Un cartellone comune tra Torino e Milano che esplora le relazioni tra la musica e la luce attraverso grandi capolavori e creazioni inedite. 116 concerti per la sedicesima edizione di MITO con ospiti internazionali, eccellenze nazionali e programmi appositamente impaginati per un festival sempre più inclusivo. Seguendo il filo conduttore del tema "Luci", tutti i programmi dei concerti sono impaginati appositamente per proporre al pubblico una nuova esperienza d'ascolto, indagando le relazioni tra la musica e la luce: si tratta di sinestesie tra suoni e immagini che a volte emergono esplicitamente dalle indicazioni scritte dal compositore in partitura - come chiaro, scuro o luminoso - e altre volte sono il frutto di riflessioni suggerite dall'ascolto della musica. |
Nicoloa Campogrande |
"L’idea, il gioco della luce è applicato a un cartellone che, volutamente, propone molti capolavori, pagine fondamentali, capisaldi della musica classica - spiega il direttore artistico Nicola Campogrande -. Perché, soprattutto in un periodo complicato e drammatico come quello che stiamo attraversando, ci sembra bello e importante fare una sorta di appello ai brani che hanno segnato la storia, invitandoli metaforicamente ad essere con noi, a manifestarsi in sala da concerto come punti fermi, appigli culturali". L'edizione 2022 intende, quindi, "illuminare" le grandi pagine della storia della musica attraverso accostamenti inediti, interpretazioni originali e nuove chiavi di lettura, anche con brani in prima esecuzione. Alcuni dei pilastri su cui si fonda la nuova edizione - ovvero internazionalità, capisaldi della musica classica e novità - sono già evidenti nella serata d'apertura intitolata "Luci immaginarie", in programma lunedì 5 settembre all'Auditorium "Giovanni Agnelli" del Lingotto di Torino e martedì 6 settembre al Teatro alla Scala di Milano. Protagonista una grande compagine rinomata nel mondo come la londinese Philharmonia Orchestra diretta per l'occasione da John Axelrod, che propone capolavori come Peer Gynt di Grieg e Shéhérazade di Rimskij-Korsakov, abbinate alla prima esecuzione italiana di The imagined forest della giovanissima e pluripremiata compositrice inglese Grace-Evangeline Mason.
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John Axelrod (Ph. by Marc Roger) |
O ancora nel concerto conclusivo tutto mozartiano, dal titolo "Cristalli", sabato 24 settembre al Conservatorio di Torino e domenica 25 settembre al Conservatorio di Milano, dove la Mahler Chamber Orchestra, formazione europea nata nel 1997 sotto l’egida di Claudio Abbado, presenta senza direttore un programma inusuale con Leif Ove Andsnes in veste di solista. Tra gli ulteriori appuntamenti sinfonici da non perdere si segnalano il graditissimo ritorno, nella doppia veste di direttrice d'orchestra e soprano, della canadese Barbara Hannigan, che sul podio dell'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia propone la Sinfonia Il miracolo di Haydn e la Quarta Sinfonia di Mahler cantando nel Lied finale Das himmlische Leben (La vita celeste), il 16 al Teatro Dal Verme di Milano e il 17 all'Auditorium del Lingotto di Torino. Immancabile l'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, guidata dal suo direttore ospite principale, lo statunitense di origini messicane Robert Trevino, che affianca la Symphonie Fantastique di Berlioz alla prima italiana di The wonder of life di Régis Campo, il 9 all'Auditorium Rai di Torino e il 10 al Conservatorio di Milano. Concerto festoso, poi, per celebrare i duecento anni di indipendenza del Brasile con i giovani dell'effervescente Neojiba Orchestra - Orchestra Giovanile dello Stato di Bahia, diretta da Ricardo Castro, insieme a un'istituzione del pianoforte come la portoghese Maria João Pires che suona il Terzo Concerto op. 37 di Beethoven. Ritmi, colori e strumenti sudamericani sono parte della serata grazie alle pagine di Antônio Carlos Gomez, Heitor Villa Lobos e Jamberê Cerqueira, il 13 al Conservatorio di Milano e il 14 all'Auditorium del Lingotto di Torino.
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Maria João Pires (Ph. Felic Broede - DG) |
Altri attesi ritorni al Festival sono il raffinato tenore inglese Ian Bostridge, che canta Les illuminations op. 18 di Britten, e il violista Nils Mönkemeyer, che suona con il Bach Consort Wien in un concerto che esplora il barocco e il Novecento tra Sudamerica ed Europa. Scorrendo il programma di MITO 2022 gli amanti della musica barocca, e in particolare di Johann Sebastian Bach, trovano una ricca offerta declinata in concerti con musicisti di prestigio e proposte nelle quali i brani sono accostati in modo inusuale o vengono ripensate alcune pietre miliari del repertorio. Quattro pagine tra le più celebri del grande compositore tedesco sono interpretate dall'Amsterdam Baroque Orchestra diretta da Ton Koopman, mentre è curioso il concerto intitolato "La doppia arte della fuga", nel quale il compositore Reinhard Febel, col suo Diciotto studi sull’Arte della fuga di Bach, rilegge il capolavoro, di cui si ascoltano tutte le note, in una sorta di remix - che suona molto attuale nell'epoca del digitale - affidato al Duo Tal & Groethuysen. Ed è ancora l'ascolto di un Bach insolito quello delle Variazioni Goldberg eseguite dal fisarmonicista Samuele Telari, così come è un concerto davvero singolare quello con due clavicembali accordati in due modi diversi e suonati da Luca Guglielmi. Tanta è l'attenzione che quest'anno MITO SettembreMusica dedica al pubblico dei più piccoli, ampliando e arricchendo la proposta artistica con novità assolute e grandi interpreti. E lo dimostrano anche i tre melologhi per adulti e bambini che contengono ben due commissioni del Festival 2022 in prima esecuzione assoluta: quella a Carlo Boccadoro, che ha creato Animalia - su testi di Martino Gozzi - per "Luci bestiali" (il 10 a Torino e l'11 a Milano), e quella a Federico Gon, che ha composto Il piccolo Franz e il pifferaio magico per "Monelli" (il 24 a Torino e il 25 a Milano).
