Con l’opera "Gaddafi in Rome: Notes for a Film" Alessandra Ferrini (Firenze, 1984) vince la terza edizione del MAXXI BVLGARI PRIZE, il progetto che unisce nel sostegno e la promozione dei giovani artisti il Museo nazionale delle arti del XXI secolo e Bulgari, maison da oltre 130 anni emblema di eccellenza italiana. L’opera entrerà a far parte della Collezione del MAXXI Arte. Silvia Rosi (Scandiano - RE, 1992) si aggiudica il Premio del pubblico per "Teacher Don’t Teach Me Nonsense". La cerimonia di premiazione all’Auditorim del MAXXI è stata preceduta da un talk tra la curatrice della mostra Giulia Ferracci e i 3 artisti finalisti: Alessandra Ferrini, Namsal Siedlecki e Silvia Rosi.
Alessandra Ferrini |
Alessandra Ferrini, Namsal Siedlecki e Silvia Rosi |
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LA MOSTRA
La prima opera che si incontra è quella di Alessandra Ferrini, una video installazione che, partendo dal reportage realizzato in quei giorni dal quotidiano "La Repubblica", analizza la prima visita ufficiale in Italia di Muammar Gheddafi nel 2009, per la firma del Trattato di amicizia, partenariato e collaborazione tra Italia e Libia. "Gaddafi in Rome" è un invito a riflettere sul rapporto tra il ruolo dell’informazione e la comprensione di eventi geopolitici complessi, analizza il rapporto dell’Italia con il suo passato in una prospettiva contemporanea. "Nuovo Vuoto" di Namsal Siedlecki è un’installazione scultoria composta da 6 mani, ciascuna realizzata con un materiale e forma diversi, come anche i plinti su cui poggiano (gesso e cemento, legno di Cirmolo, gres, poliestirolo, poliuretano azzurro, bronzo, vetro soffiato). La ricerca dell’artista, infatti, è caratterizzata da un interesse particolare alla manipolazione e all’evoluzione della materia, al suo passaggio da uno status a un altro. Come un moderno alchimista, Siedlecki si confronta con un’ampia varietà di elementi e di soluzioni tecniche volte loro per raccontare il processo di trasformazione di un corpo. Conclude il percorso espositivo "Teacher Don’t Teach Me Nonsense" di Silvia Rosi, artista italiana di origini togolesi, che fa della fotografia una pratica di ricerca sull’identità e sulla memoria. Il suo lavoro ricostruisce la storia della sua famiglia e la sua eredità identitaria attraverso il recupero di eventi di vita quotidiana. In quest’opera, composta da tre nuclei fotografici e video e da un’installazione audio, l’artista mette in evidenza l’importanza della lingua nel processo di affermazione identitaria e riflette sulle conseguenze degli eventi coloniali avvenuti in Togo, anche sul fronte linguistico.
MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo
Via Guido Reni 4/a
Roma
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info: 06.320.19.54