Produttrice di vino in Valle d’Aosta dal 1600, la famiglia Grosjean ha saputo coniugare perfettamente nel tempo, in vigna e in cantina, storia, tradizione, inventiva e innovazione. È però il "fattore umano", rappresentato dal grande amore che ciascuno dei suoi componenti ha per il lavoro e la propria terra, ad averla fatta diventare una delle famiglie di vigneron che hanno reso importante l’enologia valdostana. Amore rinnovato oggi dalla terza generazione dell’"era moderna", con la conduzione di Grosjean Vins passata ai giovani Hervé, Didier, Simon e Marco. La trasformazione è iniziata negli anni Sessanta del secolo scorso con Nonno Dauphin che decide di investire completamente nell’attività vitivinicola arrivando a imbottigliare il proprio vino di ciliegiolo, presentato con successo all’"Exposition des Vins du Val d’Aoste" nel 1968. Negli anni successivi, i figli Vincent, Giorgio, Marco, Fernando ed Eraldo si specializzano nei vari ambiti della proprietà, consolidandola. Dal 1980, con l’approfondimento delle conoscenze enologiche e il perfezionamento delle tecniche agronomiche, c’è un’accelerazione dello sviluppo aziendale basata sulla valorizzazione dei territori, a cominciare dalla Vigna Rovettaz, uno dei più importanti cru della regione, incolto fino ad allora. Nel 2000 viene costruita una nuova cantina per lavorare le uve sempre più abbondanti e per accogliere i primi visitatori. Undici anni dopo Grosjean Vins è la prima cantina della Valle d’Aosta a convertire i propri vigneti al metodo biologico, in anticipo di almeno 10 anni rispetto alle altre aziende. Un salto di qualità fortemente voluto per salvaguardare e assecondare una natura aspra ma allo stesso tempo generosa, che in questi luoghi impervi, battuti dal vento e baciati dal sole, mantiene naturalmente le vigne sane. Nel 2015 la cantina viene ulteriormente ingrandita per adeguarla alla crescita produttiva arrivata a 140.000 bottiglie e per dedicare maggiore spazio alle degustazioni sempre più richieste da un crescente pubblico di appassionati. Nel 2022 vengono acquisiti quattro nuovi appezzamenti, che hanno consentito di aumentare la superficie coltivata a vite di 180.000 metri quadrati (pari al 12% della precedente superficie vitata).
Hervé Grosjean |
Copertina: foto Ais Lombardia