"Tesori" in cantina da 150 anni. Monte-Carlo li celebra

Anniversari e leggende: sino all'autunno 2024 Monte-Carlo celebra i 150 anni delle Cantine dell'Hôtel de Paris Monte-Carlo, una storia nella storia del "resort". Inaugurate nel 1874, vero e proprio gioiello nascosto sotto le fondamenta dell'albergo, incarnano l'essenza stessa della raffinatezza e dell'esclusività. Per l'occasione, grazie alla Route des Grands Crus, si possono degustare al bicchiere alcune annate accuratamente selezionate. Siamo nella "cave" alberghiera più grande del mondo. "Quando ne ideò la costruzione nel 1864, François Blanc aveva già una visione: quella di edificare una serie di  stabilimenti collegati a una stessa casa. Situate sotto l'Hôtel, le cantine cominciarono a prendere corpo nel 1874 sotto la regia di Marie Blanc, che finanziò parte dei lavori con il suo patrimonio personale. Le botti arrivavano direttamente dai vigneti. L'imbottigliamento avveniva in loco a cura dei due addetti preposti".
Costruite nella roccia, le "caves" sono suddivise tra esse sotto volte secolari. Il loro prezioso contenuto riposa al riparo dal trambusto, dai rumori e dagli odori, a 10 metri sottoterra in condizioni pressoché perfette per la conservazione dei vini. Si estendono su una superficie estremamente ampia, capace di ospitare 350.000 bottiglie tra cui i 'gioielli' di Château d'Yquem, Château Lafite, Saint-Estèphe, Château Calon-Ségur e altri ancora. Durante la Seconda guerra mondiale i dipendenti della cantina ebbero l'idea di erigere un muro con dentro sette file di bottiglie vuote. Dietro di esso le 20.000 bottiglie più preziose furono così salvate dal conflitto insieme all'argenteria dell'hôtel. Fu Winston Churchill a festeggiare la riapertura delle cantine degustando - narra un aneddoto - un vecchio Rum del 1811. A partire dagli anni Sessanta l'attenzione si concentra sulla maturazione nelle botti e la conservazione delle bottiglie: Château Margaux 1929, Château d'Yquem 1890, Petrus 1945, ad esempio. Nel 1989 viene creato un Comitato di degustazione che riunisce per la prima volta acquirenti, commercianti e capi sommelier dei vari alberghi per un totale di 14 persone che partecipano a degustazioni alla cieca andando alla scoperta e alla ricerca delle migliori produzioni (con le strategie di acquisto e di vendita conseguenti). La degustazione alla cieca da parte di professionisti del settore offre la garanzia di una maggiore obiettività e riduce il rischio di errori di valutazione. Nel 1993 il salone della cantina viene rinnovato e l'anno successivo le caves vengono ampliate di quasi 400 mq con la creazione di una sezione di invecchiamento e un'altra riservata solo alla degustazione. Alla fine degli anni Novanta viene inaugurata una sala di degustazione ancora più "professionale".

Con una capacità di 450.000 bottiglie, le Cantine dell'Hôtel de Paris Monte-Carlo riforniscono 42 ristoranti in alta stagione e danno lavoro a 7 addetti tutto l'anno. Oggi un'équipe di esperti guidata da Patrice Franck, executive head sommelier del gruppo, valorizza e custodisce questo patrimonio in tutto il suo "ciclo di vita". Per celebrare il 150° sono in corso festeggiamenti e incontri a tema: giovedì 7 novembre 2024 sarà la "Giornata Moët Hennessy" con pranzo stellato al ristorante Grill dell'Hôtel de Paris, seguito da una conferenza sul tema del rapporto tra cambiamento climatico e champagne. In serata è in programma una visita guidata alle cantine condotta da Frank e poi una cena di 6 portate preparata dallo chef Emmanuel Pilon, accompagnata da vini e champagne selezionati. Degustazioni di preziose etichette proseguono sino al 31 ottobre. Tra queste quella dedicata alle regioni del Bordeaux e dell'Alsazia. I vini di Bordeaux sono rinomati per la loro lunga tradizione e un know-how antico. Offrono una gamma di annate dalla qualità eccezionale che attrae gli amanti del vino di tutto il mondo. Le diverse varietà di uve utilizzate per i rossi permettono la maturazione di vini eleganti e complessi, con aromi di frutta rossa e una robusta struttura tannica. Con la sua varietà, l'Alsazia "regala" vini complessi e fruttati. Piantati su su una grande varietà di terroir, questi nobili vitigni (riesling, pinot grigio, gewurztraminer, ecc.) riflettono al meglio le sfumature della loro zona d'origine, con un potenziale di invecchiamento pressoché illimitato. 

Patrice Franck