime vere basi per una reale messa a fuoco del problema. E lo fa chiamando a raccolta intellettuali di varie discipline per un confronto che vuole essere un primo, autentico e sistematico avvio per lo sviluppo di una nuova dimensione sociale e teorica sull’argomento, come del resto è già avvenuto per il Design e la Moda. I contributi sono a firma di Alberto Capatti, Gianluigi Colin, Aldo Colonetti, Mario Franzosi, Gualtiero Marchesi, Paola Marchesi, Nicola Perullo, Aldo Spoldi, Massimiliano Tonelli e Salvatore Veca. "La Fondazione Gualtiero Marchesi - è evidenziato dai promotori - si impegna a studiare, informare e cucinare con un obiettivo chiaro. Ha una visione piramidale del sistema alimentare, alla cui base c'è la produzione di massa e l'industria. Salendo man mano che la piramide si restringe, troviamo ingredienti di qualità, cucina casalinga e di ristorazione, seguiti da professionisti di ogni settore, dal marketing al packaging al design, e infine vicino ai vertici, chef professionisti e le loro creazioni. Sulla punta estrema della piramide si trova una cucina fatta di immagine, arte e musica. Questa visione, ereditata da Marchesi, favorisce la ricerca trasversale, con obiettivi ben definiti che consentono di apprezzare la tradizione, le testimonianze e gli sprazzi di genio che racchiudono un piatto, la sua foto ei suoi colori. L'arte, nelle sue due accezioni di artigianato e creatività, giocherà un ruolo di primo piano, dopo lo studio di un passato lungo quanto la vita del maestro e di un presente la cui storia è ancora da definire e registrare. L'obiettivo della Fondazione Gualtiero Marchesi è raccogliere documenti, dai menu alle ricette, pubblicare ricerche e testimonianze, produrre biografie e album fotografici sulla vita di coloro che hanno rivoluzionato la cucina italiana e avviare una serie di brevi pubblicazioni che analizzino la piramide alimentare, dal basso verso l'alto".
E ancora: "La Fondazione è già impegnata nella ricostruzione dell'opera del suo mentore e nella divulgazione dei suoi piatti, icone e simboli. Intende dimostrare sensibilità ed estrema attenzione alle varianti della cucina italiana che, dopo la sua morte, lo richiamano, fingono di ignorarlo o cercano il suo successore". E sul tema del rapporto tra espressione artistica e cucina, una risposta sembra già essere stata messa a tema: "La gastronomia fa parte del sistema delle arti applicate: fondamentale è il riferimento con tutte le discipline che concorrono alla qualità sinestetica del 'cibo', dalla natura alla cultura e tutte le sue trasformazioni. Mangiare - scrive la Fondazione - è un atto culturale per cui non è possibile separarlo dal contesto, dalla storia, dalle pratiche che la tradizione nel tempo ha definito. Mangiare è un atto culturale anche rispetto al presente e al futuro, per cui l'innovazione è parte integrante di questo 'mestiere', facendo comunque sempre riferimento alle pratiche consolidare e ai modelli culturali di riferimento. Senza memoria non esiste vera innovazione nel sistema del cibo. Natura e cultura fanno parte, secondo una dialettica aperta e mai ideologica, del sistema gastronomico: ogni atto, dalla coltivazione alla preparazione, dai sistemi di cottura all'organizzazione degli spazi del consumo, agli strumenti, non devono mai dimenticare questa relazione che non deve impedire, comunque, le invenzioni e le scoperte... Il cuoco è protagonista, all'interno di questo sistema, ma rappresenta una parte del tutto. La cucina è, per queste ragioni, centripeta e centrifuga contemporaneamente".
Immagine di copertina: Fondazione Gualtiero Marchesi