"Felicissimo Giani" a Palazzo Bentivoglio di Bologna

Con "Felicissimo Giani", a cura di Tommaso Pasquali, Palazzo Bentivoglio celebra, dal 2 dicembre 2023 al 25 febbraio 2024, il duecentenario della morte di Felice Giani (San Sebastiano Curone, 1758 - Roma, 1823), originalissimo protagonista del neoclassicismo italiano.
Una mostra nata a partire dalla collezione permanente - che conta inediti e opere mai esposte dell’autore piemontese, attivo tra Roma, Faenza e Bologna - e dalla decorazione murale (1810) della sala da pranzo di Palazzo Bentivoglio, cui appartenevano due tondi raffiguranti un Trionfo di Bacco e un Trionfo di Cibele, considerati perduti, che a distanza di quasi un secolo torneranno visibili dentro il palazzo. 
Un percorso attraverso quaranta opere consente la ricostruzione della parabola vivace e squisitamente personale dell’artista, prolifico autore di folgoranti opere grafiche, ma anche innovativo e raffinato decoratore, interprete delle ambizioni dei ceti emergenti di epoca napoleonica. La cifra caratteristica di Palazzo Bentivoglio è poi rappresentata dall’inserimento di quattro opere contemporanee - di Flavio Favelli, Franco Raggi, Pablo Bronstein e Luigi Ontani - chiamate a illuminare per contrappunto alcuni aspetti del lavoro di Giani. Il progetto - che può contare su importanti prestiti di privati e istituzioni pubbliche, italiane e straniere, e che comprende opere restaurate per la mostra grazie al sostegno di Palazzo Bentivoglio - è anche in questo caso valorizzato da un allestimento pensato ad hoc, firmato per l’occasione dall'architetto e designer Franco Raggi. La mostra è accompagnata da un catalogo con immagini e schede di tutti i lavori esposti, pubblicato da CURA.

Didascalie delle immagini delle opere, dall'alto in basso:

In copertinaFelice Giani, Ratto di Ganimede, Palazzo Bentivoglio, Bologna ph. Carlo Favero

1 Felice Giani, I santi Vitale e Clemente intercedono per la cessazione della peste, 1810 circa, Milano, Walter Padovani

Qui sotto - Felice Giani, Enea e Ascanio portano doni ai Tirii, 1810 circa, Palazzo Betivoglio, Bologna, ph. Carlo Favero


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Felicissimo Giani
2 dicembre 2023 – 25 febbraio 2024
a cura di Tommaso Pasquali
Palazzo Bentivoglio
via del Borgo di San Pietro 1
Bologna

PALAZZO BENTIVOGLIO

"Il palazzo della famiglia bolognese Bentivoglio venne costruito per volontà di Sante Bentivoglio in strada San Donato (odierna via Zamboni) a partire dal 1460 e fu completato successivamente grazie all’intervento del cugino Giovanni II Bentivoglio. La facciata principale su strada San Donato, adornata da capitelli e cornicioni ricoperti di oro zecchino tali che valsero alla dimora l’appellativo di Domus Aurea, misurava 30 metri mentre i 'fianchi' superavano i 140 metri di lunghezza. Al pianterreno erano situati gli appartamenti degli uomini di casa Bentivoglio; al piano superiore si trovavano le stanze - riccamente affrescate da Francesco Francia e Lorenzo Costa - di Giovanni II e quelle di Ginevra Sforza, figlia di Alessandro Sforza, signore di Pesaro, e moglie, prima, di Sante, poi di Giovanni. Erano presenti anche cinque cortili e due giardini, arredati con fontane e statue. Il palazzo ospitava inoltre guardie e armigeri, fastose camere per gli ospiti, magazzini e depositi di armi. In totale nell’edificio c’erano 244 stanze, all’interno delle quali i Bentivoglio esercitavano l’attività di potere ricevendo anche uomini illustri e dando suntuosi banchetti e feste. La Domus Magna venne distrutta dalla furia popolare nella primavera del 1507 su istigazione delle famiglie più ostili ai Bentivoglio, tra cui i Marescotti, e su approvazione di papa Giulio II, che aveva conquistato Bologna nel novembre dell’anno precedente riportando la città sotto la dominazione pontificia. Oggi sull’area dove sorgeva il palazzo si trova il Teatro Comunale, alla destra del quale corre la via del Guasto che ricorda nel nome le macerie della residenza bentivolesca; nell’area retrostante, in cui sorgeva il giardino, sorge oggi il moderno Giardino del Guasto; mentre la costruzione in fronte al Teatro, sul lato opposto di piazza Verdi, ospitava le Scuderie dell’antica Domus" (Fonte: Filippo Galletti - Comune di Bologna)