Monteverro debutta alla Slow Wine Fair 2025 | Bologna

Monteverro, affermata realtà vinicola della Maremma più autentica - quella Toscana del sud genuina e verace -, partecipa per la prima volta alla Slow Wine Fair, l’evento dedicato al vino "buono, pulito e giusto", organizzato da BolognaFiere con la direzione artistica di Slow Food da domenica 23 a martedì 25 febbraio 2025. E' un contesto ideale per la maison, che ha abbracciato l’agricoltura biologica fin dall’inizio e ottenuto la certificazione ufficiale nel 2019. Il tutto con un approccio sostenibile che si traduce in scelte concrete come l’installazione di arnie tra i filari per favorire l’equilibrio biodinamico del territorio.
"Pur essendo la nostra prima partecipazione, ci sentiamo perfettamente in sintonia con la filosofia della Slow Wine Fair. È il luogo giusto per far conoscere le nostre etichette e dialogare con un pubblico curioso e attento, aperto all’ascolto e alla comprensione del vino senza preconcetti", spiega Mattheiu Taunay, enologo di Monteverro. A Bologna sono "in vetrina" sei referenze - quattro rossi e due bianchi -, ognuna delle quali è espressione autentica del territorio e della sua essenza. Si va dal Vermentino, vitigno autoctono, al Verruzzo, rosso vivace e diretto; dal Tinata, blend di Syrah e Grenache, fino allo Chardonnay, raffinata interpretazione internazionale. A chiudere la selezione Terra di Monteverro e Monteverro, tagli bordolesi di Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Petit Verdot, espressione dell’eleganza e del carattere della tenuta. "La Slow Wine Fair non è solo un palcoscenico per le nostre etichette, ma un’opportunità per incontrare chi il vino lo ama e vuole approfondire la conoscenza del nostro lavoro, le scelte in vigna e in cantina e i progetti futuri sempre più orientati al green”, conclude Mattheiu Taunay. Monteverro è al Padiglione 15 | F5 desk 14. 

LA TENUTA

"La tenuta dista pochi chilometri dal mare e si contraddistingue per i suoi caratteristici pendii dal terreno sassoso di argilla rossa. Ma a rendere così unica questa realtà sono anche le persone. La nostra autentica passione per il vino ci impone di non scendere a compromessi quanto alla lavorazione manuale e alla selezione delle uve in fase di vendemmia, per portare infine ogni vitigno, ogni terroir e ogni annata alla sua massima espressione, con precisione e adottando tecniche di vinificazione innovative. Monteverro si estende su tre colline per una superficie di circa 60 ettari, a un’altezza tra 30 e 80 metri sul livello del mare. Dai vigneti è possibile vedere il Mar Tirreno: distante soli cinque chilometri, garantisce una brezza costante per tutto l’anno. A Ovest si staglia all’orizzonte l’imponente profilo del Monte Argentario, mentre a Sud-Est, a una decina di chilometri, si trova il confine con il Lazio. Salendo sulle colline i vigneti cedono il passo alla Macchia mediterranea, la tipica vegetazione costituita da numerosissimi arbusti sempreverdi ed erbe aromatiche tra cui la lavanda, la ginestra, il rosmarino e il timo. Questo è anche l’habitat di diverse specie animali, il cui re incontrastato è il cinghiale. Ed è proprio a lui che Monteverro deve il suo nome: storicamente, “verro” è la parola con cui in questa regione si indica il cinghiale, segno che la macchia circostante il piccolo comune di Capalbio è sempre stata (ed è ancora) dimora di molti di questi animali. Per permettere alla natura di svilupparsi il più possibile liberamente e favorire la biodiversità, solo 35 dei 60 ettari totali sono stati coltivati a vigneti mentre i restanti sono stati lasciati agli ulivi e, appunto, alla macchia mediterranea. La tenuta comprende, inoltre, un lago naturale circondato da antiche querce da sughero. Anche guardando l’impianto costruttivo della tenuta ci si rende conto che qui la natura è protagonista: l’architettura, intenzionalmente costituita da edifici bassi, deve integrarsi il più possibile nel paesaggio e non dominarlo. Una parte della cantina è stata ricavata all’interno del versante per sfruttare la naturale refrigerazione di una struttura interrata. Quando abbiamo costruito la cantina, il nostro obiettivo primario era una lavorazione delle uve - e successivamente del vino - il più possibile naturale e rispettosa dell’ambiente, sfruttando la forza di gravità: qui si integrano a vicenda agricoltura sostenibile, molto lavoro manuale e tecnologie all’avanguardia, al fine di sfruttare appieno il potenziale qualitativo che cresce nel vigneto". (fonte: Monteverro) 

www.monteverro.com