Dal 10 al 14 aprile 2024, giunto alla sua XVII edizione, torna Pordenone Docs Fest. Le Voci del Documentario, il festival di Cinemazero che ogni anno tramuta la città del Friuli Venezia Giulia in un palcoscenico esclusivo di storie in anteprima nazionale che raccontano il mondo al di là dell’informazione accessibile tramite i diversi mezzi di comunicazione. Il ricordo di Franco Basaglia e l'omaggio e Marco Bellocchio ne rappresentano un po' il cuore pulsante. "Metteremo al centro i diritti delle donne e dei minori, illuminando storie poco note, ma non per questo meno importanti. Le faremo conoscere a un pubblico attento, desideroso di andare oltre ciò che viene raccontato quotidianamente dall’informazione generalista. Un pubblico che ogni anno si aspetta visioni mai banali e luci sia su temi capitali che ignoti, tenendo come bussola la qualità cinematografica e l’importanza delle testimonianze, con l’ottica di una ricaduta sociale tramite il documentario", spiega il curatore Riccardo Costantini.
Franco Basaglia (ph Facebook) |
Marco Bellocchio a Cinemazero |
Dopo il successo di Be My Voice (e del suo tour italiano condotto da Tucker Film), vincitore del premio del pubblico al festival nel 2021, la regista svedese-iraniana Nahid Persson torna in Italia, accompagnando il suo ultimo documentario, "Son of the mullah", in cui racconta la storia del giornalista iraniano Ruhollah Zam che, per l'impossibilità di esprimersi liberamente nel suo Paese, è stato costretto a raccontarne le contraddizioni dall’estero…fino a essere rapito con l’inganno e poi giustiziato dal regime iraniano. Il racconto costante della corruzione, dell'ipocrisia e della ferocia dei regimi è un esempio concreto del ruolo che il festival vuole svolgere sostenendo i film anche oltre la durata della manifestazione. Infine spazio anche alla leggerezza con un’altra anteprima nazionale, "Alreadymade" dell'olandese Barbara Visser, che racconta l'assurda storia di Fountain di Marcel Duchamp, l’orinatoio più famoso di sempre, di cui la regista indaga la paternità svelando inaspettati retroscena. La riflessione sull’arte e sulla sua forza, con toni ironici e dissacranti, è anche di "Soviet Barbara", altra anteprima nazionale firmata dall’islandese Gaukur Ulfarsson’s e che vede l’“art star” internazionale Ragnar Kjartansson ricreare in pieno stile “Soviet” la soap-opera americana “Santa Barbara” in un museo moscovita di proprietà di un’oligarca, con tanto di benedizione di Putin e ospitata delle Pussy Riot, in un contrasto di denuncia e provocazione. Il festival gode del contributo del Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema, della Regione Friuli Venezia Giulia, del Comune di Pordenone, della Fondazione Friuli.