Il 2023 è decisamente l'anno di Wes Anderson, protagonista con le sue ultime due opere sia a Cannes76 (chiuso a maggio) sia a Venezia 80 (si parte a fine agosto). La Biennale ha già annunciato che è stato attribuito al regista, sceneggiatore e produttore statunitense (The French Dispatch, Grand Budapest Hotel, I Tenenbaum) il premio Cartier Glory to the Filmmaker. In Costa Azzurra il cineasta che più di tutti gli altri colleghi ha inventato uno stile particolarissimo e quasi senza tempo era tornato al secolo scorso, presentando in "Asteroid City" il mondo di un borgo degli anni Ciquanta e dei suoi abitanti. Nel mezzo del deserto, nel sud-ovest degli Stati Uniti, questa piccolissima città, segnata dal suo cratere meteoritico e da un osservatorio astronomico, ospita in un weekend del 1955 il convegno Junior Stargazer. Militari, scienziati e genitori di tutto il paese si riuniscono per scoprire le spettacolari invenzioni di bambini super dotati. Mentre Augie Steenbeck (Jason Schwartzman ) incontra l'attrice Midge Campbell ( Scarlett Johansson), gli alieni vengono alla festa... Inquadrature simmetriche, fotografia pastello e recitazione minimalista: il tocco del regista texano si avverte - ancora una volta - fin dalle prime inquadrature dell'opera. Dopo il mondo degli scout, degli hotel di lusso o del giornalismo, Anderson affronta l'ovniologia attraverso questa storia di fantascienza pensata come un racconto d'amore. Il film dall'estetica nuovamente retrò è musicato dal pluripremiato compositore Alexandre Desplat, che ha collaborato con il regista sin da "Fantastic Mr. Fox" (2009). Alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (30 agosto - 9 settembre 2023), l'artista (forse la definizione più corretta per un autore che tiene mostre, ridisegna le carrozze dell'Orient-Express di Belmond e che non finisce mai di meravigliarci) viene insignito del Premio Cartier Glory, tributo ai personaggi che hanno segnato in modo particolarmente originale il cinema contemporaneo. La consegna avrà luogo venerdì 1 settembre in Sala Grande (Palazzo del Cinema) prima della proiezione fuori concorso del nuovo, secondo, lavoro del regista americano: "The Wonderful Story of Henry Sugar" (Usa, 40') con Ralph Fiennes, Benedict Cumberbatch, Dev Patel, Ben Kingsley e Richard Ayoade. |
Still, "The Wonderful Story of Henry Sugar" |
Il direttore della kermesse, Alberto Barbera, non ha dubbi: "Wes Anderson è tra i pochi registi per i quali basta un solo fotogramma per riconoscerne immediatamente lo stile unico e inconfondibile. Il suo universo formale rimanda a un’estetica fanciullesca e visionaria, dominata da colori pastello, dalla cura maniacale delle inquadrature rigorosamente simmetriche e popolato da personaggi di sognatori disadattati, inguaribilmente romantici e sorridenti. Dalle memorabili e commoventi colonne sonore (spesso ispirate agli anni Sessanta) ai costumi stravaganti che riflettono la psicologia dei personaggi, ogni dettaglio e composizione all’interno delle singole inquadrature è minuziosamente concepito e magistralmente realizzato. I mondi creati dal regista sono plausibili e tuttavia del tutto immaginari e fittizi, sorretti da un umorismo surreale e da un gusto straniante per vicende di famiglie disadattate, padri assenti e madri imperturbabili. Un cinema eccentrico, personalissimo e sempre perfettamente divertente e godibile". "Wes Anderson ha creato uno stile unico e riconoscibile - aggiunge Cyrille Vigneron, presidente e ceo di Cartier International -.Anche se le sue storie ci portano in India, in New England, in un’Ungheria immaginaria, a Parigi o in qualsiasi altro luogo, lui ci trasporta innanzitutto nel suo mondo immaginario, poetico e realmente umano. Tutto nel suo cinema è fittizio, bizzarro, esilarante, eppure i suoi personaggi e i suoi eroi scaldano i nostri cuori. Le sue scenografie, i costumi e le immagini sono caratterizzati da un’incredibile precisione dove ci immergiamo totalmente e incondizionatamente". |
Cartier |
"The Wonderful Story of Henry Sugar" è prodotto da Indian Paintbrush Productions e American Empirical Pictures. Distribuzione internazionale: Netflix. Un uomo ricco viene a conoscenza di un guru che può vedere senza usare i suoi occhi. Decide di apprendere questa abilità per barare al gioco d’azzardo. Il breve film - 39 minuti - è adattato in modo estremamente fedele da un racconto lungo di Roald Dahl. E sembra confermare la predilezione di Anderson per un approccio - cosa che avviene sin dagli esordi dietro la macchina da presa - per una poetica a sè, sintesi di meraviglia, tecnica e racconto. L'autore americano - a ben guardare il più europeo della sua generazione - costruisce, via via nel tempo, un immaginario filmico ricco di citazioni, sovrastrutture, approcci favolistici e colorati che non risparmiano, però, la critica sociale e lo sberleffo politico. Basta guardare i pastelli innevati di Zubrowka in "The Grand Budapest Hotel" (4 Premi Oscar) o il nome stravagante di Ennui-sur-Blasé in "The French Dispatch", presentato a Cannes nel 2021, per rendersene immediatamente conto. L'amore per la tavolozza dell'invenzione e la tecnica personalissima introducono a mondi fantastici spesso dal ritmo elettrizzante. Letteratura (le storie), arte, musica e fotografia sembrano venire prima del loro "impasto" sulla celluloide anche se la tecnica regista è di un rigore assoluto soprattutto nei dettagli e nei colori. Originalità e fantasia.
Copertina: Wes Anderson a Cannes 2023 con il cast di "Asteroid City"
a cura di Daniele Vaninetti