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Barbara Hanningan (Photo by Musacchio & Ianniello) |
Sul palco del primo concerto Laura Curino come voce recitante e l'Ensemble Cameristico dell’Orchestra Filarmonica di Torino diretto dallo stesso Boccadoro, e del secondo Elio come voce recitante (al suo ritorno dopo l'edizione dello scorso anno) e l'Orchestra degli allievi dei Conservatori di Torino e Milano diretti da Andreas Gies. Infine, i giovani de LaFil guidati daMarco Seco, con la voce recitante di Licia Maglietta, sono protagonisti dell'appuntamento dal titolo "Elefanti", che propone un doppio Babar: quello celebre dell'Histoire de Babar le petit éléphant di Poulenc e quello del compositore François Narboni intitolato Le voyage de Babar, creato sfruttando un testo originale di Brunhoff non utilizzato da Poulenc (17 a Torino e 18 a Milano). È in prima esecuzione assoluta, inoltre, la nuova versione da camera del melologo Enoch Arden op. 38 di Richard Strauss realizzata da Ruggero Laganà, impegnato anche al pianoforte, che vede protagonista l'attrice Lella Costa come voce recitante (il 19 a Torino, il 20 Milano). Luce accesa, poi, sulle prime esecuzioni italiane, tra cui spiccano One di James MacMillan e I still dance di John Adams interpretate rispettivamente dall'Orchestra I Pomeriggi Musicali diretta da James Feddeck (l'8 a Torino e il 9 a Milano) e da quella del Teatro Regio di Torino guidata da Stanislav Kochanovsky (il 23 a Torino e il 24 a Milano), impegnate in due programmi tra Inghilterra e Scozia e tra Stati Uniti e Francia. L'edizione 2022 di MITO SettembreMusica introduce altre due importanti novità. La prima è la presenza di un "festival nel festival" con quattordici pianisti italiani che offrono in luoghi decentrati delle due città altrettanti concerti monografici dedicati a grandi compositori, per approfondirne la cifra stilistica, la poetica e la tecnica pianistica. |
Andrea Lucchesini |
Dal Beethoven di Andrea Lucchesini al Rachmaninov di Alessandro Taverna, dallo Schubert di Filippo Gorini allo Skrjabin diMariangela Vacatello, passando per lo Chopin di Gloria Campaner, il Liszt di Maurizio Baglini e il Čajkovskij di Benedetto Lupo, solo per citarne alcuni. L'altra vede, per la prima volta, la nascita di una residenza artistica al Festival. Si tratta del finlandese Meta4 Quartet, già applaudito nella scorsa edizione, che tiene tre concerti in entrambi i capoluoghi: suona in Absolute Jest di John Adams insieme all'Orchestra Sinfonica di Milano (sul podio Patrick Fournillier), pagina che rimanda a Beethoven e alla sua Nona, in programma grazie alla partecipazione del Coro del Teatro Regio di Torino, dopo aver ripercorso l’intera storia del quartetto d'archi, da Boccherini ad Adams, in due diversi appuntamenti. Uno degli aspetti distintivi del Festival è offrire appuntamenti in orari diversi nell'arco dell'intera giornata, da quelli serali in sedi prestigiose, come l'Auditorium "Giovanni Agnelli" del Lingotto, il Teatro alla Scala, l'Auditorium Rai "Arturo Toscanini", il Teatro dal Verme e i rispettivi conservatori delle due città, a quelli diurni, per arrivare a estendersi nei luoghi decentrati. Sono confermate le introduzioni all'ascolto dei concerti, quest'anno curate da Alberto Brunero e Stefano Catucci a Torino e da Gaia Varon, Oreste Bossini e Nicola Pedone a Milano. I prezzi sono ancora una volta molto contenuti: quelli per i concerti serali vanno dai 10 ai 25 euro (ma chi è nato dal 2008 in poi paga solo 5 euro); quelli serali in luoghi decentrati con i 14 pianisti italiani, gli appuntamenti pomeridiani e per i bambini sono invece proposti a 5 euro; non mancano, poi, i concerti gratuiti. A Torino, inoltre, è in preparazione la rassegna parallela MITO per la città: momenti musicali dal vivo in luoghi non canonici e rivolti in particolare a chi non può raggiungere le sedi dei concerti, preziosi soprattutto dopo il periodo della pandemia. www.mitosettembremusica.it