La Fondazione Musei Civici ospita a Palazzo Ducale un'eroina della storia dell’arte e sancisce lo straordinario ritorno a Venezia di una illustre artista. Con l'arrivo della "Maria Maddalena in estasi", capolavoro di Artemisia Gentileschi, si inaugura la rassegna "Ospiti a Palazzo". L'opera proviene da un collezionista privato per entrare, grazie a un prestito a lungo termine, nelle collezioni della Fondazione Musei Civici di Venezia e da sabato 11 giugno 2022 è esposta a Palazzo Ducale. Nel dipinto Maria Maddalena non è penitente, ma in estasi, con la testa reclinata all’indietro e gli occhi chiusi in un mistico rapimento. La fonte luminosa, proveniente dal basso, aumenta l’intima drammaticità della scena. Posa e volto esprimono una cruda sensualità: che questo soggetto fosse dipinto da una donna con tale intensità espressiva non faceva che accrescerne il pregio agli occhi dei collezionisti dell’epoca mentre ai nostri giorni continua a emanare un fascino che conquista lo spettatore contemporaneo.
Artemisia Gentileschi, Maria Maddalena in estasi |
Probabilmente fu proprio durante il periodo veneziano che l’artista ottenne una delle sue più prestigiose commissioni: l’esecuzione per Filippo IV di Spagna del dipinto con la storia di Ercole e Onfale, destinato all'Alcázar di Madrid, residenza della famiglia reale spagnola. Educatasi a Roma sotto l’egida del padre Orazio, Artemisia Gentileschi maturò una consapevolezza estetica aderente a quei contrasti di luce e ombra tipici della poetica di Caravaggio, che si ritrova in questo dipinto segnato da un rapido traversone di luce, il cui soggetto sembra tradurre le fini discussioni che al tempo si tenevano nelle Accademie letterarie veneziane. Si andava, infatt,i configurando un modo nuovo di intendere e rappresentare la donna, promosso non solo da poeti e letterati, ma anche dai pittori coinvolti in quei sodalizi accademici. Su questo terreno si innestò anche l’ambigua rappresentazione della Maddalena offerta nella Galeria di Giambattista Marino, principe dei poeti italiani del Seicento in contatto con diversi esponenti della cultura veneziana, pubblicata nel 1619. La "santa peccatrice" non veniva più intesa soltanto come la penitente che aveva abbandonato la vita mondana a seguito della felice conversione, ma si dava ampio spazio alla sua bellezza, il cui splendore, che si esprimeva mediante una valenza voluttuosa, rinviava anzitutto a una magnificenza spirituale. In linea con questo assunto, Maddalena non è qui raffigurata come penitente e quindi sofferente, bensì colta nell’attimo del rapimento estatico, che si esprime nel capo reclinato e nel sorriso appena accennato.
ARTEMISIA GENTILESCHI
Maria Maddalena in Estasi
PALAZZO DUCALE
Sala Quarantia Civil Vecchia
VENEZIA
Da sabato 11 giugno 2022