Il Progetto 1962 di Lungarotti | Ritorno alle origini

Torgiano: c’è un momento nella storia di ogni azienda familiare in cui si sente il bisogno di guardarsi allo specchio. Per Lungarotti, questo momento è arrivato nel 2024. Dopo un lungo percorso di analisi interna ed esterna, è emerso un potenziale ancora in parte inespresso. È da qui che nasce il Progetto 1962 che segna l’inizio del quarto ciclo di vita dell’azienda, con l’obiettivo di tornare alle radici per raccontare una nuova contemporaneità. La maison, storica realtà vitivinicola dell’Umbria, ha sempre incarnato valori profondi: famiglia, territorio, continuità. Con questo progetto, tali valori si rinnovano nella forma ma restano saldi nella sostanza. L’Umbria - terra di mestieri antichi, paesaggi incontaminati e ritmo lento - è al centro della narrazione: non solo come luogo fisico, ma come stile di vita da trasmettere al mondo. Il 2024 ha rappresentato un anno di svolta.
A partire da un attento lavoro di ascolto e riflessione, Lungarotti ha deciso di ridefinire la propria immagine e la propria proposta, in modo coerente con la propria storia e dialogando con il presente. Non si è trattato di un semplice restyling, ma di un cambio di passo: un'evoluzione nel pensiero, nelle persone, nella produzione e nella comunicazione. E’ da qui che nasce l’idea di Progetto 1962, che prende il nome dalla prima annata del Rubesco e Torre di Giano, le due etichette simbolo di Lungarotti rivisitate nella forma e nella sostanza. I nuovi Rubesco 62 e Torre di Giano 62 si distinguono per uno stile gustativo più snello, fresco, immediato e trasversale, pensato per raccontare l’Umbria e il suo carattere attraverso etichette che hanno segnato la storia dell’azienda, ma perfettamente attuali. L'idea si fonda su tre dimensioni stilistiche: quella gustativa, quella visiva e quella comunicativa in vini dalla netta espressione varietale, ottenuti da vitigni resilienti al cambiamento climatico, come il Sangiovese e il Trebbiano, che vedono una raccolta leggermente anticipata ed una vinificazione la cui cura mira ad esprimere al meglio la terra d’origine. Tra le caratteristiche del processo che raccontano questa cura spiccano le temperature di fermentazione più basse - per limitare l’estrazione - nel rosso, ed un passaggio più lungo sulle fecce fini nel bianco, per contribuire a caratterizzarne la struttura. 

Accompagna il cambiamento un nuovo design senza tempo, ispirato alle prime etichette degli anni Sessanta. Il racconto contemporaneo unisce memoria e visione, radici e ambizione, per due prodotti destinati al canale Horeca. "Il Progetto 1962 è solo l’inizio di un piano strategico triennale che vuole portare nel mondo l’Umbria e il suo stile di vita lento - spiega Chiara Lungarotti, amministratore delegato dell’azienda -. Un percorso fatto di concretezza, eleganza, autenticità e legame con il territorio. Come azienda, come famiglia, come interpreti di una regione unica, sentiamo oggi il dovere e l’orgoglio di rappresentare la nostra terra nel mondo. E lo facciamo con ciò che meglio ci racconta: un vino senza tempo, capace di parlare al presente". Lungarotti è sinonimo di vino umbro dal 1962, ma la sua storia affonda le radici molto prima. La famiglia, stabilitasi nella Media Valle del Tevere alla fine del XVIII secolo, ha sempre avuto un legame profondo con la terra, producendo vino, olio e altre eccellenze agricole. Nel 1962, con la nascita di Rubesco e Torre di Giano, ha inizio il secondo ciclo della storia, grazie alla visione di Giorgio Lungarotti che inizia a sviluppare l’azienda sui mercati nazionali ed internazionali. Dopo la sua scomparsa nel 1999, la nuova generazione ha dato il via al terzo ciclo: reimpianto dei vigneti, ammodernamento delle cantine, apertura verso pratiche sostenibili. Nel 2024, la decisione di avviare il quarto ciclo, guardando al futuro con uno sguardo che parte da lontano, per rendere contemporaneo il brand e i suoi valori. La nuova visione aziendale è chiara e ambiziosa: "Rallentare la vita delle persone, portando l’Umbria e il suo stile di vita nel mondo". L'insieme si traduce in una missione concreta: proporre vini intramontabili, territoriali, classici e rispettosi, che trasmettano uno stile di vita sano, profondo e radicato nella cultura regionale. Il rinnovamento di Lungarotti tocca ogni aspetto della vita aziendale: nuove professionalità sono entrate in azienda, affiancando la famiglia nelle diverse aree operative. Lo stile enologico evolve verso una maggiore immediatezza del sorso, freschezza e bevibilità, mantenendone eleganza e autenticità. Nel marketing e nella comunicazione viene adottato un approccio più contemporaneo, emozionale e narrativo. Sono introdotti nuovi strumenti digitali e si rafforza la cultura aziendale come comunità attiva. L’ospitalità assume una nuova dimensione con l’Enoteca della Cantina - il wine shop dove è possibile degustare e pranzare - completamente rinnovato e "in dialogo" con le altre strutture d’accoglienza di Lungarotti, dall’agriturismo Poggio alle Vigne alla ristorazione dell’Osteria del Museo, situata accanto al Museo del Vino. Anche questa trasformazione è guidata dalla volontà di trasmettere i valori umbri: concretezza, generosità, resilienza. Il Progetto 1962 rappresenta il Dna di Lungarotti in chiave contemporanea, un ponte tra passato e futuro.

Lungarotti 
Storica realtà vitivinicola dell’Umbria, ha contribuito a scrivere la storia del vino italiano nel mondo. Fu Giorgio Lungarotti, nel Dopoguerra, a trasformare l’azienda agricola di famiglia a Torgiano, piccolo borgo tra Perugia e Assisi, in una cantina di successo. Una storia che oggi continua grazie all’impegno, alla passione e alla competenza di tre generazioni della famiglia che insieme portano avanti le attività innovando, senza mai tradire il carattere inconfondibile dei grandi vini  e puntando su una produzione sempre più sostenibile. Tra i pilastri di Lungarotti trovano ampio spazio la valorizzazione dell’enoturismo di qualità e la promozione della cultura del vino, dell’olio e del patrimonio artistico attraverso il Museo del Vino (MUVIT) e il Museo dell’Olivo e dell’Olio (MOO) di Torgiano. 

www.lungarotti.it