Festival di Deauville, 50 anni di cinema americano

Se la Francia del Sud, e in particolare la Costa Azzurra, ha sulla Croisette di Cannes il suo grande appuntamento annuale con il cinema d'autore e non, molto più a Nord, sulle coste della Normandia, pulsa, a fine estate, un'altra rassegna francese tutta dedicata alla Settima arte: il Festival di Deauville che in questo 2024 celebra il suo cinquantennale (sempre nel segno del "dialogo" tra cinema europeo e grandi classici americani). L'appuntamento è dal 6 al 15 settembre e il programma delle proiezioni deve ancora essere annunciato ufficialmente.
Ma dal Nord della Francia arrivano, comunque, le prime anticipazioni: "Quando le luci si riaccendono, le immagini perdurano - annunciano gli organizzatori -. L'illusione del movimento in 24 fotogrammi al secondo ha funzionato. Non bisogna, quindi, mai perdere di vista che il cinema è soprattutto un gioco di sguardi, dove l'occhio del regista incontra quello dello spettatore. Lionel Chouchan e André Halimi hanno voluto estendere questo dialogo di occhi silenziosi ulteriormente all'America, protagonista della Settima arte ad un secolo dall''infanzia' di Hollywood. Promosso a metà degli anni Settanta dall'allora sindaco di Deauville, Michel d'Ornano, e da Lucien Barrière, fondatore del gruppo che porta il suo nome, il Festival del Cinema Americano di Deauville fu un evento culturale senza paragoni per l'epoca: le opere sbarcate dal paese dello Zio Sam diventarono protagoniste sulle coste della Normandia come luogo privilegiato di conversazione con il pubblico francese. Cinquant’anni dopo, questo progetto ambizioso rimane intatto. Se gli outsider del passato, volti della nuova Hollywood, sono diventati i venerati maestri di oggi, le loro visioni del passato accompagnano i nuovi sguardi dei cineasti contemporanei". La locandina dell'edizione 2024, appena svelata al pubblico, si ispira a questa storia e a questa "idea": presenta il numero 50 in color oro su sfondo nero dove scritte circolari dorate circondano lo 0 di 50, come la pupilla di un occhio. Queste iscrizioni corrispondono ai nomi delle star che hanno calcato il tappeto rosso di Deauville dall'inizio del festival: ad esempio, Nicole Kidman, Angelina Jolie, Julia Roberts o anche Steven Spielberg, Al Pacino o Robert de Niro. Le star hollywoodiane sono sempre state le benvenute in questa cittadina balneare famosa in tutta Europa.

Michael Douglas (ph. Michael Avedon)
E quest'anno l'omaggio del Festival va ancora ad una di loro: Michael Douglas, figlio d'arte per eccellenza nella storia dello spettacolo a Stelle e strisce. Quello che lo lega a Deauville è noto: nel mese di settembre del 2020 il Festival celebrò la memoria di suo padre Kirk, l’ultima leggenda dell’epoca d’oro di Hollywood morta pochi mesi prima. E il nome "Douglas" ha avuto un profondo impatto sul pubblico della città normanna: più di ogni altro evoca un intero percorso della storia del cinema americano, dove epoche e generi si intrecciano, da "Spartacus" a "Basic Instinct". Come suo padre prima di lui, Michael è sempre rimasto fedele al Festival. Se i più romantici non hanno dimenticato che proprio a Deauville, nel 1998, conobbe l'attrice Catherine Zeta-Jones, che poi divenne sua moglie, gli appassionati del grande schermo ricordano che il Festival non ha mai smesso di onorare la carriera di uno dei maggiori attori e produttori della sua generazione. Nel 2013, in "My Life with Liberace" di Steven Soderbergh, l'attore Usa ha dimostrato ancora una volta tutta la portata del suo talento, dimostrando di non poter essere riassunto semplicemente nell'archetipo dell'antieroe che lo aveva reso famoso. Undici anni dopo, mentre la rassegna celebra il suo 50° anniversario, Michael Douglas torna in Normandia per la quinta volta ricordandoci quanto questa famiglia abbia segnato l'evoluzione della Settima arte.