Tutti De Sica. Regista & interprete | Cineteca Bologna

La Cineteca di Bologna annuncia, da martedì 1ottobre a domenica 12 gennaio 2025, "Tutti De Sica. Regista & interprete" con in mostra immagini uniche sul e fuori dal set, oggetti di culto, documenti personali: il baule dei ricordi dei figli Emi, Manuel e Christian De Sica esposti nei rinnovati locali della Galleria Modernissimo per rileggere la vita e l’arte di uno dei maestri del Novecento. La mostra, prodotta dalla Cineteca di Bologna, comprende una ventina di manifesti originali, centinaia di fotografie provenienti dagli archivi privati dell’artista, dei figli e di Giuditta Rissone, video, costumi, preziose lettere con i grandi artisti dell’epoca, l’incontro con Chaplin, la collaborazione con Zavattini, gli Oscar che hanno suggellato i suoi film, la bicicletta più famosa della storia del cinema.
Oggetti che raccontano il Vittorio De Sica regista e attore, ma anche cantante e uomo di spettacolo, così come il De Sica privato, le sue due famiglie, l’amore per la prima moglie Giuditta Rissone e quello per la seconda, Maria Mercader. Il percorso espositivo prende avvio con la gavetta teatrale, la crescente affermazione sui palcoscenici italiani, il successo raggiunto con Mario Mattoli e la sua impresa di spettacoli Za Bum, la relazione con Pirandello, la popolarità delle incisioni discografiche, la doppia vita - negli anni Trenta - tra teatro e cinema dove De Sica rappresenta la novità, l’attore giovane che può anche cantare in un cinema italiano che, con il sonoro, cerca nuovi divi e nuove voci, la scelta coraggiosa di non vestire la camicia nera, di passare dietro la macchina da presa facendo un cinema personale e poi la forza di imporsi in tutto il mondo come il padre, assieme all’amico Rossellini, di un cinema nuovo, del Neorealismo (con i quattro capolavori "Sciuscià", "Ladri di biciclette", "Miracolo a Milano", "Umberto D"), i problemi con il sottosegretario Andreotti in un’Italia che, a cavallo degli anni Cinquanta, entrava nella Guerra fredda, la complessa vita privata tra due famiglie, il sodalizio con Sophia Loren, la galleria straordinaria dei personaggi da lui creati. Nell'ultima sezione trova spazio una riflessione sulla sua immensa eredità artistica: un caleidoscopio pirandelliano, una mostra vertiginosa, dove gli spettatori incontreranno la Storia italiana del secolo scorso attraverso "Tutti i De Sica" che questo artista immenso e prolifico ha creato e scopriranno anche di essere Tutti De Sica.

Photo Courtesy Cineteca di Bologna

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“Un giorno Zavattini mi dice: 'È uscito un libro di Luigi Bertolini, leggilo, c’è da prendere il titolo e lo spunto'. Era Ladri di biciclette. Bartolini ci cede il titolo e il diritto a trarre dal libro l’idea di un film, per un certo compenso. Più tardi, a film ultimato, protesterà violentemente. Quel soggetto mi appassiona profondissimamente. Solo in altri due soggetti ho creduto con uguale fermezza, Sciuscià e Umberto D.; su tutti gli altri ho nutrito, prima della realizzazione, dubbi. Mi metto a fare il giro dei produttori raccontando Ladri di biciclette. Faccio tutte le parti io: piango, rido, mi commuovo, mi sbraccio. Niente. Allora penso: in Francia hanno fatto soldi con Sciuscià, ora me ne daranno per fare questo. Ma a Parigi, abbastanza ragionevolmente, mi dicono: certo saremmo felici di acquistare il film, ma quando lei lo avrà fatto. Allora vado a Londra e vivo una strana avventura. L’unico che si interessa del soggetto è Gabriel Pascal (il produttore di Cesare e Cleopatra, morto recentemente). Una mattina viene a prendermi in automobile e mi porta in una villa di campagna distante una quarantina di chilometri da Londra. È una villa isolata, molto bella, ma vagamente sinistra. La moglie di Pascal, simpaticissima, mi riceve con grande gentilezza. Giochiamo a tennis e a golf. Tento di portare il discorso sul film, ma non ci riesco. Nel tardo pomeriggio Pascal mi dice che deve rientrare a Londra, mi prega di aspettarlo, e mi accompagna in una stanza del secondo piano. Rimasto solo mi accorgo che le porte sono chiuse a chiave. Penso sia stata una distrazione e aspetto. A tarda notte rientra Pascal, si scusa, io non penso più alla faccenda. L’indomani la scena si ripete: quando scende la sera mi ritrovo chiuso a chiave nella stanza. Intanto anche la moglie è sparita. Comincio a preoccuparmi e quando finalmente riesco ad affrontare Pascal, questi candidamente mi confessa che voleva impedirmi di comunicare col produttore Korda. Poi mi offre dieci milioni in tutto. Ne ho abbastanza e torno in Italia. Gli uomini coraggiosi al punto di finanziare il film li trovai tra amici: Ercole Graziadei, Sergio Bernardi e il conte Cicogna di Milano. Furono tre soci straordinari. Mi lasciarono fare tutto ciò che volevo, mi dettero tutto il denaro che mi occorreva - pochissimo, per altro; i miei film costano tutti poco, tranne Miracolo a Milano, per gli "effetti speciali" fatti da americani...". 

Vittorio De Sica a proposito di Ladri di biciclette, tratto da "Gli Anni più belli della mia vita", Tempo, 16 Dicembre, 1954 (Anno XVI - n. 50). Fonte: Cineteca di Bologna

Cineteca di Bologna
presenta
Tutti De Sica. Regista & interprete
La mostra di immagini uniche sul e fuori dal set, oggetti di culto, documenti personali dagli archivi di famiglia
Da martedì 1 ottobre 2024 a domenica 12 gennaio 2025
Galleria Modernissimo
Piazza Re Enzo 3
Bologna