"Spaziale. Ognuno appartiene a tutti gli altri" è il titolo del Padiglione Italia alla diciottesima Mostra Internazionale di Architettura - La Biennale di Venezia, promosso dalla direzione generale Creatività Contemporanea del ministero della Cultura e curato da Fosbury Architecture (Giacomo Ardesio, Alessandro Bonizzoni, Nicola Campri, Veronica Caprino e Claudia Mainardi). Per la prima volta un gruppo curatoriale costituito da architetti nati tra il 1987 e il 1989 porta in Laguna le istanze di una nuova generazione di progettisti under 40 (nove gruppi di progettisti e altrettanti advisor, professionisti provenienti da diversi campi delle industrie creative, per un totale di circa 50 persone con età media di 33 anni) cresciuta e formatasi in uno scenario di crisi permanente e che per questo ha fatto della collaborazione, della condivisione e del dialogo la base di ogni propria attività. Una generazione consapevole, da un lato, dell’impatto e della responsabilità del settore delle costruzioni nella crisi ambientale e, dall’altro, della crisi di rilevanza dell’architettura e del progetto nella trasformazione di città e territori. Una generazione di progettisti che, rispetto alle precedenti, è cresciuta in un regime di scarsità di risorse e di opportunità, che vive come cruciale il tema della sostenibilità e che sa che questo è l’unico contesto nel quale potrà operare ora e in futuro. Fosbury Architecture si fa portavoce di quei progettisti italiani "nativi sostenibili" che hanno già accettato tutte queste sfide, per i quali la transdisciplinarietà è uno strumento per espandere i limiti dell’architettura e il manufatto costruito è un mezzo e non un fine ultimo. "Spaziale. Ognuno appartiene a tutti gli altri" nasce da questi presupposti e si fonda sulla visione dell’Architettura come pratica di ricerca multidisciplinare al di là dei manufatti e della Progettazione come risultato di un lavoro collettivo e collaborativo, che supera l’idea dell’architetto-autore. In questa visione, lo spazio è inteso come luogo fisico e simbolico, area geografica e dimensione astratta, sistema di riferimenti conosciuti e territorio di possibilità. Spaziale fa dunque riferimento a una nozione espansa del campo dell’architettura: intervenire nello spazio significa operare su quel tessuto di relazioni tra persone e luoghi che è alla base di ogni progetto. E porta al centro del Padiglione Italia un processo collaborativo ad ampio spettro, un progetto inclusivo che coinvolge figure di eccellenza e comunità locali, mettendo in scena le migliori ricerche portate avanti da architetti italiani under 40 in relazione a specifiche necessità territoriali.
Arsenale |
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Padiglione Italia | 18. Mostra Internazionale di Architettura La Biennale di Venezia
20.05–26.11.2023
Arsenale, Tese delle Vergini
"Spaziale. Ognuno appartiene a tutti gli altri"
Curatori: Fosbury Architecture
Commissario: Onofrio Cutaia
Progettisti: (ab)Normal, BB (Alessandro Bava e Fabrizio Ballabio), Captcha Architecture, HPO, Lemonot, Orizzontale, Parasite 2.0, Post Disaster, Studio Ossidiana, Giuditta Vendrame
Advisor: Silvia Calderoni e Ilenia Caleo, Claudia Durastanti, Roberto Flore, Elia Fornari (Brain Dead), Adelita Husni Bey, Ana Shametaj, Terraforma, Emilio Vavarella, Bruno Zamborlin
Stazioni: Baia di Ieranto (Massa Lubrense, Napoli), Campania; Belmonte Calabro (Cosenza), Calabria; Librino (Catania), Sicilia; Montiferru (Oristano), Sardegna; Prato - Pistoia, Toscana; Ripa Teatina (Chieti), Abruzzo; Taranto, Puglia; terraferma veneziana, Veneto; Trieste, Friuli-Venezia Giulia
BIENNALE ARCHITETTURA 2023 THE LABORATORY OF THE FUTURE
"Una mostra di architettura è allo stesso tempo un momento e un processo. Prende in prestito struttura e formato dalle mostre d’arte, ma se ne distingue per aspetti critici che spesso passano inosservati. Oltre al desiderio di raccontare una storia, anche le questioni legate alla produzione, alle risorse e alla rappresentazione sono centrali nel modo in cui una mostra di architettura viene al mondo, eppure vengono riconosciute e discusse di rado. È stato chiaro fin dal principio che The Laboratory of the Future avrebbe adottato come suo gesto essenziale il concetto di cambiamento". Sono queste alcune delle parole scelte dalla curatrice, architetta, docente di architettura e scrittrice Lesley Lokko per introdurre la 18. Mostra Internazionale di Architettura dal titolo The Laboratory of the Future. La mostra aprirà al pubblico sabato 20 maggio e resterà aperta fino a domenica 26 novembre 2023 nelle sedi dei Giardini, dell’Arsenale e di Forte Marghera. Divisa in sei parti, comprende 89 Partecipanti, di cui oltre la metà provenienti dall’Africa o dalla diaspora africana. L’equilibrio di genere è paritario e l’età media dei partecipanti è di 43 anni, mentre scende a 37 nella sezione Progetti Speciali della curatrice, in cui il più giovane ha 24 anni. Il programma di The Laboratory of the Future sarà arricchito dal Carnival, un ciclo di incontri, conferenze, tavole rotonde, film e performance che si svolgerà durante i sei mesi della manifestazione con lo scopo di esplorarne i diversi temi. Lokko ha concluso: "Al cuore di ogni progetto c’è lo strumento principe e decisivo: l’immaginazione. È impossibile costruire un mondo migliore se prima non lo si immagina".
"Una mostra di architettura è allo stesso tempo un momento e un processo. Prende in prestito struttura e formato dalle mostre d’arte, ma se ne distingue per aspetti critici che spesso passano inosservati. Oltre al desiderio di raccontare una storia, anche le questioni legate alla produzione, alle risorse e alla rappresentazione sono centrali nel modo in cui una mostra di architettura viene al mondo, eppure vengono riconosciute e discusse di rado. È stato chiaro fin dal principio che The Laboratory of the Future avrebbe adottato come suo gesto essenziale il concetto di cambiamento". Sono queste alcune delle parole scelte dalla curatrice, architetta, docente di architettura e scrittrice Lesley Lokko per introdurre la 18. Mostra Internazionale di Architettura dal titolo The Laboratory of the Future. La mostra aprirà al pubblico sabato 20 maggio e resterà aperta fino a domenica 26 novembre 2023 nelle sedi dei Giardini, dell’Arsenale e di Forte Marghera. Divisa in sei parti, comprende 89 Partecipanti, di cui oltre la metà provenienti dall’Africa o dalla diaspora africana. L’equilibrio di genere è paritario e l’età media dei partecipanti è di 43 anni, mentre scende a 37 nella sezione Progetti Speciali della curatrice, in cui il più giovane ha 24 anni. Il programma di The Laboratory of the Future sarà arricchito dal Carnival, un ciclo di incontri, conferenze, tavole rotonde, film e performance che si svolgerà durante i sei mesi della manifestazione con lo scopo di esplorarne i diversi temi. Lokko ha concluso: "Al cuore di ogni progetto c’è lo strumento principe e decisivo: l’immaginazione. È impossibile costruire un mondo migliore se prima non lo si immagina".